Viaggio nel borgo di montagna che riceverà 20 milioni di euro dal Pnrr

A Livemmo, in Lombardia, ci sono una biblioteca, un’osteria e 169 abitanti. Per rilanciare questo territorio, saranno spesi molti soldi in pochi anni, ma sulla bontà del progetto non mancano i dubbi
Cartello di ingresso a Livemmo, frazione di Pertica Alta (Brescia), 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Cartello di ingresso a Livemmo, frazione di Pertica Alta (Brescia), 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
La casa di Giuditta Bonomini, 64 anni, è enorme ma vuota: «Ormai solo io abito qui, potrei aprire un bed and breakfast», dice scherzando mentre indica le tante finestre che si susseguono sulla facciata, chiuse nonostante il caldo anomalo di metà giugno. L’idea di trasferirsi altrove, lasciare la montagna, non l’ha mai sfiorata: per più di trent’anni ha gestito l’unico negozio di alimentari del paese, prima di andare in pensione e dedicarsi alla famiglia. 

Giuditta è una dei 169 abitanti di Livemmo, una piccola frazione montana nel comune di Pertica Alta, in provincia di Brescia. Per raggiungerla, a metà strada tra il lago d’Iseo e il lago di Garda, si risale la Valle Sabbia e si raggiungono i 900 metri d’altitudine, percorrendo una serie di tornanti e curve a gomito. Nel comune di Pertica Alta, che conta 559 residenti e oltre a Livemmo include altre cinque frazioni, l’età media è di 48 anni e la densità abitativa di appena 26 abitanti per chilometro quadrato, contro gli oltre duemila della vicina Brescia. 

A Livemmo, infatti, tutti conoscono tutti. In un pomeriggio di giugno le strade sono vuote, ma i residenti si salutano dai balconi coperti di fiori. Nel piccolo centro del borgo sono attivi un negozio di alimentari, un’osteria e un centro sportivo con una biblioteca, aperta un giorno a settimana, mentre il Municipio ospita anche la banca e l’ufficio delle Poste. Internet prende poco, ma nessuno sembra curarsene troppo, e anche l’elenco di reti Wi-Fi trovate dal cellulare resta spesso vuoto. «La sera d’estate, tutti i bambini si riuniscono nelle vie, giocano a pallone. Il paese si riempie di vita», racconta Giuditta. Al piano terra della sua abitazione custodisce un vero e proprio museo, con documenti che ripercorrono la storia non solo di Livemmo ma, in qualche modo, di tutto il Paese: dalle carte d’identità risalenti al Regno d’Italia ai documenti di identificazione rilasciati dai campi di concentramento tedeschi, passando per gli strumenti utilizzati per anni dal marito nel suo lavoro di fornaio. 
Giuditta Bonomini mostra una carta d’identità del Regno d’Italia, Livemmo, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Giuditta Bonomini mostra una carta d’identità del Regno d’Italia, Livemmo, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Entro il 2026, il piccolo borgo di Livemmo riceverà 20 milioni di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il programma finanziato con risorse europee per favorire la ripresa economica dell’Italia dopo la pandemia di Covid-19.

I fondi dovranno essere utilizzati per valorizzare il territorio e favorirne la rinascita, ma i residenti sanno ancora poco del progetto e si chiedono come l’importo verrà sfruttato in concreto. Intanto, l’amministrazione e i due dipendenti comunali aspettano il via libera definitivo del progetto da parte del Ministero della Cultura, in ritardo di ormai di varie settimane.

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Un bando in ritardo

Il generoso finanziamento fa parte della cosiddetta “Linea A” del Piano Nazionale Borghi, un programma finanziato con i soldi del Pnrr. Livemmo non è l’unica località vincitrice del bando: il Ministero della Cultura, in collaborazione con gli enti locali, ha selezionato un piccolo borgo per ognuna delle 21 regioni italiane, comprese le province autonome di Trento e Bolzano, a cui attribuire 20 milioni di euro l’uno, per uno stanziamento complessivo da 420 milioni di euro. 

L’obiettivo, spiega il Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini (Partito democratico), è quello di recuperare il «patrimonio storico-artistico di questi luoghi» e individuare «una vocazione specifica» per ognuno di essi, dal turismo all’industria, passando per la ricerca e la tecnologia. C’è poi anche la cosiddetta “Linea B” del Piano Nazionale Borghi, che stanzia 380 milioni di euro complessivi per il recupero di almeno altre 229 piccole località storiche.

La procedura decisa dal ministero per la selezione dei 21 borghi della “Linea A” è stata criticata da alcuni rappresentanti degli enti locali, soprattutto a causa dell’ampio margine di discrezionalità lasciato alle regioni nella selezione dei progetti. Lo scorso dicembre il Ministero della Cultura ha infatti definito le linee guida generali per poter partecipare: le proposte, per esempio, dovevano interessare un borgo storico con non più di 300 case e dove una «consistente porzione» del patrimonio edilizio è in situazione di abbandono.

