Che cosa vuol dire il cessate il fuoco a Gaza chiesto dal Parlamento

La Camera ha approvato un punto di una mozione del PD che per la prima volta impegna il governo a sostenere una tregua umanitaria nella Striscia
Ansa
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Il 13 febbraio la Camera dei deputati ha votato sei mozioni sulla crisi in Medio Oriente e il conflitto tra Israele e Hamas. In particolare l’aula ha approvato una parte della mozione presentata dalla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e da altri deputati del suo partito che impegna il governo Meloni «a sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza». 

Dallo scorso 7 ottobre, giorno in cui è iniziato di nuovo il conflitto, questa è la prima volta che il Parlamento italiano approva ufficialmente un documento in cui si parla espressamente di “cessate il fuoco”. Questo risultato è stato possibile solo grazie all’astensione dei partiti di maggioranza, giunta in seguito a un accordo sul testo tra la stessa Schlein e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. 

Proprio a causa della sua importanza politica, la notizia è finita sulle prime pagine di quasi tutti i quotidiani, ma in concreto che cosa è stato votato ieri alla Camera? E che cosa succederà ora che il nostro governo dovrà impegnarsi per un cessate il fuoco a Gaza? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.

Il voto alla Camera

Innanzitutto va specificato che cosa sono le mozioni parlamentari. Questi documenti hanno l’obiettivo di promuovere la discussione su un determinato argomento e impegnare il governo ad adottare iniziative su una particolare questione. Alla Camera le mozioni possono essere presentate da un capogruppo o da almeno dieci deputati, mentre al Senato devono essere proposte da un minimo di cinque senatori. Dopo la discussione, le aule parlamentari votano la mozione ed esprimono a maggioranza un parere favorevole o contrario. Le mozioni possono anche essere riformulate su richiesta del governo e con l’accordo dei partiti che le propongono, e possono essere votate per singole parti, come avvenuto per quelle sulla crisi in Medio Oriente. 

Nel pomeriggio del 13 febbraio non è stata votata solo la mozione presentata dal PD. Alla Camera sono state presentate infatti altre cinque mozioni sulla crisi in Medio Oriente: una del Movimento 5 Stelle, una di Azione, una di Italia Viva, una di Alleanza Verdi-Sinistra e una dei partiti che sostengono il governo.

Le uniche due mozioni approvate per intero sono state quella di Azione e quella dei partiti di maggioranza. La prima non ha ricevuto nessun voto contrario e chiede al governo di rinnovare le sanzioni contro Hamas e di impegnarsi per un processo di pace in Medio Oriente [1]. La seconda mozione stabilisce impegni simili, tra cui quello di «confermare la solidarietà allo Stato d’Israele» e di portare avanti un processo di pace «fondato sulla coesistenza di due Stati sovrani e democratici». La mozione dei partiti della maggioranza è stata approvata con 182 voti favorevoli, 51 voti contrari e 61 astenuti [2]. Hanno votato a favore Azione e Italia Viva, il PD si è astenuto, mentre hanno votato contro il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra.

La mozione dal peso politico maggiore votata alla Camera è stata quella presentata dal PD, il cui testo è arrivato in aula dopo un accordo tra Schlein e Meloni. Le due leader si sono sentite al telefono prima del voto e hanno concordato un testo su cui i deputati del centrodestra avrebbero potuto astenersi, permettendo quindi all’opposizione di avere la maggioranza dei voti in aula. Il punto principale della mozione del PD è il primo capoverso, che impegna il governo a «chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza». Nel testo iniziale della mozione, il cessate il fuoco era la condizione principale da attuare per «perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani». Dopo la mediazione tra Schlein e Meloni questa parte è stata modificata, con le due parti invertite: il testo approvato dall’aula impegna il governo «a sostenere ogni iniziativa volta alla liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani» e «a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza».

