No, Nestlé non abbandonerà il Nutri-score

Lo ha scritto Forza Italia, ma le cose non stanno proprio così
Pagella Politica
Il 19 maggio Forza Italia ha festeggiato su Instagram la notizia secondo cui «Nestlé abbandonerà l’etichettatura Nutri-score», il sistema di etichettatura che classifica gli alimenti in base al loro profilo nutrizionale, assegnando un punteggio dalla lettera A (verde) alla E (rosso). 

«Mettiamo fine a queste idee assurde», ha commentato Forza Italia, accusando il Nutri-score di essere «un sistema fuorviante». «Nestlé lo abbandona in Svizzera: è una prima vittoria importante, frutto anche della nostra battaglia, portata avanti con coerenza in Italia e in Europa», ha aggiunto il partito guidato da Antonio Tajani.

Da anni i partiti italiani di centrodestra, in particolare la Lega di Matteo Salvini, criticano il Nutri-score, a volte diffondendo ricostruzioni prive di fondamento. Per esempio, non è vero che in passato l’Unione europea voleva mettere fuorilegge l’olio d’oliva e il parmigiano reggiano con il Nutri-score.

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Ma davvero Nestlé ha deciso di abbandonare il Nutri-score? Al di là di quello che si pensi sull’utilità di questo sistema, anche il post di Forza Italia su Instagram è fuorviante perché semplifica e distorce il contenuto di una decisione molto più limitata.

Come ha chiarito la multinazionale in un comunicato ufficiale, il primo motivo è che Nestlé non ha affatto deciso di abbandonare il Nutri-score nel suo insieme. L’azienda ha annunciato che tra il 2025 e il 2026 rimuoverà gradualmente l’etichettatura solo da otto marche locali vendute esclusivamente in Svizzera, tra cui Cailler, Thomy, Nestea e Incarom. Si tratta dunque di una decisione limitata e specifica, che non riguarda né le altre marche vendute in Svizzera né, soprattutto, gli altri Paesi europei.

Il secondo motivo riguarda le ragioni della scelta. Forza Italia la presenta come una presa di posizione contro il Nutri-score in quanto sistema sbagliato. Ma Nestlé spiega di aver preso questa decisione per motivi pratici: in Svizzera il Nutri-score non è stato adottato da molte altre aziende, e il sostegno politico si è progressivamente indebolito. Di conseguenza, in diverse categorie di prodotto Nestlé è ormai l’unica a usare l’etichetta, rendendo inutile il confronto tra prodotti, che è proprio la funzione principale del Nutri-score.

Il terzo motivo è che Nestlé ha confermato di continuare a sostenere il Nutri-score nel resto d’Europa, dove è stata tra le prime aziende ad adottarlo nel 2019. L’etichettatura continuerà a essere presente sulle marche internazionali, anche in Svizzera, e Nestlé ha iniziato ad applicare anche il nuovo algoritmo aggiornato del Nutri-score, come previsto dalle autorità europee coinvolte. 

Nestlé ha anche ribadito il proprio impegno per la trasparenza nutrizionale. Al posto del Nutri-score, sulle confezioni dei prodotti svizzeri delle marche locali saranno inseriti dei codici QR, che permetteranno ai consumatori di accedere a informazioni più dettagliate sugli ingredienti, i valori nutrizionali e le porzioni consigliate.

Ricapitolando: Nestlé non ha abbandonato il Nutri-score, come lascia intendere Forza Italia. Ha scelto di sospenderne l’uso in Svizzera, e solo per alcune marche locali, in un contesto in cui il sistema ha perso efficacia a causa della scarsa adesione da parte di altre aziende e del calo del sostegno politico. Presentare questa decisione come una svolta o una vittoria politica rischia quindi di essere una lettura eccessivamente semplificata.

Ricordiamo, comunque, che nei Paesi dell’Unione europea – di cui la Svizzera non fa parte – l’uso del Nutri-score non è in alcun modo obbligatorio o imposto dalle autorità europee.
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