Le spese dei deputati rimangono un mistero

Da quasi dieci anni devono essere approvate le regole sulla trasparenza di viaggi e soggiorni pagati da terzi, finora senza successo
Deputati del Movimento 5 Stelle alla Camera mentre lasciano sui banchi del Governo fac-simile di banconote per protesta, 17 luglio 2013 – Fonte: ANSA/GIUSEPPE LAMI
Deputati del Movimento 5 Stelle alla Camera mentre lasciano sui banchi del Governo fac-simile di banconote per protesta, 17 luglio 2013 – Fonte: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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Sembrava arrivato il momento buono per approvarle definitivamente, dopo quasi dieci anni di tentativi andati a vuoto, e invece niente. A oggi non c’è ancora traccia delle regole per rendere più trasparenti le spese dei deputati per alloggi, viaggi e soggiorni pagati da soggetti terzi. 

Dopo numerosi tentativi, a luglio 2024 il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati aveva approvato le linee guida per garantire la trasparenza delle spese sostenute per i deputati da associazioni e da altri enti che organizzano eventi a cui partecipano i parlamentari. Dopo la delibera, il documento è passato all’Ufficio di presidenza della Camera per il via libera definitivo, ma secondo le verifiche di Pagella Politica il testo non è ancora stato esaminato, e non si sa di preciso quando questo avverrà. 

L’obbligo per i deputati di rendicontare le spese sostenute da terzi per alloggi, viaggi e soggiorni è previsto dal Codice di condotta della Camera. Questo documento elenca i principi di trasparenza da osservare sugli incarichi ricoperti durante il mandato dai parlamentari, sulla rendicontazione delle spese sostenute e sugli eventuali doni ricevuti. Alla Camera il Codice di condotta è stato introdotto nel 2016 mentre al Senato nel 2022. In base a questi codici, i deputati e i senatori devono per esempio presentare entro trenta giorni dall’elezione un documento, con tutti gli eventuali ruoli ricoperti all’interno di società private o pubbliche al momento della loro elezione. Questo documento, insieme alla dichiarazione patrimoniale, è pubblicato nella pagina personale di ciascun deputato e senatore sui siti ufficiali di Camera e Senato. Come abbiamo spiegato in un altro approfondimento, la lettura di questi documenti non è sempre facile dato che sono spesso scritti a mano dai deputati e poi scansionati. 

In più, i codici prevedono alcune regole di fatto inapplicate, come quella che impone ai deputati di rendicontare le spese per alloggi, viaggi e soggiorni pagate da soggetti terzi. Questa regola – che per i senatori non è invece proprio prevista – non è finora mai entrata in vigore perché dal 2016 a oggi l’Ufficio di presidenza della Camera non ha mai approvato le linee guida per applicarla. Il Codice di Condotta della Camera prevede infatti che i deputati non possono accettare doni e regali di importo superiore a 250 euro e che l’Ufficio di presidenza della Camera stabilisca le regole secondo cui i deputati devono rendicontare le spese sostenute da terzi. 

In questi anni alcuni organismi internazionali hanno sollevato il problema dell’assenza di regole sulle spese dei parlamentari italiani. Per esempio, il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) – un organo di controllo contro la corruzione del Consiglio d’Europa – lo ha messo in evidenza in tutte le sue valutazioni più recenti sull’Italia (nel 2017, 2018, 2021, 2022 e 2024).

Tentativi a vuoto

Come detto, le linee guida sono formulate dal Comitato consultivo sulla condotta dei deputati, mentre l’approvazione finale spetta all’Ufficio di presidenza della Camera. Il Comitato consultivo della Camera aveva iniziato la discussione su come garantire la trasparenza delle spese dei deputati già nel 2016, dopo l’introduzione del Codice di condotta. All’epoca il comitato era guidato dal deputato Pino Pisicchio, allora presidente del gruppo Misto. Pisicchio e il comitato avevano stilato un primo documento con le linee guida per la trasparenza delle spese, ma l’Ufficio di presidenza della Camera non lo aveva esaminato in tempo prima della fine della legislatura, avvenuta a marzo 2018.

Nella legislatura successiva, il Comitato della Camera ha ripreso la discussione sotto la presidenza della deputata del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo. Anche questa volta non si è arrivati a un risultato, complici i cambi di governo e di maggioranza. Dopo la caduta del primo governo Conte, sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle, e la nascita del secondo governo Conte, sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico, Businarolo è stata sostituita dal deputato Luca Pastorino, all’epoca eletto con Liberi e Uguali. 

A giugno 2022 Pastorino è riuscito a presentare all’Ufficio di presidenza della Camera un testo con le linee guida per la trasparenza sulle spese dei deputati, che non è mai stato approvato per via della fine anticipata della legislatura e a causa di alcune divisioni all’interno del comitato stesso. «Nella scorsa legislatura siamo arrivati a proporre un testo condiviso, nonostante ci fossero idee diverse tra i parlamentari del comitato sulle spese precise da rendicontare», ha spiegato a Pagella Politica Pastorino, oggi deputato del gruppo Misto e ancora membro del Comitato sulla condotta dei deputati. 

In questa legislatura, il Comitato della Camera ha ripreso la discussione su come garantire la trasparenza delle spese ad aprile 2023, sotto la guida del nuovo presidente Riccardo Zucconi (Fratelli d’Italia), che ha adottato come base di partenza la proposta di Pastorino. Questa proposta prevede che i deputati pubblichino nella loro pagina istituzionale sul sito della Camera tutte le spese per viaggi, alloggi e soggiorni pagate da soggetti terzi, fatta eccezione per quelle inferiori a 250 euro. In più, è esclusa la pubblicazione delle spese se queste sono state pagate da organi costituzionali, come la Camera stessa; altre amministrazioni pubbliche, come le regioni o le province; organizzazioni internazionali, come il Consiglio d’Europa; e i partiti, le fondazioni e le confessioni religiose.

Tre mesi più tardi, il Comitato consultivo ha approvato le linee guida, che sono state inviate all’Ufficio di presidenza della Camera per il via libera definitivo. A distanza di quasi sette mesi, l’Ufficio di presidenza non le ha ancora esaminate. Il presidente del Comitato consultivo Zucconi, che è tra l’altro membro dell’Ufficio di presidenza della Camera, ha assicurato a Pagella Politica che le regole saranno approvate, ma non c’è ancora una data precisa. 

All’estero c’è chi ha già introdotto la rendicontazione delle spese dei parlamentari. Per esempio, l’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo ha approvato le linee guida per il rendiconto delle spese previsto dal Codice di condotta dei parlamentari europei, introdotto nel 2012. A differenza di Camera e Senato, sul sito del Parlamento europeo è disponibile il registro dettagliato dei doni ricevuti dai parlamentari europei durante l’esercizio delle loro funzioni.

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