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Il 28 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di Bilancio per il 2022, una delle leggi più importanti dello Stato perché spiega nel dettaglio come saranno spese le risorse pubbliche e per quali voci.
A 11 giorni dal via libera del governo il testo del disegno di legge non è però ancora arrivato in Parlamento, dove andrà esaminato e approvato da Camera e Senato prima della fine dell’anno.
Da tempo i governi accumulano ritardi sulla manovra finanziaria, ma gli indugi dell’esecutivo guidato da Mario Draghi sono tra i più ampi degli ultimi anni.
Che cosa sta succedendo
Come abbiamo spiegato in passato, le regole nazionali ed europee stabiliscono che il governo presenti la legge di Bilancio in Parlamento entro il 20 ottobre di ogni anno e che la sua approvazione arrivi entro il 31 dicembre. Se il via libera non dovesse avvenire entro quella data, si entrerebbe in un limbo, il cosiddetto “esercizio provvisorio”. In questo caso la spesa pubblica sarebbe permessa per dodicesimi. Tradotto in parole semplici, si prende la previsione di spesa fatta dal governo nella legge di Bilancio dell’anno precedente e la si divide per dodici mesi. Il risultato rappresenta il tetto di spesa mensile per un massimo di quattro mesi.
Il tema delle tempistiche non è secondario nel corretto funzionamento della nostra democrazia. Meno giorni ha a disposizione il Parlamento per esaminare e discutere il disegno di legge di Bilancio, minore è il contributo che possono dare i parlamentari per modificare il testo.
La scadenza del 20 ottobre è comunque stata sempre concepita in maniera piuttosto flessibile. Guardiamo che cosa è successo dal 2016 in poi, anno in cui le regole per la stesura delle legge di bilancio sono cambiate. Nel 2017 il testo è stato presentato al Senato il 29 ottobre, nel 2018 il 31 ottobre alla Camera e nel 2019 il 2 novembre al Senato. Il 2020 è stato invece un anno un po’ a sé. L’anno scorso la legge di Bilancio per il 2021 è stata infatti presentata alla Camera il 18 novembre 2020 e il forte ritardo era dovuto all’aggravarsi dell’epidemia di coronavirus. A inizio novembre l’approvazione del cosiddetto “decreto Ristori” – che mobilitava circa 5 miliardi di euro – aveva di fatto costretto il governo a ritardare la presentazione della manovra finanziaria, come avevamo spiegato più nel dettaglio in una nostra analisi.
Se il governo Draghi dovesse presentare in Parlamento il disegno di legge di Bilancio entro il prossimo 18 novembre, avrebbe comunque superato i ritardi dei governi registrati tra il 2017 e il 2019.
Curiosità: come si può notare, la prassi prevede che ogni anno l’esame della manovra cominci da un ramo diverso del Parlamento, in alternanza. Non è un fattore da poco: la camera che inizia per prima l’analisi del testo di solito finisce per essere quella con meno potere di modifica. Una volta che il testo della legge di Bilancio viene approvato in prima lettura, poi passa alla seconda camera, che solitamente trasforma il contenuto del disegno di legge in un unico articolo, con centinaia di commi. Visto che in Italia lo stesso testo di legge deve essere approvato nella forma identica da entrambe le camere, il provvedimento ritorna alla prima camera che ha esaminato il testo. Con la scadenza della fine dell’anno alle porte, la possibilità di modifica si riduce moltissimo (in caso il testo venisse cambiato dovrebbe ritornare alla seconda camera).
Come mai anche il governo Draghi ci sta mettendo così tanto?
Perché anche quest’anno il governo è in ritardo
Secondo fonti stampa, la presentazione del disegno di legge di Bilancio in Parlamento sarebbe attesa tra martedì 9 novembre e giovedì 11 novembre. Ma c’è ancora parecchia incertezza sulle tempistiche. Nonostante l’approvazione del testo in Consiglio dei ministri, ci sono ancora dei nodi da sciogliere all’interno della maggioranza. Visto che l’anno scorso il testo è stato esaminato in prima lettura dalla Camera, quest’anno il provvedimento dovrebbe iniziare il suo iter legislativo in Senato. Prima però serve il via libera della Ragioneria di Stato – un organo del Ministero dell’Economia e delle Finanza, che controlla la solidità delle coperture economiche – che può arrivare solo a testo completo.
Quali sono i problemi ancora da risolvere? Secondo diversi quotidiani, i bonus nel settore dell’edilizia, la stretta dei controlli sul reddito di cittadinanza e le pensioni (qui ne abbiamo scritto più nel dettaglio) sono ancora al centro delle trattative dei partiti che sostengono il governo Draghi. Il 9 novembre, nella sua edizione cartacea, Il Sole 24 Ore ha scritto che su alcune misure – come il bonus affitti per i giovani e il piano di sviluppo per gli asili nido – il testo presentato in Consiglio dei ministri è già stato modificato, tanto che non si esclude un nuovo passaggio del documento a Palazzo Chigi, prima della presentazione in Senato.
In conclusione
Entro la fine dell’anno va approvato il disegno di legge di Bilancio per il 2022. Lo scorso 28 ottobre il governo ha approvato il testo in Consiglio dei ministri, ma negli 11 giorni successivi il provvedimento non è ancora arrivato in Parlamento.
Ad oggi l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha accumulato un ritardo superiore a quelli del 2017, 2018 e 2019. Nel 2020, complice il peggioramento dell’epidemia di coronavirus, il disegno di legge di Bilancio era stato presentato alla Camera il 18 novembre.
Quest’anno tocca al Senato fare la prima lettura del testo. In queste ore però la maggioranza deve risolvere ancora alcuni nodi, in particolare sui bonus edilizia, il reddito di cittadinanza e le pensioni.