Nel 2021 sono morte 63 mila persone in più rispetto alle attese

I dati sulla mortalità in eccesso mostrano l’impatto della pandemia nell’anno appena trascorso
Ansa
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Con l’ondata di contagi causata dalla variante omicron, è tornata di attualità la tesi secondo cui i morti di Covid-19 registrati in Italia sono più di quelli realmente causati dalla malattia. La teoria dei morti “con”, e non “per”, Covid-19 è uno di quei luoghi comuni che tornano a ogni ondata, non solo nel nostro Paese, e ora nuovi numeri mostrano ancora una volta come questa tesi sia priva di fondamento. 

Il 2 marzo l’Istat ha infatti pubblicato i nuovi dati sulla mortalità del 2021: se le persone morissero “con” la Covid-19, e non “per” la Covid-19, ci aspetteremmo di non avere un numero di morti in più rispetto agli anni passati. Ma le cose non stanno così.

L’eccesso di mortalità, in numeri

In tutto il 2021, dice l’Istat, in Italia si sono registrati 63 mila morti in più rispetto alla media dei cinque anni tra il 2015 e il 2019, il periodo che si utilizza come riferimento per capire che cosa sta succedendo da quando c’è la pandemia. Nel complesso è morto quasi il 10 per cento delle persone in più rispetto alle attese. Nel 2020 l’eccesso di mortalità era stato di 100 mila decessi, pari al 15 per cento. 

L’anno scorso l’eccesso di mortalità si è concentrato in particolar modo nei primi mesi dell’anno, quando l’Italia è stata colpita dalla terza ondata di coronavirus. Tra marzo e aprile del 2021 sono stati infatti registrati circa 22.900 decessi in eccesso, ma tutti i mesi dell’anno passato hanno in ogni caso avuto un eccesso di mortalità, con un minimo di 1.900 a luglio. 

I dati comunicati dalle regioni all’Istituto superiore di sanità (Iss), aggiornati al 3 marzo, mostrano che nel 2021 in Italia ci sono stati circa 59.100 morti diagnosticati per Covid-19, circa 4 mila in meno rispetto all’eccesso di mortalità. La maggior parte si è concentrata nei primi quattro mesi dell’anno: gennaio e luglio, rispettivamente con 985 e 330 decessi, sono stati i mesi con meno morti in eccesso.

Va inoltre sottolineato che l’eccesso di mortalità sale nel momento in cui salgono i decessi per Covid-19. Un chiaro esempio di questa dinamica è quanto avvenuto tra l’autunno e l’inverno. I dati Istat mostrano infatti che l’eccesso di mortalità tra ottobre e novembre era stato in media di 3.100 decessi circa, mentre a dicembre è salito a 7 mila. Proprio a dicembre l’Italia è stata colpita dalla variante omicron che, sebbene dia sintomi meno gravi di quelle precedenti, resta comunque molto pericolosa data la sua alta contagiosità. 

Ricapitolando: come abbiamo anticipato, se davvero i decessi fossero “con” e non “per” Covid-19, ci si attenderebbe di avere un eccesso di mortalità minore dei decessi diagnosticati come Covid-19, perché si tratterebbe di persone che sarebbero morte comunque. Invece non è così, anzi: di fronte a un’ondata di contagi, l’eccesso di mortalità risulta maggiore dei decessi per Covid-19, segno che molto probabilmente una parte dei decessi causati dalla malattia non è stata conteggiata. Per avere maggiori dettagli su questo punto, si dovrà attendere la pubblicazione dei dati sulle cause di morte, che avviene con due anni di ritardo.
Va tenuto poi conto che i dati Istat non sono ancora definitivi in quanto le anagrafi, in particolar modo quelle delle grandi città, sono lente nel registrare i decessi e quindi ci sono decessi avvenuti nel 2021 che non risultano ancora nei dati. È probabile che, con i prossimi aggiornamenti, il dato sull’eccesso di mortalità aumenti dunque leggermente. 

Inoltre, nel corso del 2021 la stagione influenzale è stata sensibilmente meno forte rispetto al passato, con una dinamica simile a quella che si è vista nel 2020. Uno studio condotto dall’Iss ha evidenziato come l’influenza in Italia causi in media 17 mila decessi all’anno, con un’alta variabilità: sono stati 7 mila nel 2013-14 e 25 mila nel 2016-17. Questo fa sì che l’eccesso di mortalità sia particolarmente sottostimato tra dicembre e febbraio, dove solitamente si concentrano i morti da influenza. 

Allo stesso tempo, va considerato che l’invecchiamento della popolazione porta sì a un aumento del numero di decessi attesi, ma ciò non è minimamente sufficiente a bilanciare quanto avvenuto nel 2021.

Gli anziani sono i più colpiti

Nel 2021 l’aumento della mortalità si è concentrato tutto tra le classi di età più anziane. Sotto i 50 anni infatti ci sono stati circa 1.300 decessi in meno rispetto alla media del 2015-2019 (-7 per cento), mentre sopra i 50 anni ci sono stati intorno ai 64.800 decessi in più (+10,3 per cento).

I dati dell’Iss, diffusi dall’Istituto nazionale di fisica nucleare, mostrano che circa 58.300 mila decessi di Covid-19 sono avvenuti tra gli over 50, mentre 869 tra gli under 50. Nel complesso il 98,5 per cento dei decessi è quindi concentrato nella popolazione con più di 50 anni.

L’aumento di morlità ha colpito di più gli anziani perché la Covid-19 è una malattia che causa sintomi gravi, con conseguente ricovero in ospedale, soprattutto nelle persone over 60. E al crescere dell’età aumenta anche il rischio di morire. L’eccesso di mortalità ha infine colpito di più gli uomini rispetto alle donne.

In conclusione

In Italia nel corso del 2021 sono morte 63 mila persone in più rispetto alla media del 2015-2019, a fronte di circa 59.100 mila morti per Covid-19 comunicati all’Iss. Questo conferma che si muore “per” la Covid-19 e non “con”, perché altrimenti i due dati sarebbero invertiti. 

L’eccesso di mortalità è tutto concentrato tra gli over 50, con un aumento dei decessi del 15 per cento tra gli over 90. La Covid-19 rimane infatti una malattia che colpisce in gran parte la popolazione anziana e la cui pericolosità cresce al crescere dell’età.

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