Il portavoce di Forza Italia difende la sua riforma sulla cittadinanza senza conoscerla

Raffaele Nevi sostiene che lo ius Italiae renderebbe «più restrittiva» la legge, ma non è proprio così
ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
Aggiornamento venerdì 11 luglio, ore 21:30 – Il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi ha dichiarato a Pagella Politica che, a differenza di quanto scritto nella proposta presentata dal suo partito in Parlamento, l’obiettivo dello ius Italiae è eliminare l’attuale norma che consente a uno straniero nato in Italia di ottenere la cittadinanza al compimento dei 18 anni. Secondo Nevi, la cittadinanza dovrebbe essere concessa solo agli stranieri che, nati in Italia o arrivati nel nostro Paese prima di aver compiuto cinque anni, hanno concluso con profitto la scuola dell’obbligo. In questa versione, e non in quella depositata in Parlamento, la proposta dello ius Italiae sarebbe più restrittiva delle regole attuali: non basterebbe più essere nati in Italia e avervi risieduto legalmente fino alla maggiore età per ottenere la cittadinanza, ma bisognerebbe anche aver completato con successo i dieci anni previsti dalla scuola dell’obbligo.

 

***


L’8 luglio, in un’intervista con Il Giornale, il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi ha difeso la riforma della legge sulla cittadinanza italiana proposta dal suo partito in Parlamento. Nelle settimane precedenti, Nevi e altri esponenti di Forza Italia – tra cui il segretario Antonio Tajani – hanno rilanciato la proposta dello ius Italiae, con l’obiettivo di legare la concessione della cittadinanza al percorso scolastico seguito dai minori stranieri (una sorta di ius scholae). 

«La cittadinanza facile per gli immigrati è quella di oggi: la nostra proposta vuole agganciarla al merito scolastico, non solo alla frequenza per 10 anni ma al profitto, quindi in qualche modo è più restrittiva», ha dichiarato Nevi a Il Giornale. «Attualmente alcuni immigrati iscrivono i figli a scuola, che poi non ci vanno, non studiano, magari vengono bocciati, poi vengono riscritti e, comunque, quando compiono 18 anni possono chiedere la cittadinanza italiana. Noi vogliamo di più: costruire le basi, con lo studio della nostra lingua e della nostra storia, di una vera integrazione, proprio come prevede il programma di centrodestra», ha aggiunto. 

Il 3 luglio, parlando con la Repubblica, lo stesso Nevi ha invitato il Partito Democratico e gli altri partiti di opposizione a sostenere in Parlamento la proposta dello ius Italiae. L’invito ha creato però tensioni all’interno di Forza Italia e tra i partiti della maggioranza, con Fratelli d’Italia e Lega contrari a ogni modifica della legge sulla cittadinanza. Il programma elettorale della coalizione contiene la promessa generica di «favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari»: secondo Forza Italia, qui rientra la riforma della legge sulla cittadinanza, secondo i suoi alleati no. 

Al di là del dibattito interno alla maggioranza e ai partiti all’opposizione, c’è un elemento che non torna nelle dichiarazioni rilasciate da Nevi a Il Giornale. Il portavoce di Forza Italia sostiene che la proposta del suo partito renderebbe più difficile ottenere la cittadinanza. Ma le cose, in realtà, stanno diversamente.

Che cosa chiede lo ius Italiae

A ottobre 2024, Forza Italia ha presentato alla Camera e al Senato due progetti di legge identici per modificare la legge n. 91 del 1992, che disciplina l’attribuzione della cittadinanza italiana. La proposta presentata alla Camera porta anche la firma di Nevi, deputato e portavoce del partito.

Attualmente, il comma 2 dell’articolo 4 della legge stabilisce che uno straniero nato in Italia, che abbia vissuto «legalmente senza interruzioni» fino al compimento dei 18 anni, può chiedere la cittadinanza una volta diventato maggiorenne. È proprio a questa norma che fa riferimento Nevi nell’intervista, quando afferma che i figli degli immigrati possono richiedere la cittadinanza «quando compiono 18 anni», anche senza aver finito la scuola.

La proposta dello ius Italiae – che è una forma di ius scholaeintroduce un nuovo comma, il 2-bis, allo stesso articolo 4. Secondo quanto previsto, un minore straniero nato in Italia, oppure arrivato nel Paese entro i cinque anni di età, può ottenere la cittadinanza italiana se ha risieduto legalmente e in modo continuativo per almeno dieci anni, ha frequentato regolarmente la scuola per lo stesso periodo e ha completato con successo la scuola dell’obbligo, che va dai 6 ai 16 anni. La cittadinanza può essere ottenuta dichiarando la volontà di acquisirla entro un anno dal compimento della maggiore età oppure, prima di diventare maggiorenne, tramite una dichiarazione dei genitori.

Dunque, la proposta di Forza Italia non è più restrittiva rispetto alla legge in vigore, come sostiene Nevi, ma introduce un criterio più permissivo. Il requisito dell’età criticato dal portavoce di Forza Italia – cioè aver compiuto 18 anni – resta infatti invariato: anche se venisse approvato lo ius Italiae, la cittadinanza si potrebbe ottenere ancora al raggiungimento della maggiore età, senza aver finito la scuola dell’obbligo. Rispetto alla legge attuale, la proposta di Forza Italia estende la platea dei beneficiari: chi è nato in Italia o chi vi è arrivato entro i cinque anni di età può chiedere la cittadinanza prima dei 18 anni, a condizione che abbia vissuto legalmente nel Paese per almeno dieci anni e completato con successo la scuola dell’obbligo.

In più, Forza Italia ha proposto di ridurre i tempi burocratici di attesa – da tre anni a un anno, prorogabile di altri sei mesi – previsti per dare risposta a chi ha richiesto la cittadinanza italiana, per esempio, perché ha sposato un cittadino italiano oppure ha rispettato i requisiti di residenza. Uno straniero adulto extracomunitario, infatti, deve vivere almeno dieci anni in Italia, regolarmente, per poter chiedere la cittadinanza. Il referendum che ci è votato l’8 e 9 giugno, senza raggiungere il quorum, aveva proposto di portare a cinque anni questo requisito (se uno straniero adulto proviene da un Paese Ue, il periodo di residenza è ridotto a quattro anni).

La proposta del partito di Nevi, però, è più restrittiva rispetto a quelle avanzate da alcuni partiti all’opposizione. Per esempio, a ottobre 2024 – quasi in contemporanea con Forza Italia – il Partito Democratico ha presentato due testi per la riforma delle regole sulla cittadinanza: uno alla Camera e uno al Senato. Entrambi chiedono che i minori stranieri arrivati in Italia entro il dodicesimo anno di età possano ottenere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato cinque anni di scuola nel nostro Paese. Il Partito Democratico ha proposto anche di introdurre una forma di ius soli temperato: chi nasce in Italia da genitori stranieri è cittadino italiano se almeno uno dei genitori soggiorna regolarmente in Italia da almeno un anno al momento della nascita del figlio.

INFORMATI AL MEGLIO, OGNI GIORNO

Con la membership di Pagella Politica ricevi:
• la newsletter quotidiana con le notizie più importanti sulla politica;
• le guide sui temi del momento (la prossima è sul decreto “Sicurezza”);
• l’accesso agli articoli esclusivi e all’archivio;
• un canale diretto di comunicazione con la redazione.
PROVA GRATIS PER UN MESE
Newsletter

Politica di un certo genere

Ogni martedì
In questa newsletter proviamo a capire perché le questioni di genere sono anche una questione politica. Qui un esempio.

Ultimi articoli