Il 5 settembre, a margine del Forum di Cernobbio, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto a un giornalista che gli chiedeva se in caso di occupazione della Cisgiordania l’Italia sarebbe stata disposta a «non inviare più armi a Israele». «Ma noi non inviamo armi: questa è una leggenda metropolitana», ha aggiunto il leader di Forza Italia. «Noi, dal 7 di ottobre di due anni fa, abbiamo sospeso tutti i contratti. Quindi non c’è nessun invio di armi a Israele».
In realtà, i fatti raccontano una storia diversa. L’Italia ha sì bloccato le nuove autorizzazioni dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ma vecchie licenze hanno continuato a produrre spedizioni. E non sono mancate accuse di traffici sospetti e inchieste giudiziarie.
In realtà, i fatti raccontano una storia diversa. L’Italia ha sì bloccato le nuove autorizzazioni dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ma vecchie licenze hanno continuato a produrre spedizioni. E non sono mancate accuse di traffici sospetti e inchieste giudiziarie.