L’8 novembre la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha pubblicato sui social network il titolo di un articolo, pubblicato su The Telegraph, che – a detta sua – elogiava lo stile di vita italiano. Poco dopo, però, il post è stato cancellato: l’articolo postato, in realtà, criticava l’Italia più di quanto la celebrasse.
L’articolo in questione è stato pubblicato il 5 novembre dal quotidiano britannico, con il titolo: “I moved to Italy for a better life. Six months on, here’s why I’m giving up” (in italiano, “Mi sono trasferita in Italia per una vita migliore. Sei mesi dopo, ecco perché me ne vado”). L’articolo racconta la delusione della giornalista Annabel Fenwick Elliott e della sua famiglia, che dopo vari trasferimenti hanno scelto di vivere in Umbria, attratti dal clima, dal cibo e dallo stile di vita italiani. Dopo sei mesi, però, la stessa autrice spiega di voler lasciare l’Italia, nonostante la bellezza del Paese e la gentilezza delle persone, a causa della burocrazia esasperante, del peso della religione cattolica nelle scuole, della scarsità di opportunità per i giovani e, soprattutto, delle difficoltà linguistiche e di integrazione. Il tono dell’articolo, quindi, è tutt’altro che elogiativo: il sogno di vivere bene in Italia si è rivelato presto un’illusione frustrante.
Sui social, Santanchè ha pubblicato una grafica con il titolo parziale dell’articolo: “I moved to Italy for a better”, che in italiano non significa nulla di compiuto. Si potrebbe tradurre con “Mi sono trasferita in Italia per un meglio”, una frase comunque priva di senso. Anche in inglese è grammaticalmente tronca, e questo avrebbe dovuto far sospettare che mancasse una parte fondamentale del titolo.
L’articolo in questione è stato pubblicato il 5 novembre dal quotidiano britannico, con il titolo: “I moved to Italy for a better life. Six months on, here’s why I’m giving up” (in italiano, “Mi sono trasferita in Italia per una vita migliore. Sei mesi dopo, ecco perché me ne vado”). L’articolo racconta la delusione della giornalista Annabel Fenwick Elliott e della sua famiglia, che dopo vari trasferimenti hanno scelto di vivere in Umbria, attratti dal clima, dal cibo e dallo stile di vita italiani. Dopo sei mesi, però, la stessa autrice spiega di voler lasciare l’Italia, nonostante la bellezza del Paese e la gentilezza delle persone, a causa della burocrazia esasperante, del peso della religione cattolica nelle scuole, della scarsità di opportunità per i giovani e, soprattutto, delle difficoltà linguistiche e di integrazione. Il tono dell’articolo, quindi, è tutt’altro che elogiativo: il sogno di vivere bene in Italia si è rivelato presto un’illusione frustrante.
Sui social, Santanchè ha pubblicato una grafica con il titolo parziale dell’articolo: “I moved to Italy for a better”, che in italiano non significa nulla di compiuto. Si potrebbe tradurre con “Mi sono trasferita in Italia per un meglio”, una frase comunque priva di senso. Anche in inglese è grammaticalmente tronca, e questo avrebbe dovuto far sospettare che mancasse una parte fondamentale del titolo.