La siccità che ha colpito l’Europa nel 2022 è stata una delle peggiori degli ultimi 500 anni a causa delle piogge scarse e delle ondate di calore che hanno colpito il continente. In questi primi mesi del 2023 lo svuotamento dei bacini idrici e la mancanza di precipitazioni sta facendo proseguire la carenza di acqua in Italia, tanto che il 1° marzo il governo Meloni ha organizzato un incontro per discutere della possibile «emergenza siccità» e varare un piano di interventi per impedire la crisi.
Alla riunione hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e vari ministri che hanno deciso le strategie con cui il governo affronterà la crisi idrica. Il primo risultato del vertice è stata l’approvazione della proposta di istituire una Cabina di regia, che sarà attivata nei prossimi giorni e avrà il compito di coordinare i lavori tra i ministeri, le regioni e gli enti territoriali per definire un piano idrico straordinario nazionale. La Cabina di regia è una struttura amministrativa che l’esecutivo può creare, coinvolgendo vari ministeri, per coordinare l’azione governativa tra diversi attori politici su una determinata questione. Un esempio di Cabina di regia è quella per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che coordina e dà impulso all’attuazione degli interventi del Pnrr ed è stata istituito dal governo Draghi a ottobre 2021.
A guida della Cabina di regia sull’emergenza idrica ci sarà un commissario straordinario, che avrà poteri esecutivi sull’operato della struttura. Al termine della riunione il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) ha dichiarato però che al momento non è stato individuato un nome e che i commissari potrebbero essere più di uno. «Saranno nomine ad hoc per interventi d’urgenza che permetteranno di superare cavilli burocratici, mentre la Cabina di regia collegherà poteri spezzettati tra ministri ed enti locali per accelerare il sistema», ha detto Fratin.
Inoltre dalla riunione del 1° marzo è emersa la possibilità di varare un nuovo decreto-legge contenente semplificazioni e deroghe, oltre all’avvio di una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile dell’acqua per ridurre gli sprechi. Secondo l’ultima relazione annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), presentata in Parlamento il 15 luglio 2022, le perdite idriche dovute alla dispersione interna agli acquedotti rappresentano il 40,7 per cento del totale dei consumi. A causa di questi sprechi, secondo Istat l’Italia è tra i primi Paesi dell’Unione europea per prelievo di acqua potabile (153 metri cubi annui per abitante).
Il 1° marzo, durante una serie di interrogazioni alla Camera, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha dichiarato (min. 2:32) che il budget a disposizione del governo per fronteggiare la crisi idrica è di «quasi 8 miliardi di euro, che sono lì da qualche anno con l’impossibilità di essere spesi per ragioni burocratiche e normative su cui bisognerà intervenire rapidamente». Stando a diverse fonti stampa, però, la maggioranza non sembra essere del tutto compatta sull’attribuzione di questi fondi. Il 26 febbraio infatti la viceministra dell’Ambiente Vannia Gava (Lega) aveva criticato la proposta di Pichetto Fratin di nominare un commissario per l’emergenza idrica, affermando che «il commissariamento per l’emergenza idrica è il fallimento della politica». «La situazione climatica continua ad essere anomala e le conseguenze ambientali ed economiche sono gravissime, ma la nomina di un commissario, a meno che non si trovi uno sciamano esperto di danza della pioggia, è una scelta sbagliata», aveva aggiunto la viceministra.
In seguito alla riunione interministeriale del 1° marzo però, il partito di Matteo Salvini sembra aver cambiato posizione sulla nomina di un commissario. Il 3 marzo infatti il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha detto che «la scelta del governo di individuare un commissario straordinario consentirà di gestire in modo più efficiente la risorsa idrica ma anche progettare e realizzare invasi e opere strategiche strutturali per il futuro». Inoltre, a poche ore dal termine della riunione, il sottosegretario di Stato con delega alla programmazione e il coordinamento economico Alessandro Morelli (Lega) ha definito «ottimo» il risultato raggiunto dal governo, definendo «fondamentale» l’istituzione della Cabina di regia, che avrà «come protagonista il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini».
