Aggiornamento 24 gennaio, 9.30 – In seguito alla morte del deputato Vincenzo Fasano (Forza Italia), il numero dei “grandi elettori” potrebbe scendere a 1.008, nel caso in cui non si dovesse riuscire a proclamare in tempo il sostituto. Nei primi tre scrutini, il quorum scenderebbe da 673 a 672 voti.
Aggiornamento 14 gennaio 2022, ore 13.30 – il 12 gennaio il senatore Adriano Cairo, eletto nella circoscrizione del Sudamerica e decaduto per brogli elettorali, è stato sostituito ufficialmente dal senatore Fabio Porta (Pd).
Da alcune settimane l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, prevista per fine gennaio 2022, occupa un ruolo di primo piano nel dibattito politico italiano. Sui giornali e sui social diversi parlamentari e leader di partito hanno infatti iniziato a rilasciare dichiarazioni sul tema, in particolare sui numeri dei possibili schieramenti in Parlamento.
Per esempio il 19 dicembre, in un’intervista con La Nazione, il leader di Italia viva Matteo Renzi ha dichiarato che ad oggi il centrodestra, sebbene non abbia «né una strategia né il candidato» per il sostituto di Sergio Mattarella, ha comunque più voti di quanti poteva disporre il suo Partito democratico nelle scorse elezioni del presidente della Repubblica del 2015.
È vero: secondo le elaborazioni di Pagella Politica, se tutti i partiti di destra e centrodestra unissero le forze, potrebbero al momento contare su almeno 450 voti, sei in più di quanti ne aveva da solo il Pd nel 2015. È però anche vero che se Pd, Movimento 5 stelle, Liberi e uguali e Italia viva votassero compatti, insieme agli altri parlamentari dell’area di centrosinistra, potrebbero al momento contare su dieci voti in più di quelli del centrodestra.
Entrambi i due schieramenti sarebbero comunque lontani dalla soglia per eleggere, per così dire “da soli”, il nuovo capo dello Stato, fissata a 505 voti dal quarto scrutinio in poi.
Al di là della dichiarazione di Renzi (su cui torneremo più avanti) vediamo più nel dettaglio i numeri in campo, partendo da un breve ripasso delle regole.
Aggiornamento 14 gennaio 2022, ore 13.30 – il 12 gennaio il senatore Adriano Cairo, eletto nella circoscrizione del Sudamerica e decaduto per brogli elettorali, è stato sostituito ufficialmente dal senatore Fabio Porta (Pd).
***
Vota la peggiore dichiarazione dell’anno, partecipa alla Pagella Cup 2021.
Da alcune settimane l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, prevista per fine gennaio 2022, occupa un ruolo di primo piano nel dibattito politico italiano. Sui giornali e sui social diversi parlamentari e leader di partito hanno infatti iniziato a rilasciare dichiarazioni sul tema, in particolare sui numeri dei possibili schieramenti in Parlamento.
Per esempio il 19 dicembre, in un’intervista con La Nazione, il leader di Italia viva Matteo Renzi ha dichiarato che ad oggi il centrodestra, sebbene non abbia «né una strategia né il candidato» per il sostituto di Sergio Mattarella, ha comunque più voti di quanti poteva disporre il suo Partito democratico nelle scorse elezioni del presidente della Repubblica del 2015.
È vero: secondo le elaborazioni di Pagella Politica, se tutti i partiti di destra e centrodestra unissero le forze, potrebbero al momento contare su almeno 450 voti, sei in più di quanti ne aveva da solo il Pd nel 2015. È però anche vero che se Pd, Movimento 5 stelle, Liberi e uguali e Italia viva votassero compatti, insieme agli altri parlamentari dell’area di centrosinistra, potrebbero al momento contare su dieci voti in più di quelli del centrodestra.
Entrambi i due schieramenti sarebbero comunque lontani dalla soglia per eleggere, per così dire “da soli”, il nuovo capo dello Stato, fissata a 505 voti dal quarto scrutinio in poi.
Al di là della dichiarazione di Renzi (su cui torneremo più avanti) vediamo più nel dettaglio i numeri in campo, partendo da un breve ripasso delle regole.