Il 15 aprile il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge approvata definitivamente dal Parlamento il 20 marzo, intitolata: “Benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale”. Come suggerisce il nome, la legge prevede una serie di aiuti economici per i familiari delle persone morte a causa del crollo di infrastrutture considerate importanti, come strade o ponti. È stata ribattezzata “legge Morandi” perché nasce dopo il crollo del Viadotto Polcevera a Genova, avvenuto il 14 agosto 2018, noto appunto come “ponte Morandi”, dal nome dell’ingegnere Riccardo Morandi che lo progettò.
La promulgazione è l’atto con cui il presidente della Repubblica firma una legge approvata dal Parlamento, permettendone la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e la successiva entrata in vigore. Ma annunciando la promulgazione della “legge Morandi”, Mattarella ha sollevato diverse perplessità sul testo e, pur firmandolo, ha invitato Parlamento e governo a modificarlo. Tra i poteri del presidente della Repubblica c’è infatti quello di segnalare eventuali criticità nei testi di legge, anche dopo l’approvazione. In passato è avvenuto altre volte, sia con il governo Meloni sia con altri governi.
La promulgazione è l’atto con cui il presidente della Repubblica firma una legge approvata dal Parlamento, permettendone la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e la successiva entrata in vigore. Ma annunciando la promulgazione della “legge Morandi”, Mattarella ha sollevato diverse perplessità sul testo e, pur firmandolo, ha invitato Parlamento e governo a modificarlo. Tra i poteri del presidente della Repubblica c’è infatti quello di segnalare eventuali criticità nei testi di legge, anche dopo l’approvazione. In passato è avvenuto altre volte, sia con il governo Meloni sia con altri governi.