Quando si parla del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), l’attenzione tende a concentrarsi sui singoli progetti: quanti sono i cantieri aperti, quali opere sono state completate, come vengono spesi i fondi assegnati. È naturale, perché il piano si traduce in migliaia di interventi concreti. Chi segue da tempo questa newsletter conosce bene questo approccio: nel corso di quest’anno – solo per citare alcuni esempi – abbiamo raccontato i progetti del PNRR legati al Giubileo di Roma, alle isole minori, al rimboschimento del Paese e alla ricerca scientifica.

Eppure, per capire davvero se il PNRR sia stato un “affare”, bisogna spostare lo sguardo dal dettaglio all’insieme. Oltre all’elenco dei progetti e delle spese, c’è una questione più ampia: quanto tutto ciò che è stato fatto finora ha inciso, o inciderà, sulla crescita dell’economia italiana. Un piano può essere eseguito con precisione in ogni dettaglio – cosa che peraltro non sta accadendo – e tuttavia lasciare aperti molti dubbi sul suo bilancio complessivo. Negli ultimi giorni sono stati pubblicati nuovi dati che permettono di mettere meglio a fuoco questo punto: capire quanto il PNRR stia davvero spingendo l’economia italiana e quanto, invece, resti un’occasione solo parzialmente colta.