Oltre a questo punto, passato grazie all’astensione dei deputati della maggioranza, la Camera ha approvato all’unanimità i capoversi che chiedevano una «de-escalation» del conflitto e il supporto all’Unione europea nelle sanzioni ad Hamas, oltre all’impegno per «la sicurezza marittima nel Mar Rosso». La maggioranza di centrodestra ha invece respinto le parti della mozione del PD che chiedevano al governo sanzioni contro i coloni israeliani colpevoli di crimini verso la popolazione palestinese e il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Delle altre tre mozioni presentate la Camera ha approvato solo alcune parti. Del testo firmato dal Movimento 5 Stelle sono passate le parti riguardanti la liberazione degli ostaggi di Hamas e l’impegno per il governo ad avvertire il Parlamento in caso di approvazione di aiuti militari a Israele. Le altre parti sono state bocciate, tra cui quella che chiedeva l’apertura di corridoi umanitari per la popolazione di Gaza. Della mozione di Italia Viva è stato bocciato solo il capoverso che proponeva di dichiarare «femminicidio di massa» i fatti avvenuti il 7 ottobre 2023, quando durante un assalto di Hamas sono stati uccisi più di mille civili e militari israeliani. Della mozione presentata da Alleanza Verdi-Sinistra è stato approvato un solo punto, quello che impegna il governo a lavorare per la convocazione di una conferenza di pace internazionale.

Il cessate il fuoco a Gaza

Al di là dei voti sulle singole mozioni, il principale risultato ottenuto alla Camera è l’impegno del governo sul cessate il fuoco a Gaza, ossia una temporanea interruzione del conflitto per permettere alle parti di iniziare una trattativa diplomatica e, nel caso di Gaza, permettere alla popolazione civile di ricevere beni essenziali e cure mediche.

Come accennato, le mozioni sono atti di indirizzo e non hanno valore vincolante: in concreto ora spetterà al governo stabilire se e in che modo attivare la diplomazia per provare a convincere, insieme agli alleati, il governo israeliano a concedere una tregua ai bombardamenti di Gaza. Al netto delle difficoltà diplomatiche e delle reali possibilità dell’Italia di incidere sul conflitto, l’approvazione della mozione è importante perché in qualche modo certifica la posizione del nostro Paese su uno stop temporaneo agli attacchi israeliani. «La nostra decisione di astenerci sul cessate il fuoco proposto del PD nasce dal fatto che sappiamo che in questa guerra, come in tutte, le vittime principali sono i civili e certamente dobbiamo pensare a loro», ha detto il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe, tra i firmatari della mozione unitaria del centrodestra. «La nostra astensione non cambia comunque la nostra posizione in merito alle responsabilità di questo conflitto: c’è un aggredito, Israele, e c’è un aggressore, Hamas, e questo per noi non si può mettere in discussione».

«Ora bisogna vedere se il governo passerà dalle parole ai fatti, perché sul piano teorico l’intenzione c’è, ma sappiamo che le mozioni non hanno lo stesso valore di una legge», ha commentato a Pagella Politica il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, che comunque si dice «soddisfatto per la scelta della maggioranza di astenersi sul cessate il fuoco, permettendo il via libera a quella parte della mozione del PD». «Avremmo voluto però che si concordasse anche sulla necessità di dire apertamente che l’Italia è favorevole alla costruzione di uno stato di Palestina e alle indagini su eventuali crimini di guerra», ha aggiunto Bonelli.

Anche per il deputato del PD Gianni Cuperlo il voto alla Camera è stato «un buon passo avanti da parte della maggioranza di fronte all’immane tragedia che sta succedendo in Medio Oriente». Secondo Cuperlo il risultato è importante «soprattutto alla luce del fatto che non poco tempo il governo Meloni si era astenuto all’Onu sulla richiesta di una tregua umanitaria». Il 27 ottobre e il 12 dicembre scorso l’Italia si è astenuta, insieme a diversi Paesi europei e del G7, dalle votazioni su due risoluzioni, approvate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per chiedere una tregua umanitaria a Gaza.

 

[1] La votazione sulla mozione di Azione è la 17.

[2] La votazione sulla mozione del centrodestra è la 21.

[2] Le votazioni sulla mozione del Partito Democratico vanno dalla 1 alla 6.

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