L’ex ministro dell’Università Gaetano Manfredi sarà il candidato sindaco di Pd, M5s e Leu per Napoli. Nove giorni dopo la lettera in cui annunciava il suo “no, grazie” a causa della disastrosa situazione finanziaria del comune, Manfredi ci ha ripensato.
Per convincere l’ex rettore dell’Università Federico II i leader dei dei tre partiti – Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza – hanno firmato un “Patto per Napoli”, un documento unitario in cui si impegnano a rendere sostenibile il debito del comune e rilanciare il capoluogo partenopeo.
Con il sì di Manfredi, l’alleanza fra Movimento 5 stelle e centrosinistra ha preso forma almeno in una delle grandi città che andranno al voto in autunno, dopo il fallimento degli accordi a Roma e Torino.
Vediamo i dettagli.
Che cosa prevede il “Patto per Napoli”
Il 27 maggio il segretario del Pd Enrico Letta, il leader del M5s Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza, a capo di Articolo Uno (il partito alla base del gruppo parlamentare Liberi e uguali), hanno siglato un “Patto per Napoli”.
Il documento programmatico si base su tre interventi per risolvere la grave situazione finanziaria della città (un passivo da 5 miliardi, secondo Manfredi). Al primo punto c’è la proposta di una gestione commissariale del debito.
L’obiettivo sarebbe quello di introdurre due gestioni separate, sul modello della legge “Salva Roma” che nel 2008 permise alla Capitale di non dichiarare il dissesto: un commissario del governo prenderebbe in carico tutti i debiti pregressi – fino a una certa data, ancora da stabilire – e agli organi del comune rimarrebbe invece la gestione ordinaria, alleggerita dalle passività.
Il commissariamento – secondo l’ipotesi dei tre partiti – dovrebbe essere finanziato con almeno 150 milioni l’anno, per lo più provenienti dalle casse statali.
La seconda proposta riguarda il Fondo di sostegno per l’equilibrio dei bilanci degli enti locali, istituito dal “Decreto Sostegni bis” (art. 52) a maggio 2021. Il “Patto per Napoli” vorrebbe portare la dotazione del fondo dai 500 milioni attuali a un miliardo all’anno, per aiutare non solo il capoluogo partenopeo, ma anchegli altri 670 enti locali a rischio fallimento (secondo un’elaborazione del progetto True numbers basata sui dati della Corte dei Conti).
Il terzo intervento sarebbe infine piano straordinario per l’assunzione di personale da parte degli enti locali, che «appare necessario ed urgente – si legge nel documento – alla luce della evidente carenza della loro capacità amministrativa di riscuotere le proprie entrate, gestire il proprio patrimonio e soprattutto di programmare e gestire le risorse europee e nazionali per finalità di investimento è storicamente insufficiente, soprattutto nelle regioni del centro-sud». Lo stesso Manfredi, nella sua lettera di rifiuto, aveva definito la macchina amministrativa «povera di personale e competenze indispensabili».
Su questi tre pilastri Pd, M5s e Leu hanno costruito la propria alleanza per Napoli. Tuttavia – va notato – si tratterebbe di tre interventi legislativi dello Stato centrale (con i soldi, perlopiù, dello Stato centrale), e dunque in mano al governo. Dove, per ora, i tre partiti non sono soli e non hanno la guida dell’esecutivo.
Il risultato politico
Gaetano Manfredi, per ora, è l’unico volto a incarnare il patto fra Partito democratico e Movimento 5 stelle, fin dal primo turno, nella partita delle comunali d’autunno nelle grandi città.
La candidatura dell’ex ministro dell’Università, in particolare, è stata fortemente voluta da Giuseppe Conte, il primo ad annunciare il sì ufficiale di Manfredi e il “Patto per Napoli”, il 27 maggio: «Il Movimento 5 Stelle, Pd e Leu – ha commentato l’ex premier su Facebook – sono al suo fianco e sostengono un percorso che vuole assicurare alla città un solido cammino di sviluppo».
«Il 27 maggio 2021 è una bella giornata per Napoli dopo tanto tempo di fatica politica – si è aggiunto il segretario del Pd Enrico Letta – Sono un grande tifoso di Manfredi, credo che sarà un grande sindaco, il sindaco della ricostruzione di Napoli».
Dall’altra parte, il candidato del centrodestra Catello Maresca, sostituto procuratore di Napoli in aspettativa, ha subito dato il via alla competizione elettorale. «La candidatura di Manfredi? Da un lato sono contento per la statura dell’avversario – ha commentato Maresca – dall’altro sono sorpreso dalle motivazioni, perché se l’ex rettore è riuscito a trovare 5 miliardi in 5 giorni siamo di fronte a Mandrake, non a Manfredi».
Giustizia
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