Il 15 ottobre 2019 Matteo Salvini e Matteo Renzi sono stati ospiti di Bruno Vespa a Porta a Porta (Rai1).  Abbiamo verificato il loro confronto, qui trovate i fact-checking relativi alla presenza in televisione dei due leader (e non solo).


***


Il primo confronto in 13 anni?

In apertura di puntata, il conduttore Bruno Vespa ha affermato che quella sera «due leader politici» tornavano a confrontarsi in televisione dopo tredici anni. «L’ultima volta fu il 3 aprile del 2006 in questo studio, Prodi e Berlusconi» (-1:34:10).

Vespa ha ragione. Secondo Christian Ruggiero, professore in Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università “La Sapienza” di Roma, «la parola chiave dell’affermazione di Vespa è “leader”». Infatti, se è vero che dopo il 2006 ci sono stati (ad esempio su Sky) diversi confronti tra membri del Pd in vista delle primarie di partito, o tra candidati sindaci, è altrettanto vero che non ci sono più stati confronti sulla televisione nazionale fra due leader di importanti partiti o schieramenti politici. Ciò è avvenuto ieri sera e prima di allora, come ricordato da Vespa, solo con il dibattito fra Silvio Berlusconi e Romano Prodi nel 2006.

I motivi dipendono anche dal contesto politico italiano. Sempre secondo Ruggiero, «da noi il format del confronto “all’americana” avrebbe senso fino a un certo punto, in quanto non esistono, in Italia, candidati “all’americana”»: in Italia cioè non esiste il bipolarismo che caratterizza invece la scena politica statunitense.

Il primo confronto risale a venticinque anni fa, ma non è stato sufficiente a iniziare una tradizione nostrana. «Nel 1994», continua Ruggiero, «con Berlusconi e Occhetto – che si sfidarono nel primo vero confronto di questo genere nella storia della televisione italiana – sembrava essere iniziato un trend». In quell’occasione Berlusconi, a capo di Forza Italia, si dimostrò un «performer», e vinse a mani basse il confronto con Occhetto, leader del Partito democratico della Sinistra. Questo schema si ripeté anche nel confronto fra Berlusconi e il leader dell’Ulivo Romano Prodi, nel 1996.

Dopodiché, dice Ruggiero, «non vi furono più confronti di questo tipo, per allontanarsi da quel modello commerciale, cattivo, che antepone la performance al dibattito sui puri temi politici». Nel 2006, come si è visto, Berlusconi (allora alla guida della Casa della Libertà) affrontò di nuovo Prodi (leader dell’Unione dei Progressisti), in due occasioni, sempre su Rai 1. Ma, a differenza di quanto accadde nel 1996, questa volta Prodi «pretese cinture di sicurezza» allo scopo di «sterilizzare la capacità di Berlusconi di fare intrattenimento», e il risultato fu un «format ingessato», nel quale «non si poteva inquadrare l’uno mentre aveva la parola l’altro», andando ad appiattire le dinamiche di ripresa su cui si basa ogni confronto televisivo.

Per concludere, tutti questi hanno portato a una notevole scarsità di dibattiti di questo tipo nella storia della televisione italiana. E questo è un peccato perché, secondo Ruggiero, «il confronto a due potrebbe dare molte informazioni al cittadino».

Infine, una curiosità. Bruno Vespa ha menzionato il primo confronto televisivo fra l’allora candidato sindaco di Firenze Renzi e l’allora semplice deputato Salvini, che ebbe luogo nel 2009 su La7: qui un riassunto video.

I premi televisivi

In apertura di confronto sono stati ricordati i trascorsi televisivi di Renzi e Salvini. Il primo è stato concorrente, nel 1994, a La ruota della fortuna, mentre il secondo ha partecipato a Doppio Slalom all’età di 15 anni e a Il pranzo è servito a 20.

Salvini ha colto l’occasione per andare subito all’attacco, dicendo: «Leggevo che molto probabilmente l’attuale governo tasserà le vincite [nei premi televisivi], e quindi sarei stato iper-tassato» (-1:29:36). Renzi ha subito ribattuto dicendo che lui pagò le tasse già ai tempi della sua vincita. Salvini non ha replicato.

Che cosa prevede la legge in materia di vincite ottenute in televisione?

I premi di quel tipo sono tassati già oggi. Secondo l’Agenzia delle Entrate, le ritenute a cui sono soggetti i «premi dei giochi svolti in occasione di spettacoli radio-televisivi, competizioni sportive o manifestazioni di qualsiasi altro genere nei quali i partecipanti si sottopongono a prove basate sull’abilità o sull’alea o su entrambe» è pari al «20 per cento».

Questo si basa sul decreto del Presidente della Repubblica n.600 del 29/09/1973, che stabilisce appunto quanto riportato dall’Agenzia delle Entrate. Il decreto era dunque già in vigore quando Renzi e Salvini hanno partecipato a quiz televisivi a premi, ed entrambi dovrebbero aver pagato allo Stato una percentuale del 20 per cento sulle loro vincite.

Salvini e Renzi a Porta a Porta: gli altri capitoli del nostro fact-checking