In poche parole, la Lega potrebbe aver cambiato idea sulla nomina del commissario, pochi giorni prima definita «una scelta sbagliata», in seguito a una concessione fatta al ministero guidato da Salvini. Alla luce di queste dinamiche, l’ipotesi di nominare più commissari proposta da Pichetto Fratin potrebbe essere dovuta proprio alla volontà del governo di non scontentare i partiti e dividere la gestione dei fondi della Cabina di regia.
Alla riunione hanno partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e vari ministri che hanno deciso le strategie con cui il governo affronterà la crisi idrica. Il primo risultato del vertice è stata l’approvazione della proposta di istituire una Cabina di regia, che sarà attivata nei prossimi giorni e avrà il compito di coordinare i lavori tra i ministeri, le regioni e gli enti territoriali per definire un piano idrico straordinario nazionale. La Cabina di regia è una struttura amministrativa che l’esecutivo può creare, coinvolgendo vari ministeri, per coordinare l’azione governativa tra diversi attori politici su una determinata questione. Un esempio di Cabina di regia è quella per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che coordina e dà impulso all’attuazione degli interventi del Pnrr ed è stata istituito dal governo Draghi a ottobre 2021.
A guida della Cabina di regia sull’emergenza idrica ci sarà un commissario straordinario, che avrà poteri esecutivi sull’operato della struttura. Al termine della riunione il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) ha dichiarato però che al momento non è stato individuato un nome e che i commissari potrebbero essere più di uno. «Saranno nomine ad hoc per interventi d’urgenza che permetteranno di superare cavilli burocratici, mentre la Cabina di regia collegherà poteri spezzettati tra ministri ed enti locali per accelerare il sistema», ha detto Fratin.
Inoltre dalla riunione del 1° marzo è emersa la possibilità di varare un nuovo decreto-legge contenente semplificazioni e deroghe, oltre all’avvio di una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile dell’acqua per ridurre gli sprechi. Secondo l’ultima relazione annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), presentata in Parlamento il 15 luglio 2022, le perdite idriche dovute alla dispersione interna agli acquedotti rappresentano il 40,7 per cento del totale dei consumi. A causa di questi sprechi, secondo Istat l’Italia è tra i primi Paesi dell’Unione europea per prelievo di acqua potabile (153 metri cubi annui per abitante).
Il 1° marzo, durante una serie di interrogazioni alla Camera, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha dichiarato (min. 2:32) che il budget a disposizione del governo per fronteggiare la crisi idrica è di «quasi 8 miliardi di euro, che sono lì da qualche anno con l’impossibilità di essere spesi per ragioni burocratiche e normative su cui bisognerà intervenire rapidamente». Stando a diverse fonti stampa, però, la maggioranza non sembra essere del tutto compatta sull’attribuzione di questi fondi. Il 26 febbraio infatti la viceministra dell’Ambiente Vannia Gava (Lega) aveva criticato la proposta di Pichetto Fratin di nominare un commissario per l’emergenza idrica, affermando che «il commissariamento per l’emergenza idrica è il fallimento della politica». «La situazione climatica continua ad essere anomala e le conseguenze ambientali ed economiche sono gravissime, ma la nomina di un commissario, a meno che non si trovi uno sciamano esperto di danza della pioggia, è una scelta sbagliata», aveva aggiunto la viceministra.
In seguito alla riunione interministeriale del 1° marzo però, il partito di Matteo Salvini sembra aver cambiato posizione sulla nomina di un commissario. Il 3 marzo infatti il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha detto che «la scelta del governo di individuare un commissario straordinario consentirà di gestire in modo più efficiente la risorsa idrica ma anche progettare e realizzare invasi e opere strategiche strutturali per il futuro». Inoltre, a poche ore dal termine della riunione, il sottosegretario di Stato con delega alla programmazione e il coordinamento economico Alessandro Morelli (Lega) ha definito «ottimo» il risultato raggiunto dal governo, definendo «fondamentale» l’istituzione della Cabina di regia, che avrà «come protagonista il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini».
In poche parole, la Lega potrebbe aver cambiato idea sulla nomina del commissario, pochi giorni prima definita «una scelta sbagliata», in seguito a una concessione fatta al ministero guidato da Salvini. Alla luce di queste dinamiche, l’ipotesi di nominare più commissari proposta da Pichetto Fratin potrebbe essere dovuta proprio alla volontà del governo di non scontentare i partiti e dividere la gestione dei fondi della Cabina di regia.