Per la prima volta dall’inizio della guerra a Gaza, l’Unione europea ha deciso di colpire Israele con sanzioni economiche. Lo scorso 17 settembre, la Commissione europea ha annunciato il taglio di alcuni fondi e proposto al Consiglio dell’Unione europea di votare misure più pesanti, dai dazi commerciali a possibili provvedimenti contro esponenti del governo Netanyahu.
È una svolta netta: per mesi l’Ue aveva mantenuto una posizione prudente, spesso più vicina a Israele che ai suoi critici, in nome della solidarietà dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 e di legami storici consolidati. Ora, sotto la spinta di diversi Stati membri e dopo pressioni interne crescenti, la linea è cambiata.
Resta però da capire se i governi nazionali saranno davvero pronti a trasformare le proposte della Commissione Ue in sanzioni effettive.
È una svolta netta: per mesi l’Ue aveva mantenuto una posizione prudente, spesso più vicina a Israele che ai suoi critici, in nome della solidarietà dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 e di legami storici consolidati. Ora, sotto la spinta di diversi Stati membri e dopo pressioni interne crescenti, la linea è cambiata.
Resta però da capire se i governi nazionali saranno davvero pronti a trasformare le proposte della Commissione Ue in sanzioni effettive.