Quali sono le sanzioni per i deputati coinvolti nella rissa alla Camera

Agli undici parlamentari sospesi temporaneamente dai lavori sarà tagliata la diaria per il soggiorno a Roma, ma non la loro indennità 
Ansa
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Nella serata del 13 giugno l’Ufficio di presidenza della Camera ha sospeso dai lavori parlamentari undici deputati coinvolti nella rissa avvenuta in aula il giorno prima, durante l’esame del disegno di legge sull’autonomia differenziata. Il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno, dopo aver provato a consegnare una bandiera dell’Italia al ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli (Lega), è stato aggredito da alcuni parlamentari dei partiti della maggioranza ed è caduto a terra, a detta sua a causa di un colpo ricevuto allo sterno. 

Gli undici deputati non potranno partecipare ai lavori dell’aula della Camera e ai lavori delle commissioni parlamentari per alcuni giorni, ma il loro stipendio non sarà “tagliato” e non dovranno pagare una multa. Al massimo, vedranno ridursi la diaria corrisposta per il soggiorno quotidiano a Roma.

I deputati sospesi

Nel dettaglio, il deputato della Lega Igor Giancarlo Iezzi, che ha ammesso di aver cercato di colpire Donno con un pugno, è stato sospeso per 15 giorni; i deputati di Fratelli d’Italia Enzo Amich, Gerolamo Cangiano e Federico Mollicone sono stati sospesi per sette giorni, così come il deputato del PD Nico Stumpo; il deputato del PD Vincenzo Amendola e quello della Lega Stefano Candiani sono stati sospesi per tre giorni, mentre quelli del PD Arturo Scotto e Claudio Michele Stefanazzi per due giorni. Anche Donno, aggredito dai deputati della maggioranza, è stato sospeso per quattro giorni, mentre il deputato della Lega Domenico Furgiuele è stato sospeso per sette giorni per aver mimato in aula con le braccia il simbolo della X Mas, o “Decima MAS”, una formazione militare del Regno d’Italia, che dal 1943 al 1945 si è schierata con la Repubblica sociale italiana e con il regime nazista. 

Le decisioni dell’Ufficio di presidenza sono state criticate dai partiti all’opposizione, in particolare dal Movimento 5 Stelle. «Le sanzioni stabilite dall’Ufficio di presidenza della Camera dei Deputati sono l’appendice farsesca della grave pagina che si è consumata ieri. L’aggredito trattato alla stregua dell’aggressore», ha scritto su X il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. «Il confronto politico tra posizioni diverse, anche su questioni politicamente altamente divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri ovvero nella violenza e quindi, per questo, nella lesione del decoro dell’Istituzione. Non lo dico a tutela di una parte, ma a tutela dell’Istituzione tutta», ha invece replicato in aula il presidente della Camera Lorenzo Fontana.

Le sanzioni

Al di là delle motivazioni, i deputati sospesi dai lavori non dovranno pagare una multa e la loro indennità parlamentare, l’equivalente dello stipendio di un lavoratore comune, non sarà tagliata.

I regolamenti della Camera e del Senato non prevedono esplicite sanzioni pecuniarie per i parlamentari sospesi. Alla Camera il regolamento prevede come sanzione massima per un deputato la sospensione da due a 15 giorni, mentre al Senato la sospensione può arrivare fino a dieci giorni. 

Fonti della Camera e del Senato hanno spiegato a Pagella Politica che i deputati e i senatori sospesi subiscono lo stesso trattamento di un parlamentare assente. In breve, lo stipendio di deputati e senatori è composto da un’indennità, pari a circa 5.300 euro netti al mese, più una serie di rimborsi spese, tra cui la cosiddetta “diaria” per il rimborso delle spese di soggiorno a Roma. La diaria di deputati e senatori corrisponde a circa 3.500 euro al mese e viene tagliata nel caso di assenza dai lavori parlamentari. Sia al Senato che alla Camera le assenze sono contate solo nei giorni di votazione e sono considerati assenti i deputati e i senatori che non partecipano ad almeno il 30 per cento delle votazioni in aula nell’arco di una giornata. Sono previsti tagli alla diaria pure nel caso di assenza dalle votazioni nelle commissioni parlamentari. Per esempio, alla Camera la diaria di un deputato è ridotta di circa 207 euro per ogni giorno di assenza in aula, e fino a un massimo di 500 euro al mese per le assenze in commissione.

Ricapitolando: i parlamentari che subiscono una sospensione non ricevono alcun tipo di sanzione pecuniaria o taglio alla loro indennità parlamentare, ma sono soltanto considerati come assenti alle votazioni nel periodo di sospensione. Detto in maniera semplice: tutto dipende da quante votazioni si svolgono nel periodo di sospensione. Per assurdo, se durante la sospensione non si tengono votazioni, i parlamentari sospesi non subiscono nessun taglio alla propria diaria. Questo è ovviamente un caso limite ed è raro che nell’arco di quindici giorni (il periodo massimo di sospensione alla Camera) non ci siano votazioni. In ogni caso, al di là della diaria, l’indennità dei parlamentari sospesi non subisce tagli nel caso di sospensione dai lavori.

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