L’11 novembre Fratelli d’Italia ha diffuso un video su Facebook in cui suoi deputati Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli hanno parlato di una proposta di legge costituzionale (depositata già a giugno 2021, prima firma Giorgia Meloni) volta a modificare la parte della Costituzione che parla del fine rieducativo della pena. I due deputati hanno collegato la proposta di Fdi al tema del cosiddetto “ergastolo ostativo” per i mafiosi, che è stato oggetto di alcune recenti decisioni delle corti italiane ed europee.
Nel corso del video vengono però dette una serie di imprecisioni e il messaggio che viene veicolato è completamente fuorviante.
Che cosa dicono la Costituzione e la proposta di Fdi
Il terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione stabilisce che la pena debba avere funzione rieducativa. La proposta di Fdi prevede di aggiungere che «la legge garantisce che l’esecuzione delle pene tenga conto della pericolosità sociale del condannato e avvenga senza pregiudizio per la sicurezza dei cittadini».
Secondo Delmastro questo serve a «mettere il punto sulla sicurezza».
La questione dei mafiosi e dell’ergastolo ostativo
I due esponenti di Fratelli d’Italia sembrano reagire al pericolo che avvengano numerose scarcerazioni di pericolosi criminali, in conseguenza delle sentenze recenti sull’ergastolo ostativo. Nel video, Donzelli chiede infatti a Delmastro se è necessario modificare la Costituzione per stabilire l’ovvietà che «se uno è colpevole sta in galera, se è pericoloso deve rimanere in galera».
Delmastro risponde che ciò è in effetti necessario, perché «i mafiosi li vogliono liberare anche senza che collaborino, perché debbono essere rieducati». Il concetto viene ribadito poco dopo anche da Donzelli, che afferma: «i mafiosi devono essere rieducati e quindi li rimettiamo in libertà».
Il concetto che viene veicolato – che si debba modificare la Costituzione per impedire che i mafiosi vengano liberati, anche se sono pericolosi – è del tutto privo di fondamento. In base all’attuale giurisprudenza costituzionale circa l’art. 4 bis della legge sull’ordinamento penitenziario, la concessione dei benefici è possibile a condizione «dell’insussistenza di un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti». Dunque se il criminale (mafioso o meno) è ritenuto pericoloso, secondo l’attuale ordinamento giuridico non verrà messo in libertà. La legge italiana prevede già adesso che le esigenze di rieducazione vengano bilanciate con le esigenze della sicurezza collettiva.
Ma veniamo all’ergastolo ostativo, di cui parlano i due deputati di Fdi. Secondo Delmastro sarebbe stato stabilito che «non ci deve essere più l’ergastolo ostativo» per i mafiosi. Per cui, dice Delmastro, «dopo aver fatto il mafioso, aver ucciso le persone, sciolto i bambini nell’acido, anche se non collabori con la Giustizia e denunci gli altri, puoi uscire di galera». A conclusione del ragionamento, Donzelli riassume così la posizione di Fdi: «Noi chiediamo che i criminali stiano in galera, se sono pericolosi per la società non escano, e lo facciamo per evitare che ci siano i mafiosi in giro».
Questo messaggio di un’apertura delle porte del carcere per criminali pericolosi, che legittimamente può preoccupare chi lo sentisse, è però sostanzialmente privo di fondamento ed è del tutto fuorviante. Vediamo il perché.
Che cos’è l’ergastolo ostativo e perché se ne parla
Come abbiamo spiegato in due nostre precedenti analisi (qui e qui), con l’espressione “ergastolo ostativo” si intende il particolare tipo di regime carcerario previsto dall’art. 4 bis della legge sull’ordinamento penitenziario, che esclude gli autori di alcuni reati particolarmente gravi (elencati al comma 1 dell’art. 4 bis, tra cui i mafiosi) dall’applicabilità dei benefici penitenziari, nel caso questi non collaborino.
