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Sembrava arrivato il momento buono per approvarle definitivamente, dopo quasi dieci anni di tentativi andati a vuoto, e invece niente. A oggi non c’è ancora traccia delle regole per rendere più trasparenti le spese dei deputati per alloggi, viaggi e soggiorni pagati da soggetti terzi.
Dopo numerosi tentativi, a luglio 2024 il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati aveva approvato le linee guida per garantire la trasparenza delle spese sostenute per i deputati da associazioni e da altri enti che organizzano eventi a cui partecipano i parlamentari. Dopo la delibera, il documento è passato all’Ufficio di presidenza della Camera per il via libera definitivo, ma secondo le verifiche di Pagella Politica il testo non è ancora stato esaminato, e non si sa di preciso quando questo avverrà.
L’obbligo per i deputati di rendicontare le spese sostenute da terzi per alloggi, viaggi e soggiorni è previsto dal Codice di condotta della Camera. Questo documento elenca i principi di trasparenza da osservare sugli incarichi ricoperti durante il mandato dai parlamentari, sulla rendicontazione delle spese sostenute e sugli eventuali doni ricevuti. Alla Camera il Codice di condotta è stato introdotto nel 2016 mentre al Senato nel 2022. In base a questi codici, i deputati e i senatori devono per esempio presentare entro trenta giorni dall’elezione un documento, con tutti gli eventuali ruoli ricoperti all’interno di società private o pubbliche al momento della loro elezione. Questo documento, insieme alla dichiarazione patrimoniale, è pubblicato nella pagina personale di ciascun deputato e senatore sui siti ufficiali di Camera e Senato. Come abbiamo spiegato in un altro approfondimento, la lettura di questi documenti non è sempre facile dato che sono spesso scritti a mano dai deputati e poi scansionati.
In più, i codici prevedono alcune regole di fatto inapplicate, come quella che impone ai deputati di rendicontare le spese per alloggi, viaggi e soggiorni pagate da soggetti terzi. Questa regola – che per i senatori non è invece proprio prevista – non è finora mai entrata in vigore perché dal 2016 a oggi l’Ufficio di presidenza della Camera non ha mai approvato le linee guida per applicarla. Il Codice di Condotta della Camera prevede infatti che i deputati non possono accettare doni e regali di importo superiore a 250 euro e che l’Ufficio di presidenza della Camera stabilisca le regole secondo cui i deputati devono rendicontare le spese sostenute da terzi.
In questi anni alcuni organismi internazionali hanno sollevato il problema dell’assenza di regole sulle spese dei parlamentari italiani. Per esempio, il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) – un organo di controllo contro la corruzione del Consiglio d’Europa – lo ha messo in evidenza in tutte le sue valutazioni più recenti sull’Italia (nel 2017, 2018, 2021, 2022 e 2024).
Sembrava arrivato il momento buono per approvarle definitivamente, dopo quasi dieci anni di tentativi andati a vuoto, e invece niente. A oggi non c’è ancora traccia delle regole per rendere più trasparenti le spese dei deputati per alloggi, viaggi e soggiorni pagati da soggetti terzi.
Dopo numerosi tentativi, a luglio 2024 il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati aveva approvato le linee guida per garantire la trasparenza delle spese sostenute per i deputati da associazioni e da altri enti che organizzano eventi a cui partecipano i parlamentari. Dopo la delibera, il documento è passato all’Ufficio di presidenza della Camera per il via libera definitivo, ma secondo le verifiche di Pagella Politica il testo non è ancora stato esaminato, e non si sa di preciso quando questo avverrà.
L’obbligo per i deputati di rendicontare le spese sostenute da terzi per alloggi, viaggi e soggiorni è previsto dal Codice di condotta della Camera. Questo documento elenca i principi di trasparenza da osservare sugli incarichi ricoperti durante il mandato dai parlamentari, sulla rendicontazione delle spese sostenute e sugli eventuali doni ricevuti. Alla Camera il Codice di condotta è stato introdotto nel 2016 mentre al Senato nel 2022. In base a questi codici, i deputati e i senatori devono per esempio presentare entro trenta giorni dall’elezione un documento, con tutti gli eventuali ruoli ricoperti all’interno di società private o pubbliche al momento della loro elezione. Questo documento, insieme alla dichiarazione patrimoniale, è pubblicato nella pagina personale di ciascun deputato e senatore sui siti ufficiali di Camera e Senato. Come abbiamo spiegato in un altro approfondimento, la lettura di questi documenti non è sempre facile dato che sono spesso scritti a mano dai deputati e poi scansionati.
In più, i codici prevedono alcune regole di fatto inapplicate, come quella che impone ai deputati di rendicontare le spese per alloggi, viaggi e soggiorni pagate da soggetti terzi. Questa regola – che per i senatori non è invece proprio prevista – non è finora mai entrata in vigore perché dal 2016 a oggi l’Ufficio di presidenza della Camera non ha mai approvato le linee guida per applicarla. Il Codice di Condotta della Camera prevede infatti che i deputati non possono accettare doni e regali di importo superiore a 250 euro e che l’Ufficio di presidenza della Camera stabilisca le regole secondo cui i deputati devono rendicontare le spese sostenute da terzi.
In questi anni alcuni organismi internazionali hanno sollevato il problema dell’assenza di regole sulle spese dei parlamentari italiani. Per esempio, il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) – un organo di controllo contro la corruzione del Consiglio d’Europa – lo ha messo in evidenza in tutte le sue valutazioni più recenti sull’Italia (nel 2017, 2018, 2021, 2022 e 2024).