La storia dei presidenti della Repubblica, in 12 ritratti e quattro grafici

Ansa
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In 74 anni di storia repubblicana, al Quirinale si sono succeduti dodici capi di Stato, a cui presto se ne aggiungerà un tredicesimo. Il prossimo 24 gennaio inizieranno infatti le votazioni per eleggere il sostituto di Sergio Mattarella nel ruolo di presidente della Repubblica.

Ogni mandato viene ricordato per episodi, intrighi e vicende che hanno caratterizzato la storia d’Italia. Ma numeri alla mano, qual è stato il partito più rappresentato al Colle? Qual è stato il presidente della Repubblica che, tra le altre cose, ha incaricato più presidenti del Consiglio o che ha graziato più condannati? Alcune risposte sono meno scontate del previsto.

L’identikit dei presidenti

Il primo inquilino del Quirinale, il liberale Enrico De Nicola, ha servito come capo provvisorio dello Stato dal luglio del 1946 al dicembre del 1947, per poi assumere il titolo di presidente della Repubblica a partire dall’entrata in vigore della nuova Costituzione, il 1° gennaio 1948.

Tra le fila del partito liberale è stato scelto anche il suo successore, Luigi Einaudi, dopo il quale si è poi aperta la grande stagione della Democrazia cristiana, che ha espresso quasi la metà di tutti i presidenti della Repubblica, cinque su dodici: Giovanni Gronchi, Antonio Segni, Giovanni Leone, Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro.

In mezzo agli eletti delle Dc ci sono stati il socialdemocratico Giuseppe Saragat (1964-1971) e il socialista Sandro Pertini (1978-1985). Entrambi erano stati condannati a morte negli anni del fascismo, ma insieme ad altri compagni sono riusciti a evadere dal carcere romano di Regina Coeli, nella notte del 24 gennaio 1944, sfuggendo all’esecuzione.

Fino ad oggi l’unico presidente della Repubblica a essere stato rieletto è stato Giorgio Napolitano, in carica una prima volta tra il 2006 e il 2013 e poi nuovamente fino al 2015, quando si è dimesso, aprendo la strada all’elezione di Mattarella.

Napolitano ha cominciato il suo secondo mandato a 86 anni, diventando il presidente più anziano al momento dell’elezione, mentre Cossiga è stato il più giovane, con 56 anni.

Quattro presidenti su dodici provenivano da regioni del Nord Italia, due dal Centro e sei dal Sud e isole. Il titolo di studio più diffuso tra i presidenti della Repubblica è stata la laurea in giurisprudenza, conseguita da otto capi di Stato, tra cui Mattarella.

I poteri del capo dello Stato

Per quanto riguarda le sue funzioni, la Costituzione attribuisce (art. 87) al presidente della Repubblica una serie di poteri. Tra le altre cose, il capo dello Stato può concedere la grazia ai condannati e nominare il presidente del Consiglio, i giudici costituzionali e i senatori a vita. Come mostra il Grafico 1 (dal menù a tendina sono consultabili quattro grafici diversi) i vari presidenti della Repubblica hanno esercitato in maniera più o meno estesa questi poteri.
Grafico 1. Presidenti del consiglio, giudici della Corte costituzionale e senatori a vita nominati, grazie concesse – Fonte: elaborazioni di Pagella Politica
Chi ha incaricato più presidenti del Consiglio

Il presidente democristiano Leone e il socialista Pertini hanno nominato ben otto presidenti del Consiglio a testa: un record per l’Italia repubblicana. Al contrario, De Nicola e Segni hanno entrambi dato il proprio benestare soltanto a tre esecutivi. Nel settennato di Mattarella si sono invece succeduti quattro governi, quelli di Paolo Gentiloni, di Giuseppe Conte (con due mandati consecutivi) e infine di Mario Draghi.

Ad oggi i presidenti del Consiglio scelti per guidare il maggior numero di governi sono stati i democristiani Alcide De Gasperi e Giulio Andreotti, entrambi al vertice di sette esecutivi. De Gasperi in realtà ne ha guidati ben otto ma il primo, tra il 1945 e il 1946, è precedente all’inizio dell’era repubblicana. I numerosi incarichi gli furono affidati dai primi due presidenti, De Nicola ed Einaudi.

Tra il 1972 e il 1992 Andreotti ha ricevuto l’incarico da tre presidenti (LeonePertini e Cossiga), registrando il primato in questa speciale classifica.

Chi ha nominato più giudici

Benché prevista dalla Costituzione del 1948, la Corte Costituzionale è entrata in funzione solo nel 1955. Proprio in quell’anno è cominciato anche il mandato di Gronchi, che infatti ha nominato nove giudici.

Oltre a De Nicola ed Einaudi, entrambi predecessori di Gronchi, fino ad oggi soltanto Segni non ha nominato alcun giudice costituzionale. Mattarella ne ha nominati due: Francesco Viganò nel 2018 ed Emanuela Navarretta nel 2020.

Chi ha nominato più senatori a vita

La tendenza si inverte se guardiamo al numero di senatori a vita nominati dai capi dello Stato. Einaudi ne ha nominati otto, mentre Gronchi, Leone e Mattarella, soltanto uno a testa. Nel caso di Mattarella si tratta di Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz e senatrice a vita dal 19 gennaio 2018. Scalfaro è stato invece l’unico presidente della Repubblica a non aver nominato nessun senatore a vita.

Ricordiamo che l’incarico di senatore a vita rappresenta un’eccezione nello scenario internazionale: in nessun altro parlamento siedono infatti membri nominati direttamente dal capo dello Stato, con mandato senza scadenza e che possono votare la fiducia o la sfiducia al governo. Al momento l’unico senatore a vita a essersi mai dimesso dal suo incarico è stato il direttore d’orchestra Arturo Toscanini, nominato il 5 dicembre 1949 e dimessosi due giorni dopo.
Chi ha concesso più grazie

Infine, ricordiamo che secondo l’articolo 87 della Costituzione il presidente della Repubblica può «concedere grazie e commutare pene», estinguendo quindi in tutto in parte una sentenza di condanna altrimenti irrevocabile. La procedura per la concessione della grazia viene gestita dal ministro della Giustizia e in ultima istanza dal capo dello Stato, a cui spetta la decisione finale.

Per quanto riguarda il numero di provvedimenti di clemenza, un presidente si colloca nettamente sopra tutti gli altri. Einaudi, in carica tra il 1948 e il 1955, ha concesso la grazia a 15.578 persone. Il numero va però inquadrato nel contesto storico dell’epoca, caratterizzato dalla recente fine della seconda guerra mondiale e del regime fascista.

Al contrario, il presidente che ha concesso meno grazie di tutti è stato Napolitano, con 23 procedimenti. A dicembre scorso sono arrivate le sette clemenze più recenti, firmate da Mattarella.

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