Se, ad esempio, un terrorista o un boss mafioso condannato all’ergastolo non ha collaborato con la giustizia, è impossibile che gli venga concesso il beneficio dei permessi premio o della liberazione condizionale (cioè la sospensione dell’esecuzione della pena che rimane da scontare, a certe condizioni).
Il tema è diventato attuale dopo due sentenze – una della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) di ottobre 2019 e una della Corte Costituzionale di aprile 2021 – che hanno stabilito che l’attuale disciplina dell’ergastolo ostativo sia illegittima. Non l’ergastolo ostativo in sé, sottolineiamo, ma la sua disciplina di dettaglio.
In particolare, secondo i massimi giudici italiani ed europei, sarebbe illegittimo precludere in maniera assoluta al mafioso che non abbia collaborato l’accesso ai benefici di legge. Stabilire un automatismo per cui un ex boss che non collabora è sicuramente ancora un mafioso pericoloso, secondo i giudici, è contrario ai diritti fondamentali dell’uomo. Potrebbe infatti darsi il caso di un boss mafioso che non si penta per il timore concreto di ritorsioni verso i familiari, o altre situazioni analoghe.
Dunque, secondo i giudici costituzionali italiani ed europei sarebbe sufficiente modificare l’attuale disciplina dell’ergastolo ostativo per evitare questo automatismo, per evitare i profili di incostituzionalità e incompatibilità con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Perché la proposta di Fdi sarebbe probabilmente inutile
La proposta di legge costituzionale di Fratelli d’Italia quasi certamente non sarebbe in grado di mettere al riparo l’attuale disciplina dell’ergastolo ostativo dalle censure di illegittimità sollevate dalle corti italiane ed europee.
In primo luogo, se anche venisse modificato l’articolo 27 della Costituzione, ci sarebbe comunque la Convenzione europea dei diritti dell’uomo – che vige anche in Italia – che renderebbe illegittima l’attuale disciplina dell’ergastolo ostativo.
Tuttavia, al di là di questo, anche inserendo le modifiche proposte da Fdi nella Costituzione, non si vede perché i giudici non dovrebbero ritenere illegittimo l’ergastolo ostativo per un boss che si sia chiaramente pentito, non abbia più legami con le organizzazioni criminali – dunque non sia più socialmente pericoloso e non pregiudichi la sicurezza dei cittadini – solo perché in passato non ha collaborato per ragioni ritenute valide dalla magistratura.
E i bambini sciolti nell’acido?
Per quanto riguarda «i bambini sciolti nell’acido» citati da Delmastro, il riferimento sembra essere chiaramente all’ex mafioso Giovanni Brusca, scarcerato di recente.
In questo caso l’esempio è del tutto sbagliato, in quanto Brusca è stato un collaboratore di giustizia che non ha subito l’ergastolo ostativo proprio in virtù della sua collaborazione con la magistratura.
In conclusione
Il video diffuso l’11 novembre su Facebook da Fratelli d’Italia, dove i deputati Delmastro e Donzelli parlano della proposta di legge costituzionale modificative dell’articolo 27 della Costituzione e dell’ergastolo ostativo per i mafiosi, contiene numerose imprecisioni e manda un messaggio fuorviante.
La Corte Costituzionale italiana e la Corte europea dei diritti dell’uomo hanno detto che l’attuale disciplina dell’ergastolo ostativo è contraria ai diritti fondamentali dell’uomo (tutelati sia nella Costituzione sia nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo) in quanto stabilisce un automatismo tra mancata collaborazione e preclusione dei benefici di legge.
In nessun modo è stato messo in discussione l’ergastolo ostativo in quanto tale. La modifica richiesta dalle corti italiana ed europea non va poi nella direzione di dover scarcerare qualsiasi criminale, meno che mai se mafioso, per il solo fatto che la pena deve tendere alla rieducazione. Se un soggetto è pericoloso, non viene scarcerato.
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