Il Senato se la prende comoda per le elezioni regionali

Complice la legge di Bilancio, l’aula rimarrà ferma per due settimane. Così i senatori potranno fare campagna elettorale sui territori
ANSA/SAMANTHA ZUCCHI
ANSA/SAMANTHA ZUCCHI
Vuoi le elezioni regionali, vuoi l’esame in commissione del disegno di legge di Bilancio per il 2026, ma per le prossime due settimane i lavori dell’aula del Senato saranno fermi. L’ultima seduta in ordine di tempo è stata martedì 11 novembre e, secondo l’ordine del giorno pubblicato online, i senatori torneranno a riunirsi martedì 25 novembre per la discussione del decreto “Flussi”, con cui il governo ogni anno stabilisce le quote di ingresso di lavoratori migranti nel nostro Paese.

Secondo quanto comunicato sul sito ufficiale del Senato, il motivo dietro a questa pausa dell’aula sono le elezioni regionali del 23 e 24 novembre in Campania, Puglia e Veneto. «L’Assemblea non terrà seduta nella settimana dal 17 al 21 novembre in relazione alle elezioni regionali del 23 e 24 novembre», si legge nella homepage del sito del Senato, in cui si precisa che i senatori si riuniranno di nuovo il 25 novembre. Insomma, come accaduto in passato il Senato lascerà il tempo ai senatori di recarsi nei loro territori per fare campagna elettorale. 

Il punto è che in occasione delle precedenti elezioni regionali la pausa non era stata così lunga. Per esempio, quando si erano tenute le elezioni regionali in Toscana dello scorso 12 e 13 ottobre, l’aula del Senato aveva terminato i suoi lavori il 9 ottobre e li aveva poi ripresi il 14 ottobre. Per le regionali in Calabria del 5 e 6 ottobre li aveva conclusi il 2 ottobre per poi riprenderli il 7 ottobre, e una cosa simile si è verificata in occasione delle elezioni in Valle d’Aosta e nelle Marche del 28 e 29 settembre. Una sospensione dei lavori analoga era stata disposta anche alla Camera nel periodo delle scorse elezioni regionali.

Ora invece, in occasione delle elezioni in Campania, Puglia e Veneto, il discorso è diverso. Come per le precedenti regionali, l’aula della Camera ha previsto di interrompere i propri lavori venerdì 21 novembre, per poi riprenderli – come al Senato – martedì 25 novembre. Al Senato, però, la pausa dei lavori è iniziata già da tre giorni e durerà per due settimane.
La comunicazione pubblicata sul sito del Senato sui lavori dell’aula – Fonte: Senato.it
La comunicazione pubblicata sul sito del Senato sui lavori dell’aula – Fonte: Senato.it
Fonti del Senato hanno spiegato a Pagella Politica che dietro a questa interruzione dei lavori c’è anche il fatto che il Senato è impegnato con l’esame del disegno di legge di Bilancio per il 2026. 

Ogni anno la legge di Bilancio è esaminata in modo alternato dalle due camere: un anno inizia la Camera, l’anno successivo inizia il Senato, e dopo il primo via libera il testo passa alla seconda camera. Da tempo, ormai, solo la prima camera che esamina la legge di Bilancio riesce a incidere e a modificare il provvedimento, mentre nella seconda l’esame è piuttosto una formalità e si conclude in pochi giorni a ridosso della scadenza per il via libera definitivo della legge, ossia il 31 dicembre. Questo fenomeno viene chiamato dagli esperti “monocameralismo alternato”. 

Quest’anno la prima camera a esaminare la legge di Bilancio è per l’appunto il Senato. La Commissione Bilancio e le altre impegnate nel provvedimento hanno iniziato l’esame del testo della manovra lo scorso 30 ottobre.

Secondo il regolamento del Senato, durante la sessione di bilancio – il periodo in cui viene esaminata la manovra – le commissioni non possono svolgere altre attività se non l’esame delle parti della legge di Bilancio per cui sono competenti. In più, l’aula non può esaminare provvedimenti che comportano variazioni di spesa o di entrata nel bilancio dello Stato. Insomma, durante la sessione di Bilancio, le attività dell’aula del Senato possono effettivamente rallentare per lasciare spazio all’esame di questo provvedimento.

Negli ultimi anni, però, quando la legge di Bilancio è stata esaminata la prima volta al Senato, non c’è mai stata una pausa così lunga dell’aula. Per esempio, nel 2023 l’esame della legge di Bilancio per il 2024 è iniziato in commissione al Senato il 7 novembre per concludersi in aula il 22 dicembre. In quel periodo di tempo, come risulta dai resoconti stenografici, l’aula del Senato si è riunita tutte le settimane senza particolari interruzioni. Tra l’altro, il 22 ottobre 2023 si erano tenute le elezioni nelle province autonome di Trento e Bolzano. Per l’occasione, il Senato aveva concluso i lavori dell’aula il 18 ottobre, per poi riprenderli il 24 ottobre, ossia sei giorni dopo. 

Nel 2021, in occasione dell’esame della legge di Bilancio per il 2022, al Senato c’era stata invece un’interruzione dei lavori più significativa, ma comunque inferiore a quest’anno. L’esame in commissione al Senato della legge di Bilancio era iniziato il 17 novembre e si è concluso in aula il 23 dicembre. All’epoca l’aula del Senato aveva interrotto i propri lavori per 12 giorni dal 2 al 14 dicembre, nonostante l’assenza di elezioni regionali in quel periodo, dando spazio all’esame in commissione della legge di Bilancio.

Alla Camera invece il discorso è diverso. Nella settimana tra il 17 e il 20 novembre l’aula esaminerà il decreto “Flussi” e una proposta di legge di alcune deputate del Partito Democratico sulla modifica del reato di violenza sessuale, previsto all’articolo 609-bis del codice penale. Nella serata del 12 novembre, in Commissione Giustizia alla Camera i partiti di maggioranza e di opposizione hanno trovato un accordo approvando un emendamento alla proposta di legge, che introduce il principio del consenso nella definzione del reato di violenza sessuale. Se la prossima settimana la Camera approverà la proposta di legge, questa passerà poi al Senato per l’eventuale via libera definitivo.
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