Le promesse non mantenute sui tagli delle accise

Da Renzi a Salvini, negli anni diversi politici hanno detto di voler eliminare o ridurre le imposte sui carburanti, senza tener fede alla parola data
ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI
Il recente aumento del prezzo della benzina e del gasolio ha fatto tornare d’attualità in Italia il dibattito sull’accisa, un’imposta che lo Stato impone sui carburanti, facendone quindi aumentare il prezzo finale per i consumatori. 

Negli anni diversi partiti e politici hanno promesso di voler eliminare – o perlomeno ridurre – questa imposta, senza però tener fede alla parola data.

Il centrodestra unito, nel 2013

L’impegno a diminuire le «tasse che incidono sul costo dell’energia» compariva già quasi dieci anni fa, nel programma per le elezioni politiche del 2013 presentato dalla coalizione di centrodestra, di cui facevano parte l’allora Lega Nord (oggi diventata “Lega per Salvini Premier”) e l’allora Popolo delle libertà (poi divisosi in Forza Italia e Fratelli d’Italia). 

Il centrodestra non aveva però potuto mettersi alla prova su questa promessa, dal momento che le elezioni furono vinte dalla coalizione di centrosinistra guidata da Pier Luigi Bersani (Partito democratico). All’epoca, l’impossibilità di formare un esecutivo che godesse della maggioranza in entrambe le camere aveva poi portato alla nascita del governo Letta, formato da rappresentanti di diverse forze politiche, tra cui anche il Pdl. 

L’impegno di Matteo Renzi, nel 2014

Discorso diverso vale per Matteo Renzi, che da leader del Partito democratico a febbraio 2014 divenne presidente del Consiglio. Un paio di mesi dopo, ospite a Porta a Porta su Rai 1, Renzi aveva dichiarato: «Io qui prendo l’impegno: entro l’anno noi andiamo a razionalizzare, che vuol dire pulire, decurtare, eliminare, tutte queste voci ridicole», facendo riferimento alla tesi (scorretta) secondo cui, tra le altre cose, con le accise staremmo ancora pagando la guerra d’Etiopia. 

Anche in questo caso la promessa non è stata mantenuta, o a essere generosi, lo è stata solo in parte. Il 1° marzo 2014, durante il governo Renzi, l’accisa sui carburanti è stata temporaneamente aumentata come conseguenza del cosiddetto “decreto del Fare” (decreto legge n. 69 del 21 giugno 2013), approvato dal precedente governo guidato da Enrico Letta (Pd). Il governo Renzi ha poi deciso di non prorogare l’aumento in questione, che quindi è decaduto il 1° gennaio 2015.

Le promesse di Salvini

Di recente, il politico più famoso che ha legato il suo nome a quello delle accise è stato il leader della Lega Matteo Salvini, che ha fatto della riduzione di queste imposte un cavallo di battaglia nella sua campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018.

L’obiettivo di tagliare le accise non era menzionato esplicitamente nel programma di governo presentato dalla Lega – che si limitava a ricordare come una serie di «tasse, accise e un elenco svariato di costi incomprensibili» contribuiscano a far lievitare le bollette dei cittadini – ma prima del voto Salvini era tornato più volte sull’argomento.

Per esempio, in un video pubblicato su Facebook il 1° marzo 2018, a pochi giorni dal voto, il leader della Lega aveva mostrato un cartellone in cui comparivano, secondo lui, gli aumenti all’accisa decisi dai governi precedenti per fronteggiare eventi imprevisti, come il terremoto in Irpinia del 1980 o il disastro del Vajont nel 1963. In quell’occasione, Salvini aveva promesso che, una volta al governo, il suo partito avrebbe eliminato le tasse sulla benzina legate a «Etiopia, Suez, Vajont, Firenze, Belice, Friuli e Irpinia, tanto per cominciare». 
Figura 1. Un frame del video pubblicato da Matteo Salvini il 1° marzo 2018
Figura 1. Un frame del video pubblicato da Matteo Salvini il 1° marzo 2018
Alle elezioni del 4 marzo 2018 la Lega ha raccolto circa il 18 per cento dei voti sia alla Camera che al Senato, risultando il terzo partito più votato dopo il Movimento 5 stelle e il Partito democratico. L’11 marzo Salvini ha poi ripetuto l’intenzione di «cancellare» le  tasse sulla benzina «al primo Consiglio dei ministri». 

L’impegno per eliminare le «componenti anacronistiche delle accise sulla benzina», apparso anche nel Contratto di governo sottoscritto da Lega e M5s per la nascita del primo governo Conte, anche in questo caso è rimasta una promessa non mantenuta.

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