La nuova legge sul fine vita fa già discutere, anche se è solo una bozza

Il testo che sta circolando non è ancora definitivo, ma alcuni punti stanno suscitando critiche
ANSA
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Il 25 giugno, diverse testate giornalistiche hanno diffuso alcuni dettagli della bozza di un provvedimento sul fine vita su cui sta lavorando un comitato ristretto di senatori delle Commissioni Giustizia e Affari sociali del Senato. Il fine vita è l’insieme delle decisioni mediche e legali che riguardano le fasi terminali dell’esistenza di una persona gravemente malata, inclusa la possibilità di interrompere trattamenti o ricorrere al suicidio assistito.

«Oggi siamo entrati proprio nel merito di un testo, naturalmente una bozza», ha detto il 24 giugno la presidente della Commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno, al termine di una riunione del comitato. «Si sta discutendo di singoli articoli in modo tale che al primo incontro delle commissioni riunite avremo un testo che tenga conto anche delle considerazioni dell’opposizione».

Negli ultimi tempi il dibattito sul fine vita è tornato al centro dell’attenzione. Il 10 giugno, a quattro mesi dall’approvazione della Regione Toscana della prima legge regionale sulla “morte volontaria medicalmente assistita”, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i leader dei partiti di maggioranza si sono riuniti per affrontare il tema. A oggi non esiste ancora una legge nazionale che regolamenti la materia su tutto il territorio italiano.

Al termine della riunione, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi ha annunciato l’intenzione dei partiti di maggioranza di lavorare a un disegno di legge che avrebbe seguito le indicazioni della Corte Costituzionale. 

Con due sentenze – una del 2019, l’altra del 2024 – la Corte Costituzionale ha stabilito che il suicidio assistito è ammissibile quando sussistono determinate condizioni: la patologia è irreversibile, la persona soffre in modo che giudica intollerabile, dipende da trattamenti di sostegno vitale, e ha la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli.

Il 17 giugno, la senatrice Bongiorno ha confermato che i partiti di maggioranza stanno «mettendo giù i contenuti» del testo di un disegno di legge sul suicidio assistito al Senato, con l’obiettivo di portare la discussione in aula il 17 luglio. Nelle scorse ore, i giornali hanno diffuso alcuni dettagli del testo a cui stanno lavorando i senatori ma, come hanno confermato fonti parlamentari a Pagella Politica, è ancora presto per parlare di un testo definitivo.
Il Comitato ristretto del Senato sul fine vita è stato istituito a dicembre 2024, nell’ambito dell’esame di cinque disegni di legge presentati nei mesi precedenti. Questo tipo di comitato viene istituito dalle commissioni del Parlamento quando è necessario trovare una sintesi su più proposte di legge. In questo caso, il Comitato ristretto è stato istituito per trovare una sintesi tra due proposte del Partito Democratico, una del Movimento 5 Stelle, una di Alleanza Verdi-Sinistra e una di Forza Italia. 

Secondo le indiscrezioni giornalistiche, diffuse dopo la riunione del comitato del 24 giugno, la bozza prevede l’obbligo per chi chiede di accedere al fine vita di affrontare prima un percorso di cure palliative. Inoltre, si propone l’istituzione di un Comitato nazionale di valutazione etica, composto da sette membri (un giurista, un esperto di bioetica, uno specialista in anestesia e rianimazione, un medico esperto in cure palliative, uno psichiatra, uno psicologo e un infermiere), incaricati di valutare le richieste di suicidio medicalmente assistito.

Uno degli aspetti più discussi riguarda il periodo minimo da attendere per poter presentare una nuova richiesta in caso di diniego. Secondo quanto riportato dalla stampa, se il comitato dovesse ritenere assenti i requisiti per l’accesso, la persona malata non potrebbe ripresentare domanda per i successivi quattro anni.

Il presidente della Commissione Affari sociali Francesco Zaffini (Fratelli d’Italia) ha detto a Pagella Politica che al momento non c’è ancora un testo definitivo da cui far partire la discussione. Il Comitato ristretto del Senato sta continuando a lavorare sui contenuti, e il testo potrebbe essere pronto già la prossima settimana.

Zaffini ha precisato che il testo servirà soltanto come base iniziale per il confronto nelle Commissioni Giustizia e Affari sociali, e potrà essere modificato con emendamenti proposti dai diversi gruppi parlamentari. Per questo, il documento circolato nei giorni scorsi non è da considerarsi definitivo e con ogni probabilità subirà ulteriori modifiche.

In ogni caso, per diventare legge, il provvedimento dovrà essere approvato prima dalle commissioni competenti del Senato, poi dall’aula e infine, senza modifiche, dalla Camera dei deputati.

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