Le nuove vecchie raccomandazioni della Commissione Ue all’Italia

Dalla spesa pubblica al fisco, passando per la difesa, la giustizia e il clima: che cosa chiedono le autorità europee al governo, di nuovo e non
ANSA
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Mercoledì 4 giugno la Commissione europea ha diffuso le “raccomandazioni specifiche per Paese”, che ogni anno indicano a ciascuno dei 27 Stati membri dell’Unione europea le linee guida da seguire per favorire l’occupazione, la crescita economica e gli investimenti, tenendo al tempo stesso sotto controllo i conti pubblici. Queste raccomandazioni non hanno valore obbligatorio, ma risultano particolarmente rilevanti per i Paesi con finanze pubbliche più fragili, come l’Italia. Resta comunque lo spazio per adattamenti e negoziazioni, come dimostra il fatto che il nostro Paese, in passato, non le ha sempre rispettate. Formalmente, la Commissione Ue trasmette le raccomandazioni al Consiglio dell’Unione europea, che poi deve approvarle.  

Le nuove raccomandazioni fatte all’Italia, valide per il 2025 e il 2026, ribadiscono in parte quando già raccomandato dalle autorità europee l’anno scorso.

I promemoria

Entrambi i documenti insistono sull’importanza di contenere la crescita della spesa pubblica, in linea con il nuovo Patto di stabilità, e sottolineano la necessità di una riforma del sistema fiscale orientata alla crescita. Tra gli obiettivi condivisi ci sono la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, il taglio delle agevolazioni fiscali, l’aggiornamento dei valori catastali e l’assicurazione di maggiore equità e sostenibilità.
Un altro punto in comune riguarda la richiesta di attuare pienamente il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), compreso il capitolo REPowerEU, dedicato agli investimenti energetici, e di accelerare la spesa legata ai fondi della politica di coesione europea.

Le nuove raccomandazioni della Commissione Ue chiedono nuovamente all’Italia di affrontare le sfide demografiche, indicando come priorità l’attrazione e la permanenza di lavoratori qualificati, con un’attenzione particolare ai giovani e alle donne, le fasce della popolazione più colpite dalle forme di lavoro precario e dalla povertà lavorativa.
Un altro aspetto condiviso tra le raccomandazioni dell’anno scorso e quelle di quest’anno è l’esigenza di definire una strategia industriale in grado di ridurre i divari territoriali e di coordinarsi con le grandi opere infrastrutturali.

Anche la promozione della concorrenza è un obiettivo trasversale: la Commissione Ue continua a chiedere al nostro Paese di rimuovere le restrizioni che ancora persistono in vari settori, a partire dal settore ferroviario, e di rafforzare la capacità amministrativa, soprattutto a livello locale, per migliorare la gestione dei fondi europei e garantire una più efficiente attuazione delle riforme.

Le novità

Quest’anno la Commissione Ue ha aggiunto altre richieste, non presenti nelle raccomandazioni del 2024. Tra le altre cose, spicca l’invito ad aumentare la spesa per la difesa e a rafforzare la capacità militare del Paese, nonché di correggere la situazione di disavanzo eccessivo.

Le nuove raccomandazioni si distinguono anche per un’attenzione esplicita alla qualità della spesa pubblica, sollecitando interventi volti a renderla più efficiente ed efficace, e invitando a ridurre l’arretrato e i tempi di definizione dei processi giudiziari.

Ampio spazio è riservato inoltre alla transizione energetica e alla sostenibilità ambientale: la Commissione Ue, infatti, ha invitato l’Italia ad accelerare l’elettrificazione e la diffusione delle energie rinnovabili, semplificando le procedure autorizzative e potenziando la rete elettrica. Oltre a questo, ha suggerito di affrontare i rischi climatici attraverso un miglior coordinamento istituzionale. Anche la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti è indicata come un ambito da rafforzare. Infine, la Commissione Ue ha incoraggiato l’Italia a investire di più nella formazione dei lavoratori, per rafforzare le loro competenze di base. 

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