I comuni interessati hanno successivamente dovuto presentare alla propria regione di appartenenza una relazione sugli interventi previsti, accompagnata da uno studio di fattibilità molto dettagliato. Da qui in poi, le regioni si sono mosse in modo diverso: alcune, come la Lombardia, hanno organizzato un vero e proprio meccanismo di selezione, con comitati formati anche da figure esterne all’amministrazione; altre regioni, come la Sardegna, hanno svolto le valutazioni internamente, per poi comunicare la decisione finale da presentare al Ministero. 

La Regione Lombardia ha annunciato l’esito del processo di selezione il 14 marzo, con una delibera della giunta regionale. Il progetto “Livemmo. Borgo Cre_attivo” è stato giudicato come «particolarmente rispondente» alle linee guida del Ministero della Cultura, con una «strategia di progetto ampia, ben coordinata e articolata», capace quindi di valorizzare non solo il centro urbano del borgo, ma anche i territori circostanti.  «A Livemmo, quando abbiamo saputo di aver vinto, non ci credevamo», ha detto Giuditta. 

Oggi nella frazione di Livemmo gli edifici sono 89, di cui 77 adibiti a scopo residenziale. Il presidio ospedaliero più vicino è quello di Gavardo, che dista 37 chilometri, mentre le scuole dell’infanzia ed elementari del Comune di Pertica Alta si trovano in un unico edificio nella frazione di Lavino, a circa 10 minuti di distanza, che gli alunni percorrono ogni giorno con uno scuolabus. 
Il municipio di Pertica Alta, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Il municipio di Pertica Alta, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Entro il 15 marzo tutte le 20 regioni, più le province autonome di Trento e Bolzano, hanno dovuto inviare al Ministero della Cultura il progetto che riguarda il borgo selezionato. Il ministero avrebbe dovuto dare il via libera definitivo alle proposte ricevute «entro maggio», ma al 20 giugno ancora non si hanno notizie. 

Il comune di Pertica Alta, amministrato dal 2009 da una giunta di centrodestra guidata dal sindaco Giovanmaria Flocchini (Lega), attende quindi informazioni su come procedere. «Non abbiamo ancora ricevuto la firma del ministero, quindi siamo in attesa di ricevere le linee guida e le direttive da seguire per iniziare i lavori», ha detto a Pagella Politica la vicesindaca Brunella Brognoli. Al momento non è chiaro, per esempio, quando e in che forma arriveranno materialmente i fondi. 

Intanto, i comuni che hanno partecipato al bando ma non sono stati selezionati sperano di non perdere tutto il lavoro fatto per partecipare. «Ognuno dei progetti scartati ha un suo valore, anche semplicemente di natura economica», ha spiegato a Pagella Politica Mauro Testini, sindaco di Vione, un altro comune in provincia di Brescia che ha partecipato al bando. Per molti piccoli comuni, tra cui Vione, la candidatura ha rappresentato sforzo economico e di risorse umane, e la possibilità che il lavoro fatto possa rimanere solo sulla carta «rappresenta sicuramente una delle criticità di questo bando», ha aggiunto Testini. 

Tanti soldi, poche persone

Pertica Alta si ritrova quindi a dover gestire quasi 120 mila euro per abitante. Per avere un ordine di grandezza, nel 2020 il Comune di Milano ha speso nel complesso circa 2.800 euro a cittadino, in settori che vanno dall’ordine pubblico all’edilizia. 

«Per noi questa è un’opportunità unica e irripetibile: siamo una realtà molto piccola e mai avremmo immaginato di poter ambire a un’iniziativa così grande per le nostre possibilità», ha affermato la vicesindaca Brognoli a Pagella Politica. Se amministrare cifre così ingenti non è un compito facile nemmeno per le grandi città, per un borgo montano con meno di 200 abitanti è una vera e propria sfida. «L’apparato comunale al momento non è di certo in grado di supportare un lavoro di questo tipo», ha sottolineato infatti Brognoli. Con due dipendenti, la pianta organica del comune di Pertica Alta è già al completo e l’amministrazione spera di poter contare sull’aiuto di consulenti esterni, della Comunità montana di Valle Sabbia e del Gruppo di azione locale (Gal) della zona, un partenariato finanziato dall’Unione europea che riunisce organizzazioni del settore pubblico, privato e della società civile.
L’ingresso di un’abitazione a Livemmo, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
L’ingresso di un’abitazione a Livemmo, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Un’altra preoccupazione per il comune bresciano è legata alla sostenibilità economica del progetto nel tempo. «Le iniziative devono essere in grado di rimanere in piedi, non possiamo costruire cattedrali nel deserto», ha detto Brognoli, spiegando che, dato l’importo in gioco, le misure attivate «dovrebbero avere una risonanza turistica e ricettiva non solo a Livemmo o a Pertica Alta, ma in tutta la Valle Sabbia».

