Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervistato da La Repubblica il 24 luglio, ha spiegato perché nel 2018 è stata smantellata la struttura di missione ItaliaSicura, voluta dall’allora governo Renzi per gestire e contrastare il dissesto idrogeologico. Secondo Costa, oltre a essere un elemento di complicazione, questa struttura di missione tra le altre cose «costava 900 milioni» di euro.
Il giorno seguente, sempre dalle colonne della Repubblica, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risposto che «quella struttura non costava nemmeno 900 mila euro».
Abbiamo verificato il dato, a prescindere dalle diverse valutazioni su ItaliaSicura, e tra i due ha ragione Matteo Renzi. Andiamo allora a vedere i dettagli.
Che cosa faceva, e da chi era composta, ItaliaSicura
Nel 2014, il governo Renzi aveva istituito (con il Decreto del presidente del Consiglio – Dpcm – del 27 maggio di quell’anno) un’apposita unità di missione presso la presidenza del Consiglio, chiamata ItaliaSicura, con il compito di curare coordinamento, pianificazione e gestione del rischio idrogeologico in Italia.
Come abbiamo scritto in una nostra precedente analisi, è stata operativa fino a luglio 2018, quando il governo Lega-M5s la chiuse con il decreto-legge n.86 del 2018 (art. 2) e trasferì le sue competenze al Ministero dell’Ambiente.
Era composta, come si legge all’articolo 3 del Dpcm 27 maggio 2014, da due dirigenti, massimo dieci dipendenti e un numero variabile di esperti esterni, i cui compensi non potevano in ogni caso superare complessivamente i 100 mila euro lordi (30 mila lordi massimo a testa).
Quanto costava ItaliaSicura
Per quanto riguarda il costo della struttura di missione di ItaliaSicura, la questione era già stata oggetto di un’interrogazione parlamentare l’11 gennaio 2017, quando il presidente della Commissione Ambiente del Senato Giuseppe Marinello (Nuovo centrodestra) aveva chiesto, tra le altre cose, «quali siano i costi di funzionamento della struttura e su quali capitoli di bilancio gravino».
Il rappresentante del governo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luciano Pizzetti (Pd), aveva risposto che le spese della struttura di missione «sono state sostenute a valere sui capitoli di spesa n. 170 e n. 172 del bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri, su cui sono stati stanziati, dal 2014 ad oggi, 1.383.876 euro».
Per verificare i numeri riportati da Pizzetti nel corso dell’interrogazione parlamentare, abbiamo quindi consultato i bilanci di previsione della Presidenza del Consiglio negli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, cioè i documenti in cui sono dettagliate le spese che la Presidenza prevede di dover sostenere l’anno successivo.
In tutti questi anni è stata prevista una «spesa per il funzionamento della struttura di missione» (capitolo di spesa n.170) compresa tra i 190 e i 200 mila euro all’anno, e «retribuzioni del personale in servizio presso la struttura di missione» (capitolo di spesa n.172) pari, nel complesso, a 595.763 euro all’anno.
Si tratta dunque, in totale, di poco meno di 800 mila euro all’anno. Una cifra in linea con quanto risulta dalle affermazioni di Renzi e anche superiore rispetto a quanto riferito da Pizzetti (poco meno di 1,4 milioni di euro in due anni e mezzo circa): questo potrebbe dipendere dal fatto che probabilmente ogni anno sono stati spesi meno soldi di quelli che erano stati preventivati. In ogni caso siamo lontanissimi dalla cifra riportata dal ministro Costa.
In conclusione
Nello scontro sui costi della struttura di missione ItaliaSicura tra il ministro Costa, che parla di 900 milioni di euro, e l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che parla di meno di 900 mila euro, ha ragione Renzi.
Il costo della struttura di missione è nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, e non delle centinaia di milioni di euro. In base ai capitoli di spesa relativi al costo di funzionamento della struttura e delle retribuzioni del personale del bilancio preventivo, risultano in particolare stanziati poco meno di 800 mila euro all’anno. Una cifra coerente con quella fornita, relativamente a un periodo di circa due anni e mezzo, dall’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luciano Pizzetti, nel corso di un’interrogazione parlamentare del gennaio 2017.
In nessun caso comunque, anche considerando tutti gli anni di funzionamento e tutte le spese sostenute, si arriva anche solo vicini alla cifra fornita dal ministro Costa.
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