Il 7 agosto, in un’intervista con Domani, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha commentato il problema della sicurezza e degli infortuni sul lavoro. Tra le altre cose, Landini ha detto che nel nostro Paese ci sono in media tre decessi sul lavoro ogni giorno e che oggi «si muore come si moriva trenta» o «forse quarant’anni fa».
Il tema è tornato di attualità negli ultimi mesi in seguito a diversi casi di cronaca legati a decessi avvenuti sul luogo di lavoro, come quello di Luana d’Orazio, ventiduenne deceduta lo scorso maggio mentre lavorava in un’azienda tessile in provincia di Prato (Toscana), o Laila El Harim, rimasta vittima a inizio agosto di un macchinario in un’azienda modenese.
Su questi temi, il confronto con il passato è un po’ un chiodo fisso di Landini: negli ultimi anni abbiamo verificato più volte le sue affermazioni in merito, per esempio a maggio 2019 e a ottobre 2019. Nel primo caso il segretario aveva sostenuto che i morti sul lavoro avevano raggiunto una media di 2,5 al giorno, un dato da lui definito «senza precedenti». Se il numero citato era corretto, questo rimaneva comunque migliore rispetto al passato. Pochi mesi dopo aveva invece affermato che i decessi erano tornati ai livelli di «quaranta-cinquanta anni fa», informazione anche questa infondata.
Ma ha ragione adesso il segretario, affermando che in Italia ci sono tre decessi al giorno sul lavoro e quindi si muore come trenta o quarant’anni fa? Abbiamo verificato: se la media giornaliera è corretta, Landini sbaglia ancora nel confrontare i numeri attuali con quelli dei decenni passati.
Il tema è tornato di attualità negli ultimi mesi in seguito a diversi casi di cronaca legati a decessi avvenuti sul luogo di lavoro, come quello di Luana d’Orazio, ventiduenne deceduta lo scorso maggio mentre lavorava in un’azienda tessile in provincia di Prato (Toscana), o Laila El Harim, rimasta vittima a inizio agosto di un macchinario in un’azienda modenese.
Su questi temi, il confronto con il passato è un po’ un chiodo fisso di Landini: negli ultimi anni abbiamo verificato più volte le sue affermazioni in merito, per esempio a maggio 2019 e a ottobre 2019. Nel primo caso il segretario aveva sostenuto che i morti sul lavoro avevano raggiunto una media di 2,5 al giorno, un dato da lui definito «senza precedenti». Se il numero citato era corretto, questo rimaneva comunque migliore rispetto al passato. Pochi mesi dopo aveva invece affermato che i decessi erano tornati ai livelli di «quaranta-cinquanta anni fa», informazione anche questa infondata.
Ma ha ragione adesso il segretario, affermando che in Italia ci sono tre decessi al giorno sul lavoro e quindi si muore come trenta o quarant’anni fa? Abbiamo verificato: se la media giornaliera è corretta, Landini sbaglia ancora nel confrontare i numeri attuali con quelli dei decenni passati.