No, l’Economist non ha “promosso” il governo Meloni

Fratelli d’Italia ha rilanciato solo la parte più elogiativa di un reel del settimanale britannico, ignorando le valutazioni più critiche
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Il 16 novembre, Fratelli d’Italia ha commentato sui social network un video pubblicato dall’Economist, sostenendo che nel filmato il settimanale britannico – noto per le sue posizioni liberali e progressiste, e per essere spesso critico nei confronti dei governi conservatori – abbia promosso Giorgia Meloni e il suo governo. 

«“La premier italiana è una politica eccezionale”. Lo scrive The Economist, che riconosce a Giorgia Meloni la capacità di garantire stabilità politica, autorevolezza internazionale e crescita economica», sostiene Fratelli d’Italia nella didascalia del post.
Il problema è che il filmato diffuso dal partito è una versione tagliata, in cui è ripreso solo un passaggio, tra i più elogiativi: quello in cui il giornalista Christopher Lockwood sottolinea che il governo Meloni è il più duraturo negli ultimi 15 anni. Nel video completo dell’Economist compaiono anche elementi critici, che diventano ancora più evidenti nell’articolo sul sito a cui il video rimanda, dove la valutazione complessiva sul governo Meloni è più equilibrata e, sul piano economico, decisamente meno positiva.

Che cosa dice il reel dell’Economist

Il 14 novembre, l’Economist ha pubblicato su Instagram un reel in cui Lockwood spiega perché Meloni è un politico exceptional (aggettivo traducibile con “eccezionale”, “anomalo”). 

Nel video si sottolinea che la presidente del Consiglio ha raggiunto una stabilità di governo rara nella storia italiana recente, superando i tre anni in carica in un Paese che dal dopoguerra ha cambiato governo in media quasi ogni anno.
Lockwood osserva anche che il governo Meloni si è rivelato più moderato delle aspettative dei critici, che l’Italia ha conquistato un ruolo più centrale nella diplomazia europea e che perfino il presidente degli Stati Uniti Donald Trump considera Meloni una figura influente.

Lo stesso video, però, anticipa alcuni aspetti critici – soprattutto sul versante economico e sulla scarsità di riforme – che sono stati approfonditi in un articolo pubblicato dall’Economist il 16 ottobre, a ridosso del terzo anniversario dell’insediamento del governo Meloni. È l’Economist stesso, nel post che accompagna il reel, a invitare gli utenti a leggere l’analisi completa sul sito: «Cliccate sul link in bio per scoprire cosa attende l’economia italiana».
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L’altra metà della storia

Il contenuto dell’articolo dell’Economist aiuta a chiarire il contesto in cui va letto anche il reel. Il titolo – “Giorgia Meloni celebra il suo terzo anniversario in grande forma politica” – sembra riprendere l’elemento messo in evidenza nel video: la forza e la stabilità della presidente del Consiglio. Ma il sottotitolo – “Dal punto di vista economico, le cose non appaiono così rosee” – introduce subito un cambio di tono, segnalando che il giudizio complessivo non è affatto un encomio. L’articolo affianca infatti il riconoscimento della solidità politica di Meloni a un’analisi molto più problematica della situazione economica.

Nella prima parte, l’Economist osserva che l’Italia, «un tempo derisa per i suoi continui cambi di governo», oggi appare come «un’isola di relativa tranquillità e continuità». Meloni viene descritta come una politica esperta e capace, che ha costruito una stabilità rara nel sistema italiano. L’articolo ricostruisce la sua esperienza nella destra neo-fascista e post-Movimento sociale italiano, il ruolo nei governi Berlusconi e la progressiva trasformazione di Fratelli d’Italia nel partito più votato. Ma questo non significa che il settimanale celebri senza riserve il governo. Al contrario, l’articolo sottolinea che il governo Meloni è tenuto insieme da equilibri delicati: la presenza della Lega su posizioni radicali e quella di Forza Italia più vicina al centro fa sì che – scrive l’Economist – «se Meloni provasse a portare avanti politiche più radicali, i suoi alleati di centrodestra potrebbero farla cadere». Per questo, il settimanale definisce l’approccio del governo come un «conservatorismo di gestione, molto forte sulla stabilità ma carente nelle riforme».

La sezione dedicata all’economia è ancora più chiara nel mostrare i limiti dell’azione governativa. Secondo l’Economist, negli ultimi anni l’Italia è stata investita da «un’ondata di denaro senza precedenti», tra Superbonus, “bonus Facciate” e soprattutto i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). A proposito, il settimanale cita le parole dell’economista Francesco Grillo, secondo cui «senza i fondi europei l’Italia sarebbe probabilmente in profonda recessione».

Nonostante tutte queste risorse, però, quest’anno la crescita prevista del Prodotto interno lordo (PIL) «non supera lo 0,7 per cento», e l’articolo segnala che, se non si considera le difficoltà della Germania, l’Italia è stato l’unico grande Paese dell’Ue a registrare una contrazione del PIL nel secondo trimestre di quest’anno. 

L’Economist rileva anche la lentezza nell’attuazione delle riforme: per esempio, la legge per accelerare i tempi della giustizia richiede nuove assunzioni e investimenti, che il governo finora non ha finanziato. 

L’articolo affronta poi il capitolo immigrazione. Il piano di trasferire i richiedenti asilo in Albania viene descritto come più volte «bloccato dai giudici», compresa una recente decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea. Pur avendo contestato le sentenze, Meloni le ha rispettate, elemento che per l’Economist indica l’abbandono delle tentazioni autoritarie del passato. Ma il pezzo aggiunge che persistono timori interni: la riforma costituzionale che rafforza il presidente del Consiglio, il «controllo virtuale» della RAI da parte del governo e la tendenza di Meloni citare in giudizio giornalisti e critici vengono presentati come segnali preoccupanti.

Il profilo che ne emerge è quello di una leader «spesso contraddittoria», che «un momento soffia fuoco populista e quello dopo mostra un senso moderato». Secondo l’Economist, questa strategia di equilibrio le ha permesso finora di rimanere forte politicamente, ma non scioglie i nodi economici e istituzionali messi in luce dal pezzo.

Oltre la narrazione di Fratelli d’Italia

Nel complesso, quindi, il post pubblicato da Fratelli d’Italia presenta un resoconto molto selettivo dei contenuti dell’Economist

Nel video rilanciato dal partito compare soltanto il passaggio più favorevole del reel, quello sulla durata del governo, mentre non viene riportata alcuna delle considerazioni critiche presenti nel video completo, né tantomeno quelle contenute nell’articolo a cui il reel rimanda. 

La didascalia del post attribuisce inoltre all’Economist un riconoscimento della «crescita economica» ottenuta dal governo Meloni, quando invece proprio l’andamento dell’economia è il principale punto debole messo in evidenza dal settimanale.

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