Nella mattina di martedì 7 febbraio, ospite di The breakfast club su Radio Capital, il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato (min. 14:00) la proposta attribuita da La Stampa al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari – che ha poi smentito – di insegnare il tiro a segno a scuola. «Non mi sembra illuminata come idea. Con tutto l’amore e il sostegno al tiro sportivo, ai poligoni, che sono passione, sport e business, io sto lavorando da ministro per portare sul serio l’educazione stradale nelle scuole», ha dichiarato Salvini. «Più che a sparare, io porterei nelle classi dei ragazzi l’educazione stradale perché la macchina, la moto e il motorino, e anche il monopattino, possono essere strumenti di gioia, di lavoro, di vita e di sorriso, ma anche di morte. Lascerei perdere l’educazione al tiro».
In passato il leader della Lega ha però avanzato proposte molto simili a quella di cui si sta discutendo molto nelle ultime ore.
Per esempio, ad aprile 2017 Salvini aveva promosso l’idea di introdurre sei mesi di servizio civile in Italia «anche per imparare l’uso delle armi». «Reintrodurre sei mesi di servizio militare, con educazione al primo soccorso, alla protezione civile e all’addestramento all’uso delle armi, secondo me in Italia sarebbe cosa buona e giusta», aveva dichiarato il leader della Lega ospite a Omnibus su La7. Un anno prima, a maggio 2016, durante un’intervista con La Zanzara su Rete 4, Salvini aveva detto che era necessario introdurre quattro mesi di servizio militare obbligatorio in Italia «così impariamo a sparare». «Quattro mesi di servizio civile o militare per insegnare ai nostri ragazzi lo spirito di sacrificio, lo spirito civico e l’uso delle armi», aveva dichiarato il leader della Lega.
Da anni Salvini rilancia periodicamente nel dibattito politico la proposta di ripristinare il servizio militare obbligatorio. L’ultima volta che ne ha parlato è stato durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022. Nonostante la difenda da tempo, su questa proposta il leader della Lega ha fatto molto poco, anche quando è stato ministro dell’Interno, tra giugno 2018 e settembre 2019.
Oltre a essere presente sui programmi elettorali della Lega, nelle scorse due legislature, quella tra il 2013 e il 2018 e quella tra il 2018 e il 2022, la proposta di reintrodurre la leva militare obbligatoria è arrivata più volte anche in Parlamento, supportata da parlamentari leghisti, ma non ha avuto grande fortuna.
In passato il leader della Lega ha però avanzato proposte molto simili a quella di cui si sta discutendo molto nelle ultime ore.
Per esempio, ad aprile 2017 Salvini aveva promosso l’idea di introdurre sei mesi di servizio civile in Italia «anche per imparare l’uso delle armi». «Reintrodurre sei mesi di servizio militare, con educazione al primo soccorso, alla protezione civile e all’addestramento all’uso delle armi, secondo me in Italia sarebbe cosa buona e giusta», aveva dichiarato il leader della Lega ospite a Omnibus su La7. Un anno prima, a maggio 2016, durante un’intervista con La Zanzara su Rete 4, Salvini aveva detto che era necessario introdurre quattro mesi di servizio militare obbligatorio in Italia «così impariamo a sparare». «Quattro mesi di servizio civile o militare per insegnare ai nostri ragazzi lo spirito di sacrificio, lo spirito civico e l’uso delle armi», aveva dichiarato il leader della Lega.
Da anni Salvini rilancia periodicamente nel dibattito politico la proposta di ripristinare il servizio militare obbligatorio. L’ultima volta che ne ha parlato è stato durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022. Nonostante la difenda da tempo, su questa proposta il leader della Lega ha fatto molto poco, anche quando è stato ministro dell’Interno, tra giugno 2018 e settembre 2019.
Oltre a essere presente sui programmi elettorali della Lega, nelle scorse due legislature, quella tra il 2013 e il 2018 e quella tra il 2018 e il 2022, la proposta di reintrodurre la leva militare obbligatoria è arrivata più volte anche in Parlamento, supportata da parlamentari leghisti, ma non ha avuto grande fortuna.