Il fact-checking di Draghi sul decreto “Aiuti”

Dall’economia al mondo del lavoro, abbiamo verificato cinque dichiarazioni del presidente del Consiglio
Palazzo Chigi
Palazzo Chigi
Il 2 maggio il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto una conferenza stampa per presentare i due nuovi decreti-legge approvati dal governo. Tra le varie misure, il taglio delle imposte sui carburanti è stato prorogato fino all’8 luglio, mentre con il cosiddetto “decreto Aiuti” i lavoratori con un reddito inferiore ai 35 mila euro riceveranno un bonus da 200 euro e le imprese saranno sostenute per far fronte ai rincari delle materie prime.

Dall’andamento dell’economia a quello dell’occupazione, abbiamo verificato cinque dichiarazioni rilasciate dal presidente del Consiglio in conferenza stampa.

La crescita dell’inflazione

«Nel mese di aprile il tasso di inflazione è stato del 6,2 per cento, leggero calo rispetto a marzo ma comunque ai livelli più alti degli ultimi 30 anni»

La dichiarazione di Draghi è confermata dai dati più recenti di Istat, pubblicati il 29 aprile. Lo scorso mese, nel nostro Paese i prezzi sono aumentati in media del 6,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, una crescita un po’ più bassa di quella registrata a marzo (+6,5 per cento). Nonostante questo, l’inflazione rimane «a un livello che non si registrava da settembre 1991», ha sottolineato l’istituto nazionale di statistica.

I soldi stanziati dal governo contro i rincari

«Abbiamo già stanziato 20 miliardi per sostenere l’economia e le famiglie»

La cifra indicata da Draghi è sostanzialmente corretta. Tra maggio 2021 e inizio marzo 2022, il governo ha stanziato oltre 15,5 miliardi di euro per contenere i rincari del costo dell’elettricità e del gas. A questi vanno aggiunti i quasi 4 miliardi di euro stanziati dal decreto-legge del 21 marzo 2022 per ridurre, tra le altre cose, il costo dell’accisa sui carburanti.

Lo stesso Draghi ha annunciato in conferenza stampa che il nuovo decreto “Aiuti”, con un valore pari a circa 14 miliardi di euro, sarà finanziato senza ricorrere a un aumento del debito pubblico. «Questo si ottiene incrementando la tassa sui profitti eccezionali delle aziende dell’energia», ha spiegato il presidente del Consiglio.

L’Italia non è ancora in recessione

«L’economia attualmente attraversa una fase di rallentamento, nel primo trimestre è stato registrato un -0,2 per cento […] Si tratta per il momento di un rallentamento, non di una recessione»

Anche in questo caso il dato è confermato dalle rilevazioni più recenti di Istat, pubblicate il 29 aprile. Tra gennaio e marzo 2022 il prodotto interno lordo italiano è diminuito dello 0,2 per cento rispetto ai tre mesi precedenti (ottobre-dicembre 2021), crescendo comunque del 5,8 per cento rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso. 

Nonostante il rallentamento della crescita del Pil, tecnicamente l’Italia non è ancora in recessione: questa infatti viene definita come un calo dell’economia registrato su due trimestri consecutivi (Grafico 1).
Grafico 1. Andamento trimestrale del Pil italiano. La variazione congiunturale misura l’andamento rispetto ai tre mesi precedenti, la variazione tendenziale rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima – Fonte: Istat
Grafico 1. Andamento trimestrale del Pil italiano. La variazione congiunturale misura l’andamento rispetto ai tre mesi precedenti, la variazione tendenziale rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima – Fonte: Istat

I nuovi dati sul mondo del lavoro

«A marzo ci siano stati 800 mila occupati in più rispetto a un anno fa. Il tasso di occupazione ora in Italia sfiora il 60 per cento, è il livello più alto dall’inizio delle serie storiche italiane. A marzo il tasso di disoccupazione è sceso all’8,3 per cento»

Il 2 maggio – lo stesso giorno della conferenza stampa di Draghi – Istat ha pubblicato i dati provvisori sull’occupazione in Italia, relativi al mese di marzo, che sono stati correttamente citati dal presidente del Consiglio nel presentare il decreto “Aiuti”.

A marzo 2022 gli occupati nel nostro Paese erano complessivamente oltre 23 milioni, in crescita di 804 mila unità rispetto a marzo 2021. Il tasso di occupazione, ossia il rapporto tra gli occupati e la popolazione nella fascia di età 15-64 anni, era pari al 59,9 per cento, il «record dall’inizio delle serie storiche», ossia dal 1977 (a febbraio 2020, poco prima dello scoppio della pandemia, era pari al 59 per cento) (Grafico 2). Il tasso di disoccupazione, ossia il rapporto tra chi non ha un lavoro e la popolazione tra i 15-64 anni che ha un lavoro o è in cerca di occupazione, era pari all’8,3 per cento, tornato ai «livelli del 2010».
Grafico 2. Andamento del numero degli occupati in Italia – Fonte: Istat
Grafico 2. Andamento del numero degli occupati in Italia – Fonte: Istat

L’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato

«Nell’ultimo mese ci sono stati 122 mila occupati in più di cui 103 mila a tempo indeterminato e 19 mila a tempo determinato»

Anche in questo caso Draghi ha citato correttamente i dati Istat pubblicati il 2 maggio. Va però segnalato che dei 742 mila nuovi lavoratori dipendenti registrati tra marzo 2021 e marzo 2022, circa 430 mila hanno un contratto a tempo determinato: quasi il 58 per cento.

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