Il Movimento 5 stelle ha sospeso il voto sulla piattaforma Rousseau con cui gli attivisti avrebbero confermato o respinto la partecipazione al nascente governo Draghi.
Lo stop è arrivato con un video del garante Beppe Grillo nella tarda serata del 9 febbraio, dopo la conclusione del secondo giro di consultazioni del premier incaricato con i gruppi parlamentari.
Questa mattina l’indicazione di Grillo è stata formalizzata da una breve comunicazione del capo politico reggente Vito Crimi sul Blog delle stelle: «Il voto sul governo previsto dalle ore 13.00 di oggi è temporaneamente sospeso. I nuovi orari di inizio e termine votazione saranno successivamente comunicati». Nessun dettaglio aggiuntivo.
L’incarico all’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha creato grandi tensioni all’interno di un Movimento 5 stelle già prima frammentato e alla ricerca di una nuova leadership.
Vediamo insieme che cosa sta succedendo all’interno della prima forza politica, numericamente, nel Parlamento italiano.
Il video di Grillo
Il 9 febbraio Beppe Grillo ha pubblicato sul proprio blog un post in cui si annunciava il rinvio del voto su Rousseau, alla vigilia dell’apertura delle votazioni. «Dopo le consultazioni con il Presidente incaricato, l’Elevato Beppe Grillo ha qualcosa da dire»: con questa didascalia il video all’interno del post è stato rilanciato anche alle 21.44 dalla pagina ufficiale del Movimento 5 stelle.
«Mi aspettavo il banchiere di Dio, invece è un grillino», ha ironizzato Grillo nel video, prima di arrivare al cuore politico della questione: «Non deve entrarci la Lega perché la Lega di ambiente non ha mai capito una mazza di niente e lui mi ha detto “non lo so, vediamo, vediamo, vediamo”». E poi ancora: «Mi ha detto “ha ragione su tutto”, è d’accordo su questi temi su tutto, però io… un momento, domani votare su questa roba… aspettiamo un attimo, perché lui adesso, domani, non ha finito le conferenze. Aspettiamo lui che pubblicamente dirà cosa vuol fare».
Il garante del Movimento 5 stelle vuole quindi aspettare che Draghi prenda un impegno pubblico su quello che si sono detti finora nei due giri di consultazione. Il timore di Grillo è che gli attivisti confermino un governo che, alla fine dei giochi, potrebbe essere prettamente tecnico (cioè senza ministri espressi dai partiti). E dall’altra parte, qualche giorno in più potrebbe anche essere necessario per convincere una base di attivisti che vede Mario Draghi come espressione di un establishment da cui diffidare. Soprattutto dopo il percorso accidentato che nelle ultime settimane ha portato il Movimento a spostarsi velocemente fra “no-sì-forse”.
Di fatto i vertici e i parlamentari hanno già dato la propria benedizione al nuovo governo Draghi. Resta da attendere la convalida della piattaforma Rousseau, che a questo punto potrebbe essere rimandata a venerdì.
C’è comunque una minoranza che rimane sul fronte del no.
Il V-day degli anti-Draghi
I contrari si sono fatti sentire soprattutto online. Il 9 febbraio alle 21 si è tenuta una riunione su Zoom con un chiaro richiamo alle origini: «V-Day: No governo Draghi». L’evento virtuale è stato organizzato da Luca Di Giuseppe, facilitatore regionale della Campania.
L’aspetto rilevante è che l’incontro online ha visto la partecipazione di una ventina di parlamentari M5s, fra cui la senatrice Barbara Lezzi, da sempre vicina ad Alessandro Di Battista, il capofila del no al governo Draghi. La posizione dell’ex deputato, ieri intervistato su Facebook dal giornalista Andrea Scanzi, in realtà si è ammorbidita (e così quella dei parlamentari a lui più vicini) suggerendo agli indecisi l’ipotesi di astenersi. Cambierebbe poco ai fini della fiducia a Mario Draghi, ma è un segnale significativo per la salute del Movimento: il dissenso potrebbe non portare a una frattura insanabile. Di Battista ha comunque chiarito che sulla piattaforma Rousseau voterà no all’accordo per il governo Draghi e se il resto del M5s promuoverà il sì, intende «fare delle valutazioni».
In conclusione
L’incarico all’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha creato grandi tensioni all’interno di un Movimento 5 stelle sempre più frammentato e alla ricerca di una nuova leadership.
La consultazione sulla piattaforma Rousseau per validare o bocciare il nascente governo Draghi è stato sospesa da Beppe Grillo alla vigilia del voto. Il garante vuole che il premier incaricato – silente da quando ha ricevuto il mandato – si esprima pubblicamente sulle sue intenzioni rispetto all’esecutivo che sta costruendo.
Rimane comunque una frangia di contrari, fra i quali la voce più forte è quella di Alessandro Di Battista. L’ex deputato voterà no all’accordo per la formazione del governo Draghi, ma ha suggerito agli indecisi di valutare l’astensione anziché il voto contrario.
Non si sa ancora quando si potrebbe tenere la consultazione online sulla piattaforma Rousseau. L’ipotesi più accreditata è che sia rinviata a venerdì.
Giustizia
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