Negli ultimi giorni, alcuni promotori dei referendum dell’8 e 9 giugno su cittadinanza e lavoro – tra cui il segretario di Più Europa Riccardo Magi e il sindacato CGIL – hanno letto come un invito alla partecipazione al voto il discorso pronunciato il 25 aprile dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In quell’occasione, Mattarella ha lanciato un appello a non arrendersi «all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità». Secondo Magi e Landini, queste parole andrebbero contrapposte a quelle del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha dichiarato di voler fare «propaganda» a sostegno dell’astensionismo.
Ma davvero Mattarella ha voluto prendere posizione sui referendum? In realtà, il suo discorso non faceva riferimento esplicito al voto di giugno. E da quando è stato eletto presidente della Repubblica, Mattarella non ha mai fatto appelli espliciti per alcun referendum.
Per capire meglio la sua posizione, può essere utile guardare al passato. Prima di diventare capo dello Stato, Mattarella ha difeso più volte la legittimità per gli elettori di scegliere di non votare ai referendum abrogativi.
Ma davvero Mattarella ha voluto prendere posizione sui referendum? In realtà, il suo discorso non faceva riferimento esplicito al voto di giugno. E da quando è stato eletto presidente della Repubblica, Mattarella non ha mai fatto appelli espliciti per alcun referendum.
Per capire meglio la sua posizione, può essere utile guardare al passato. Prima di diventare capo dello Stato, Mattarella ha difeso più volte la legittimità per gli elettori di scegliere di non votare ai referendum abrogativi.