Quale rinascita?

Il progetto presentato dal Comune di Pertica Alta e selezionato da Regione Lombardia prevede 32 interventi da realizzare grazie ai fondi europei. Tra questi rientrano la costruzione di un info point e di un “bike point” (ossia una stazione di sosta per i ciclisti con varie funzionalità, tra cui una colonnina di ricarica per biciclette elettriche) per una spesa complessiva di più di 290 mila euro, l’adeguamento della connessione telefonica e della rete internet per 366 mila euro, e la realizzazione di varie vie ciclopedonali dal costo complessivo di quasi sei milioni di euro. Nel centro cittadino l’amministrazione intende ripavimentare le strade e riqualificare alcuni edifici pubblici, come il municipio.

Molte delle realtà coinvolte, però, non sembrano particolarmente interessate all’imminente arrivo di 20 milioni di euro nel proprio territorio. Tra queste c’è Daniela, 26 anni, che gestisce il negozio di alimentari per conto della cooperativa Sentieri e Verbena Solidali. Alle 17 la porta era chiusa, ma si vedeva un piccolo cartello: “Sono in magazzino!”. Nonostante sia l’unica dipendente fissa, non sa quasi nulla dell’enorme progetto in cantiere. «Non siamo stati coinvolti, abbiamo scoperto della vincita dei 20 milioni leggendo i giornali», ha raccontato mentre svuotava gli scatoloni pieni di prodotti pronti da esporre, aggiungendo: «Magari non si aspettavano di vincere»

Secondo il progetto pubblicato dalla regione, nello stesso edificio in cui ha sede il negozio dovrebbe essere attivato un “Centro interattivo di studi museali di cultura prealpina” e un infopoint per accogliere i turisti. «Speriamo che facciano dei miglioramenti e che non cementifichino troppo», ha detto Daniela a Pagella Politica. «Noi, intanto, andiamo avanti con la nostra vita»
Il negozio di alimentari a Livello, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Il negozio di alimentari a Livello, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Anche Ettore Piccini, che gestisce un’osteria a pochi passi di distanza, ha confermato che i commercianti locali non sono, per ora, stati coinvolti nella progettazione degli investimenti. Ma anche se in futuro l’amministrazione dovesse organizzare incontri pubblici, per lui sarebbe difficile partecipare ai progetti: «Ho 62 anni, dovrei essere già in pensione», ha spiegato a Pagella Politica. Al momento il futuro del suo locale è incerto e in assenza di altre prospettive nemmeno i 20 milioni di euro in arrivo sembrano particolarmente invitanti. «La vita qui è impagabile, non potrei mai vivere in città», dice dietro il bancone del ristorante. «Il territorio ha tanto potenziale, bisognerà vedere come verrà valorizzato».

Le autorità locali si difendono però dalle accuse di scarso coinvolgimento della cittadinanza. «I commercianti non sono stati ancora coinvolti come parte attiva perché non siamo ancora partiti con il progetto», ha precisato la vicesindaca Brognoli a Pagella Politica, affermando che gli investimenti descritti nel programma non dovrebbero subire grandi cambiamenti. 

Alcuni residenti vedono nei fondi in arrivo una grande opportunità di crescita per le proprie attività commerciali. È il caso di Giulia Turrini, che da poche settimane ha preso in gestione la struttura recettiva Al vecchio comune, che conta dieci posti letto, due bagni e una piccola cucina. Già nel 2020 l’immobile aveva ricevuto più di 55 mila euro dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), sfruttati per alcuni lavori di ristrutturazione.  
Lo scorcio all’entrata dell’affittacamere Al Vecchio Comune, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Lo scorcio all’entrata dell’affittacamere Al Vecchio Comune, 16 giugno 2022. Foto: Laura Loguercio
Oggi gli ospiti, concentrati soprattutto nei mesi estivi, sono escursionisti attratti dai sentieri di montagna, giovani che vogliono evadere dal caldo della città, ma anche turisti francesi o tedeschi che fanno una sosta prima di raggiungere il vicino lago di Garda. «Grazie ai fondi europei dovremmo ristrutturare il seminterrato, in cui ora si trovano due cantine rustiche, per ampliare il numero di camere e possibilmente aprire un bar», ha spiegato Turrini a Pagella Politica. «Sono sempre stata molto legata al territorio, spero possa diventare più conosciuto». 

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