La casa di Giuditta Bonomini, 64 anni, è enorme ma vuota: «Ormai solo io abito qui, potrei aprire un bed and breakfast», dice scherzando mentre indica le tante finestre che si susseguono sulla facciata, chiuse nonostante il caldo anomalo di metà giugno. L’idea di trasferirsi altrove, lasciare la montagna, non l’ha mai sfiorata: per più di trent’anni ha gestito l’unico negozio di alimentari del paese, prima di andare in pensione e dedicarsi alla famiglia.
Giuditta è una dei 169 abitanti di Livemmo, una piccola frazione montana nel comune di Pertica Alta, in provincia di Brescia. Per raggiungerla, a metà strada tra il lago d’Iseo e il lago di Garda, si risale la Valle Sabbia e si raggiungono i 900 metri d’altitudine, percorrendo una serie di tornanti e curve a gomito. Nel comune di Pertica Alta, che conta 559 residenti e oltre a Livemmo include altre cinque frazioni, l’età media è di 48 anni e la densità abitativa di appena 26 abitanti per chilometro quadrato, contro gli oltre duemila della vicina Brescia.
A Livemmo, infatti, tutti conoscono tutti. In un pomeriggio di giugno le strade sono vuote, ma i residenti si salutano dai balconi coperti di fiori. Nel piccolo centro del borgo sono attivi un negozio di alimentari, un’osteria e un centro sportivo con una biblioteca, aperta un giorno a settimana, mentre il Municipio ospita anche la banca e l’ufficio delle Poste. Internet prende poco, ma nessuno sembra curarsene troppo, e anche l’elenco di reti Wi-Fi trovate dal cellulare resta spesso vuoto. «La sera d’estate, tutti i bambini si riuniscono nelle vie, giocano a pallone. Il paese si riempie di vita», racconta Giuditta. Al piano terra della sua abitazione custodisce un vero e proprio museo, con documenti che ripercorrono la storia non solo di Livemmo ma, in qualche modo, di tutto il Paese: dalle carte d’identità risalenti al Regno d’Italia ai documenti di identificazione rilasciati dai campi di concentramento tedeschi, passando per gli strumenti utilizzati per anni dal marito nel suo lavoro di fornaio.
Giuditta è una dei 169 abitanti di Livemmo, una piccola frazione montana nel comune di Pertica Alta, in provincia di Brescia. Per raggiungerla, a metà strada tra il lago d’Iseo e il lago di Garda, si risale la Valle Sabbia e si raggiungono i 900 metri d’altitudine, percorrendo una serie di tornanti e curve a gomito. Nel comune di Pertica Alta, che conta 559 residenti e oltre a Livemmo include altre cinque frazioni, l’età media è di 48 anni e la densità abitativa di appena 26 abitanti per chilometro quadrato, contro gli oltre duemila della vicina Brescia.
A Livemmo, infatti, tutti conoscono tutti. In un pomeriggio di giugno le strade sono vuote, ma i residenti si salutano dai balconi coperti di fiori. Nel piccolo centro del borgo sono attivi un negozio di alimentari, un’osteria e un centro sportivo con una biblioteca, aperta un giorno a settimana, mentre il Municipio ospita anche la banca e l’ufficio delle Poste. Internet prende poco, ma nessuno sembra curarsene troppo, e anche l’elenco di reti Wi-Fi trovate dal cellulare resta spesso vuoto. «La sera d’estate, tutti i bambini si riuniscono nelle vie, giocano a pallone. Il paese si riempie di vita», racconta Giuditta. Al piano terra della sua abitazione custodisce un vero e proprio museo, con documenti che ripercorrono la storia non solo di Livemmo ma, in qualche modo, di tutto il Paese: dalle carte d’identità risalenti al Regno d’Italia ai documenti di identificazione rilasciati dai campi di concentramento tedeschi, passando per gli strumenti utilizzati per anni dal marito nel suo lavoro di fornaio.