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Sì, la maggioranza dei Paesi Ue e G7 si è astenuta sulla risoluzione Onu per la tregua a Gaza

| 30 ottobre 2023
La dichiarazione
«[L’astensione sulla risoluzione Onu su Gaza] è stata la posizione della gran parte dei Paesi del Consiglio europeo, dei Paesi europei e di quelli del G7»
Fonte: Ansa | 28 ottobre 2023
Pagella Politica
Verdetto sintetico
La presidente del Consiglio ha ragione.
In breve
  • Il 27 ottobre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che, tra le altre cose, chiede una tregua umanitaria a Gaza. TWEET
  • L’Italia si è astenuta, così come altri 14 Paesi Ue e quattro Paesi del G7. TWEET
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Il 28 ottobre, durante la sua visita nelle Marche, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha giustificato la decisione dell’Italia di astenersi dalla votazione su una risoluzione, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per chiedere una tregua umanitaria a Gaza.

Secondo Meloni l’astensione è stata la posizione adottata dalla «grande parte» dei Paesi europei e di quelli membri del G7.

Al di là del giudizio politico sulla scelta del governo italiano, abbiamo verificato come è andata la votazione e la presidente del Consiglio ha detto la verità.

La risoluzione dell’Onu su Gaza

Come spiega il sito ufficiale delle Nazioni Unite, le risoluzioni sono documenti con cui l’Assemblea generale, a cui partecipano tutti gli Stati membri dell’organizzazione, esprime formalmente la propria opinione o posizione su un tema. In generale quello che viene stabilito da una risoluzione non è vincolante, anche se negli anni sono state date varie interpretazioni da parte degli esperti. Al di là di ciò, le votazioni su una determinata risoluzione hanno il loro peso, dal momento che mostrano comunque da un punto di vista politico quali sono le posizioni dei Paesi su determinati temi.

Il 27 ottobre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione per chiedere a tutte le parti in causa nell’attuale conflitto che siano rispettati «immediatamente e pienamente» gli obblighi previsti dalle leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani, «in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili». Il testo ha anche chiesto la protezione del personale umanitario e di consentire l’ingresso di aiuti per tutti i civili. Ricordiamo che dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, l’esercito israeliano ha iniziato un continuo bombardamento della Striscia di Gaza, dove vivono oltre 2 milioni di persone, più del 40 per cento delle quali ha meno di 14 anni di età.  

Il testo della risoluzione chiede inoltre il «rilascio immediato e incondizionato» di tutti i civili tenuti illegalmente come prigionieri. Secondo le stime più aggiornate dell’esercito israeliano, oltre 200 persone sono al momento ancora ostaggio di Hamas, l’organizzazione politico-religiosa islamista che governa la Striscia di Gaza dal 2007.

La votazione

La risoluzione dell’Onu è stata approvata con il voto favorevole di 120 Paesi, 14 hanno votato contro mentre in 45 si sono astenuti, tra cui l’Italia. 

Tra i sette Stati membri del G7 si sono astenuti, oltre al nostro Paese, il Canada, il Giappone, il Regno Unito e la Germania. Gli Stati Uniti hanno votato contro, la Francia ha votato a favore. 

Per quanto riguarda i 27 Stati membri dell’Unione europea, si sono astenuti in 15, comprese l’Italia e la Germania: Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Svezia. A favore della risoluzione hanno votato Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Malta, Lussemburgo, Belgio e Slovenia. A questi si aggiungono i voti contrari di Austria, Croazia, Repubblica Ceca e Ungheria.
Immagine 1. I voti dei Paesi nell’Assemblea generale dell’Onu sulla risoluzione per Gaza – Fonte: Onu
Immagine 1. I voti dei Paesi nell’Assemblea generale dell’Onu sulla risoluzione per Gaza – Fonte: Onu
Prima della votazione finale sulla risoluzione, non è passato un emendamento proposto dal Canada, che non è riuscito a ottenere la maggioranza dei due terzi dei votanti. Questo emendamento chiedeva che la risoluzione respingesse e condannasse «inequivocabilmente gli attacchi terroristici di Hamas avvenuti in Israele a partire dal 7 ottobre 2023 e la cattura degli ostaggi». In questo caso i voti favorevoli erano stati 88, quelli contrari 55 e quelli astenuti 23. 

Tutti i Paesi membri del G7 e dell’Unione europea avevano votato a favore dell’emendamento.
Immagine 2. I voti dei Paesi nell’Assemblea generale dell’Onu sull’emendamento della risoluzione per Gaza – Fonte: Onu
Immagine 2. I voti dei Paesi nell’Assemblea generale dell’Onu sull’emendamento della risoluzione per Gaza – Fonte: Onu
«Stiamo cercando di mantenere l’equilibrio, e sia il voto a favore sia quello contrario sarebbero stati voti che spostavano l’Italia rispetto alla posizione che sta tenendo», ha commentato Meloni. «È stato giusto tenere la posizione più equilibrata rispetto all’obiettivo di impedire una escalation del conflitto, la cosa più responsabile che si possa fare ora». Secondo la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein la scelta del governo italiano è stata invece un «errore» e la risoluzione andava sostenuta.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni l’astensione sulla risoluzione dell’Onu per Gaza «è stata la posizione della gran parte dei Paesi del Consiglio europeo, dei Paesi europei e di quelli del G7». Abbiamo verificato e la presidente del Consiglio ha ragione.

Il 27 ottobre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che, tra le altre cose, chiede una tregua umanitaria a Gaza. L’Italia si è astenuta, così come altri 14 Paesi Ue e quattro Paesi del G7.

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