Le difficoltà e le questioni in sospeso
I progetti del PNRR relativi a Elva dovranno essere ultimati entro il 2026. «Non manca molto tempo e i lavori da fare sono tanti. Magari alcuni saranno posticipati ma noi comunque lavoriamo con quella scadenza in mente», ha detto a Pagella Politica il sindaco di Elva, Rinaudo. E la determinazione nell’ultimare i progetti in tempo si vede dal fatto che tutti i cantieri sono stati avviati, tranne quelli della Vio d’la Cumbo per cui si stanno redigendo gli ultimi documenti prima di far partire ufficialmente i lavori. Nei cantieri già attivi ci sono camion e ruspe che vanno avanti e indietro, teli arancioni che segnalano le aree interessate e operai alle prese con i lavori.
Secondo Rinaudo, le difficoltà più grandi sono causate dalla burocrazia. «Noi abbiamo sognato l’impossibile. Stiamo riuscendo ad andare avanti ma onestamente le difficoltà sono incredibili. Bisogna considerare che per ogni lavoro c’è l’archeologo, c’è la sovrintendenza, ci sono tantissimi passaggi: non è per niente facile fare tutti questi lavori», ha raccontato il sindaco.
Ai problemi generati dalla burocrazia, si aggiunge la mancanza di personale. Ma su questo il Comune di Elva sembra essersi mosso in tempo, essendo riuscito ad ampliare il suo organico. «Quando ci siamo insediati, prima del bando del PNRR, non avevamo nemmeno un impiegato comunale, quindi abbiamo assunto una ragazza della Val Maira. Però una sola impiegata non avrebbe potuto gestire un progetto da 20 milioni di euro come questo, così abbiamo dovuto cercare altre persone», ha spiegato il sindaco.
Il vicesindaco di Elva Dario Falcone è un ingegnere e si occupa da vicino della gestione della cantieristica. Insieme a lui, tra chi è a partita IVA e chi è assunto, collaborano altre sette persone, oltre ai ragionieri. A loro si è aggiunta Flavia Pellegrino, ex viceprefetta di Cuneo in pensione, che ha offerto le sue competenze a titolo volontario. Nonostante il rafforzamento dell’organico comunale, Rinaudo non ha risparmiato qualche critica: «L’organizzazione del Comune è stato il nostro primo pensiero, se no non avremmo mai potuto reggere il colpo. Il bando del PNRR non si era posto il problema della struttura amministrativa carente nei piccoli borghi».
Restano comunque due interrogativi a cui il Comune di Elva dovrà rispondere nel prossimo futuro: la carenza dei servizi e i fondi per la gestione delle strutture universitarie. Per quanto riguarda il primo punto, per ripopolare Elva non basteranno trenta studenti universitari per qualche mese all’anno, ma bisognerà costruire una rete di servizi. «Servizi qui, tranne la raccolta dei rifiuti, non ce ne sono», ha commentato Laura Lacopo, l’impiegata del comune. Le poste sono aperte due giorni a settimana, mancano le scuole, il medico di base non c’è, quindi per fare una visita bisogna scendere in valle. Lo stesso discorso vale per i supermercati, le farmacie e gli altri negozi.
Il problema legato all’assenza di servizi è strettamente connesso a quello della viabilità. L’unica strada agibile per raggiungere Elva in inverno è molto stretta: in alcuni punti, se due automobili che viaggiano in senso di marcia opposto si incontrano, una deve fare retromarcia per far passare l’altra. «Qui arrivano molti turisti nonostante la strada che abbiamo, non è che siamo fuori dal mondo, si arriva tranquillamente. In montagna non si può pretendere di avere una strada dritta. Certo è che bisogna migliorarla perché in alcuni tratti è veramente troppo stretta», ha commentato il sindaco. In generale, tanti servizi dovranno essere potenziati per ricostruire il tessuto sociale e permettere a nuove famiglie di stabilirsi a 1.637 metri di altitudine. Secondo Rinaudo, comunque, gli strumenti per farlo già ci sono: «Le nuove tecnologie sono fondamentali sia per la scuola che per togliere dall’isolamento alcuni paesi. Si possono fare tanti ragionamenti e sarà necessario farli perché questi luoghi continuino a essere abitati».
Il secondo interrogativo riguarderà le strutture, in particolare quelle universitarie, perché sarà necessario trovare i fondi per sviluppare i progetti. «La grossa sfida, su cui stiamo già riflettendo, sarà pensare al dopo. Noi mettiamo a disposizione i locali, ma non bisogna pensare che si viene a Elva perché ci sono dei fondi o che si sia pagati dopo perché non sarà possibile. Bisognerà cercare dei bandi, dei finanziamenti», ha sottolineato il sindaco.