Era il 22 novembre 2023, undici giorni dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, quando il ministro per l’Istruzione e il Merito Giuseppe Valditara ha annunciato “Educare alle relazioni”, un progetto rivolto alle scuole per discutere insieme a studenti e studentesse di relazioni, rispetto e violenza di genere. «La scuola costituzionale, che mette al centro il valore di ogni persona, deve essere in prima linea» nel contrasto ai femminicidi, aveva detto Valditara in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che cade il 25 novembre, aggiungendo che «la violenza contro le donne è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e devastanti, una negazione quotidiana della dignità della persona, che è il valore cardine della nostra società».

Il progetto si richiamava al documento “Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione”, firmato nel 2015 dall’allora ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Il suo obiettivo era promuovere nelle scuole superiori «progetti, percorsi educativi, attività pluridisciplinari e metodologie laboratoriali». La fase progettuale era stata attribuita al Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola (FONAGS), un organo di rappresentanza che tramite alcune associazioni garantisce il dialogo tra famiglie e scuola. Per sostenere i progetti erano stati stanziati 15 milioni di euro.

All’epoca, il piano era stato criticato perché l’insegnamento previsto da “Educare alle relazioni” era facoltativo, e quindi ritenuto da alcuni esperti poco incisivo, oltre che vago. In più, a novembre 2023, il quotidiano Domani aveva rivelato che alla guida del progetto era stato nominato Alessandro Amadori, già consulente del Ministero dell’Istruzione, docente di psicologia, non esperto di violenza di genere, e autore del libro La guerra dei sessi. Piccolo saggio sulla cattiveria di genere, in cui la violenza di genere è vista come “cattiveria”, e non come un fenomeno sistemico. Nel libro Amadori ipotizza una sorta di “guerra dei sessi” che vede da una parte i femminicidi e dall’altra la cattiveria delle donne.