Matteo Salvini, leader della Lega, ha avuto nel corso della pandemia di Covid-19 una posizione altalenante sull’ipotesi – infondata, come vedremo – del virus creato o meno in laboratorio in Cina.
In un’intervista pubblicata da il Foglio il 5 ottobre, da ultimo ha sostenuto di non credere «ai complotti, ai virus prodotti in laboratorio, eccetera». Qui la colpa che Salvini addossa a Pechino è al massimo di averlo tenuto nascosto per mesi (questione complessa e oggetto di numerose inchieste giornalistiche).
Ma di credere ai complotti e ai virus prodotti in laboratorio Salvini non aveva fatto mistero nelle settimane e nei mesi precedenti.
Ancora la sera prima che uscisse l’intervista su il Foglio, 4 ottobre, ospite a Non è l’Arena su La7, Salvini aveva sostenuto (min. 42:15) che in base ai dati Ocse – l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – la Cina sarà l’unica economia al mondo a crescere e questo gli crea il dubbio che il dramma causato dall’epidemia di Covid-19 «sia arrivato scientemente da Pechino» (anche se aggiunge l’inciso piuttosto criptico «per colpa o per dolo», in cui la prima opzione esclude una diffusione volontaria del virus e contraddice quindi l’avverbio «scientemente» appena usato).
Se queste parole hanno un margine di interpretazione, sono invece inequivocabili le posizioni espresse nemmeno una settimana prima sui propri canali social dal leader leghista. Il 30 settembre infatti i profili Facebook e Twitter di Matteo Salvini hanno rilanciato un servizio di Quarta Repubblica in cui una «virologa fuggita da Hong Kong», Li-Meng Yan, sostiene la tesi del virus «artificiale, rilasciato da un laboratorio controllato dal partito comunista cinese».
Esattamente la tesi del virus creato in laboratorio a cui Salvini, cinque giorni dopo, dichiara di non credere più.
E se andiamo indietro nel tempo, a fine marzo Salvini e la Lega avevano rilanciato sui propri profili social altre bufale e illazioni sul virus creato in laboratorio.
Insomma, possiamo dire che il segretario leghista abbia flirtato per mesi con complottismi e teorie non verificate su l’ingegnerizzazione in laboratorio del virus responsabile dell’epidemia di Covid-19.
Andiamo allora a vedere perché le posizioni assunte da Salvini, fino alla recente inversione a 180 gradi dalle colonne de il Foglio, fossero prive di fondamento scientifico.
In un’intervista pubblicata da il Foglio il 5 ottobre, da ultimo ha sostenuto di non credere «ai complotti, ai virus prodotti in laboratorio, eccetera». Qui la colpa che Salvini addossa a Pechino è al massimo di averlo tenuto nascosto per mesi (questione complessa e oggetto di numerose inchieste giornalistiche).
Ma di credere ai complotti e ai virus prodotti in laboratorio Salvini non aveva fatto mistero nelle settimane e nei mesi precedenti.
Ancora la sera prima che uscisse l’intervista su il Foglio, 4 ottobre, ospite a Non è l’Arena su La7, Salvini aveva sostenuto (min. 42:15) che in base ai dati Ocse – l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – la Cina sarà l’unica economia al mondo a crescere e questo gli crea il dubbio che il dramma causato dall’epidemia di Covid-19 «sia arrivato scientemente da Pechino» (anche se aggiunge l’inciso piuttosto criptico «per colpa o per dolo», in cui la prima opzione esclude una diffusione volontaria del virus e contraddice quindi l’avverbio «scientemente» appena usato).
Se queste parole hanno un margine di interpretazione, sono invece inequivocabili le posizioni espresse nemmeno una settimana prima sui propri canali social dal leader leghista. Il 30 settembre infatti i profili Facebook e Twitter di Matteo Salvini hanno rilanciato un servizio di Quarta Repubblica in cui una «virologa fuggita da Hong Kong», Li-Meng Yan, sostiene la tesi del virus «artificiale, rilasciato da un laboratorio controllato dal partito comunista cinese».
Esattamente la tesi del virus creato in laboratorio a cui Salvini, cinque giorni dopo, dichiara di non credere più.
E se andiamo indietro nel tempo, a fine marzo Salvini e la Lega avevano rilanciato sui propri profili social altre bufale e illazioni sul virus creato in laboratorio.
Insomma, possiamo dire che il segretario leghista abbia flirtato per mesi con complottismi e teorie non verificate su l’ingegnerizzazione in laboratorio del virus responsabile dell’epidemia di Covid-19.
Andiamo allora a vedere perché le posizioni assunte da Salvini, fino alla recente inversione a 180 gradi dalle colonne de il Foglio, fossero prive di fondamento scientifico.