Nelle ultime ore sta facendo discutere una proposta attribuita al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giovanbattista Fazzolari (Fratelli d’Italia) per insegnare il tiro a segno nelle scuole. Tra gli altri, hanno commentato la notizia vari esponenti dell’opposizione, come il segretario di Azione Carlo Calenda, i candidati alla segreteria del Partito democratico Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, e il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni.
Tutto è nato da un articolo pubblicato il 7 febbraio da La Stampa, intitolato «Il piano di Fazzolari per i giovani: “Insegniamo a sparare a scuola”». Secondo il quotidiano, il giorno prima, al termine dell’incontro a Roma tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed Ali, Fazzolari ha avuto un dialogo con il generale Franco Federici, consigliere militare di Meloni.
Il sottosegretario si sarebbe confrontato con il militare sulla possibilità di insegnare agli studenti l’uso delle armi da fuoco. «Dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole. C’è tutta una rete di associazioni che si possono coinvolgere e mettere in contatto con il mondo delle scuole», avrebbe detto Fazzolari. «Ci sono ragazzi molto appassionati e bravi che lo fanno nel tempo libero. Manca una struttura e un riconoscimento ufficiale. È un’attività che io penso meriti la stessa dignità degli altri sport». La proposta avrebbe trovato un’apertura da parte di Federici, che si è detto disponibile a organizzare un incontro con i «vari soggetti interessati».
Per il momento, non si conoscono ulteriori dettagli di questa possibile iniziativa. Nella mattinata del 7 febbraio, però, Fazzolari ha pubblicato una nota per criticare l’articolo de La Stampa, definito «ridicolo e infondato». Il sottosegretario ha dichiarato che la conversazione avuta con Federici «verteva su tutt’altro», e non sull’insegnamento del tiro a segno nelle scuole. L’oggetto della conversazione è stato, a detta di Fazzolari, «la necessità di fornire maggiori risorse per l’addestramento di forze armate e di forze di Polizia» e «l’ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro». Intervistato da L’aria che tira su La7, Fazzolari ha poi minacciato querele contro La Stampa.
Abbiamo contattato il giornalista Ilario Lombardo, autore dell’articolo pubblicato da La Stampa, che conferma la notizia.
In passato Fazzolari si è mostrato in varie occasioni vicino alle organizzazioni che promuovono il tiro a segno con le armi da fuoco. A novembre 2021, per esempio, l’allora senatore di Fratelli d’Italia aveva celebrato come un successo suo e del suo partito l’approvazione dell’utilizzo nel nostro Paese delle cartucce “9×19 millimetri Parabellum”, usate nel tiro a segno per le armi corte.
Tutto è nato da un articolo pubblicato il 7 febbraio da La Stampa, intitolato «Il piano di Fazzolari per i giovani: “Insegniamo a sparare a scuola”». Secondo il quotidiano, il giorno prima, al termine dell’incontro a Roma tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed Ali, Fazzolari ha avuto un dialogo con il generale Franco Federici, consigliere militare di Meloni.
Il sottosegretario si sarebbe confrontato con il militare sulla possibilità di insegnare agli studenti l’uso delle armi da fuoco. «Dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole. C’è tutta una rete di associazioni che si possono coinvolgere e mettere in contatto con il mondo delle scuole», avrebbe detto Fazzolari. «Ci sono ragazzi molto appassionati e bravi che lo fanno nel tempo libero. Manca una struttura e un riconoscimento ufficiale. È un’attività che io penso meriti la stessa dignità degli altri sport». La proposta avrebbe trovato un’apertura da parte di Federici, che si è detto disponibile a organizzare un incontro con i «vari soggetti interessati».
Per il momento, non si conoscono ulteriori dettagli di questa possibile iniziativa. Nella mattinata del 7 febbraio, però, Fazzolari ha pubblicato una nota per criticare l’articolo de La Stampa, definito «ridicolo e infondato». Il sottosegretario ha dichiarato che la conversazione avuta con Federici «verteva su tutt’altro», e non sull’insegnamento del tiro a segno nelle scuole. L’oggetto della conversazione è stato, a detta di Fazzolari, «la necessità di fornire maggiori risorse per l’addestramento di forze armate e di forze di Polizia» e «l’ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro». Intervistato da L’aria che tira su La7, Fazzolari ha poi minacciato querele contro La Stampa.
Abbiamo contattato il giornalista Ilario Lombardo, autore dell’articolo pubblicato da La Stampa, che conferma la notizia.
In passato Fazzolari si è mostrato in varie occasioni vicino alle organizzazioni che promuovono il tiro a segno con le armi da fuoco. A novembre 2021, per esempio, l’allora senatore di Fratelli d’Italia aveva celebrato come un successo suo e del suo partito l’approvazione dell’utilizzo nel nostro Paese delle cartucce “9×19 millimetri Parabellum”, usate nel tiro a segno per le armi corte.