Quanto spazio hanno avuto in tv e in radio i referendum

I dati AGCOM fotografano la presenza dei cinque quesiti su cittadinanza e lavoro nei notiziari e nei programmi di approfondimento
ANSA
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La campagna referendaria per i referendum dell’8 e 9 giugno su cittadinanza e lavoro è stata caratterizzata dalle ripetute critiche dei promotori verso i mezzi di informazione, accusati di dedicare poco spazio ai quesiti. Non è un dibattito nuovo: anche nel 2022 i promotori dei referendum sulla giustizia – che poi non hanno raggiunto il quorum – avevano fatto accuse simili. In quell’occasione avevamo spiegato che, in base ai dati dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), in effetti i referendum sulla giustizia avevano avuto meno spazio rispetto al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, tenutosi nel 2020. Ma quello, appunto, era un referendum diverso: non era abrogativo, riguardava la modifica della Costituzione e vedeva partecipi tutti i partiti. 

E per i referendum su cittadinanza e lavoro? Che cosa dicono le statistiche AGCOM più recenti?

I dati più recenti sono stati pubblicati dall’autorità il 4 giugno e fanno riferimento al periodo tra l’11 e il 31 maggio. In quelle tre settimane, i quattro telegiornali della RAI monitorati – TG1, TG2, TG3 e RAI News 24 – hanno dedicato nel complesso quasi il 2 per cento del tempo ai cinque quesiti referendari. La percentuale dedicata nei programmi “extra-TG” – tra cui rientrano Porta a Porta e Agorà – scende intorno all’1,5 per cento. Percentuali simili sono state registrate nello stesso periodo dai quattro telegiornali trasmessi sulle reti Mediaset – TG4, TG5, Studio aperto e TGcom24 – e dai programmi “extra-TG”, rispettivamente pari all’1,8 per cento e all’1,7 per cento. Più alte sono state le percentuali registrate dai telegiornali e programmi di Sky (2,1 per cento e 2,3 per cento), mentre la percentuale del TG La7 è stata un po’ più bassa (1,4 per cento). Quella dei programmi “extra-TG” trasmessi da La7 – tra cui rientrano DiMartedì, Otto e mezzo, Tagadà, Propaganda e PiazzaPulita – è stata la più alta di tutti, pari al 5 per cento.
Quasi tutte queste percentuali sono in aumento rispetto al periodo tra il 9 aprile e il 10 maggio, quando ancora mancava un mese ai referendum. E quasi tutte queste percentuali sono simili a quelle registrate nella settimana precedente ai referendum sulla giustizia, tenutisi il 12 giugno 2022.

In radio, lo spazio dedicato ai referendum su cittadinanza e lavoro in alcuni programmi di approfondimento è stato maggiore rispetto alla televisione, e minore in alcuni giornali radio. Tra l’11 maggio e il 31 maggio, i giornali radio della RAI hanno dedicato l’1,6 per cento del tempo ai referendum, percentuale che sale al 10 per cento per i programmi “extra-GR”. I giornali radio di Radio 24 hanno registrato la stessa percentuale di quelli delle reti RAI, mentre i programmi “extra-GR” il 4 per cento. Sui giornali radio di quattro emittenti radiofoniche del gruppo Mediaset – Radio 101, Virgin Radio, Radio 105 e Radio Monte Carlo – lo spazio dedicato ai referendum è stato invece quasi nullo. Sui programmi “extra-GR” di Rtl 102.5 la percentuale è stata pari al 3,5 per cento. 

Ricordiamo che questi dati arrivano fino al 31 maggio. Con ogni probabilità, nei giorni successivi il tempo riservato ai referendum – sia in tv sia in radio – è aumentato, con l’avvicinarsi della data del voto. Per esempio, questo era avvenuto con i referendum sulla giustizia del 2022.

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