La reunion degli Oasis è arrivata al Parlamento europeo

Il motivo è il dynamic pricing, che ha fatto salire il prezzo dei biglietti dei concerti. Due parlamentari del PD hanno scritto un’interrogazione alla Commissione Ue
Ansa
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La tanto attesa reunion degli Oasis, la band inglese scioltasi nel 2009, ha creato non solo entusiasmo tra i fan, ma anche diverse polemiche, tra cui quella sui prezzi dei biglietti, che è arrivata addirittura alla Commissione europea. Durante la fase di vendita dei biglietti su Ticketmaster, infatti, molti consumatori hanno visto i prezzi quadruplicare nell’arco di pochi minuti: questo fenomeno, causato dal dynamic pricing (in italiano “prezzo dinamico”), ha generato le critiche dei consumatori e di alcuni politici. 

Lo scorso 3 settembre il parlamentare europeo del Partito Democratico Brando Benifei ha annunciato su X di aver presentato, insieme al collega Pierfrancesco Maran, «un’interrogazione alla Commissione europea» per chiedere un intervento delle istituzioni europee. «Dobbiamo intervenire per limitare queste pratiche e difendere i diritti dei consumatori», ha spiegato Benifei. Lo stesso giorno la pagina Instagram dei parlamentari europei del PD ha pubblicato un post per denunciare il dynamic pricing, scrivendo che questa strategia rischia di compromettere i principi di equità e accessibilità all’interno del mercato unico europeo.
Ma che cos’è esattamente il dynamic pricing e perché sta diventando un tema così discusso anche dalla politica? Facciamo un po’ di chiarezza.

Di che cosa stiamo parlando

Il dynamic pricing è una strategia commerciale basata sull’uso di modelli statistici e algoritmi avanzati per modificare i prezzi in tempo reale, in risposta a variazioni della domanda e di altre variabili di mercato, tra cui il comportamento dei consumatori. Questo sistema è spesso usato in settori come l’aviazione, l’ospitalità e l’e-commerce, con l’obiettivo di ottimizzare i ricavi delle aziende. La flessibilità dei prezzi permette loro di adattarsi rapidamente alle condizioni di mercato e di massimizzare il profitto, segmentando i consumatori in base alla loro disponibilità a pagare. In poche parole, se avete mai acquistato un biglietto aereo online, oppure se avete usato piattaforme come Booking o Amazon, avete avuto quasi sicuramente a che fare con il dynamic pricing.

Nel caso dei biglietti dei concerti, il dynamic pricing può aumentare il prezzo in modo significativo quando la domanda è elevata, come successo durante la vendita per la reunion degli Oasis, in programma tra luglio e agosto 2025 con 17 date. Il sistema può anche garantire una distribuzione più efficiente delle risorse, evitando fenomeni come il “tutto esaurito” immediato e la speculazione nel mercato secondario, dove vengono rivenduti biglietti a prezzi più alti. In ogni caso, la preoccupazione espressa da molti consumatori e politici nei confronti di questa pratica riguarda la trasparenza del processo e l’impatto su coloro che si trovano improvvisamente esclusi a causa dei prezzi troppo elevati.

Qualche esempio

Nel mercato aereo il dynamic pricing è ampiamente usato per gestire la domanda e aumentare i ricavi delle compagnie aeree. Le aziende impiegano algoritmi avanzati per modificare i prezzi dei biglietti in tempo reale, basandosi su vari fattori, come la domanda, il momento della prenotazione e la disponibilità dei posti.

Per esempio, i biglietti acquistati con largo anticipo tendono ad avere prezzi più bassi rispetto a quelli prenotati all’ultimo minuto. Questo approccio incentiva i viaggiatori a pianificare in anticipo, permettendo alle compagnie aeree di vendere i posti a tariffe più favorevoli e di gestire meglio la capacità. I prezzi dei biglietti possono poi variare in base alla stagione, al giorno della settimana e all’orario del volo. Durante i periodi di alta domanda, come le vacanze estive o le festività, i prezzi tendono a salire. Al contrario, durante i periodi di bassa domanda, i prezzi possono scendere per attrarre più passeggeri.

I biscotti alla Nutella

Sebbene il dynamic pricing possa sollevare preoccupazioni, questa pratica può offrire vantaggi alle aziende e ai consumatori. Uno degli aspetti principali è la capacità di bilanciare domanda e offerta in modo efficace. Nel caso del concerto degli Oasis, la domanda ha superato di gran lunga l’offerta disponibile di biglietti, spinta anche dal fatto che la band non si esibisce insieme da quindici anni, e molti fan temono che questa possa essere l’ultima occasione di vederli dal vivo. 

Quando l’offerta è limitata, come nel caso dei concerti o di eventi con posti limitati, il prezzo agisce come un meccanismo regolatore, aumentando in risposta all’alta domanda e contribuendo a ridurre la pressione. Questo fenomeno non si limita solo agli eventi musicali, ma coinvolge anche prodotti di largo consumo, come è successo per esempio nel caso dei “Nutella Biscuits”, i biscotti prodotti da Ferrero arrivati in Italia nel 2019. Dopo il loro lancio, la domanda per questo prodotto è stata così elevata che molti supermercati in Italia si sono trovati con scaffali vuoti nel giro di poche settimane. Di conseguenza, alcuni supermercati sono stati costretti a imporre un limite giornaliero all’acquisto per evitare il fenomeno del bagarinaggio, come avvenuto in alcune città italiane, dove i Nutella Biscuits venivano rivenduti con un forte ricarico.

Se fosse stato applicato il dynamic pricing, il prezzo dei Nutella Biscuits sarebbe aumentato in risposta all’alta domanda, riducendo la pressione sugli scaffali e permettendo una distribuzione più equilibrata del prodotto. Il mantenimento di un prezzo fisso ha invece favorito la scarsità, lasciando molti consumatori a mani vuote e aprendo la porta alla speculazione nel mercato secondario. Allo stesso modo, chi vuole difendere l’uso di questo strumento potrebbe dire che se non fosse stato utilizzato il dynamic pricing per i biglietti degli Oasis, i consumatori sarebbero stati vittime del fenomeno del bagarinaggio.

Le regole europee

La regolamentazione del mercato unico europeo non vieta il dynamic pricing, che non è considerata una pratica tariffaria sleale. «I rivenditori possono utilizzare algoritmi per seguire le tue preferenze di navigazione online e fissare i prezzi di conseguenza», specifica il portale Your Europe dell’Unione europea, aggiungendo però che «in quanto consumatore hai diritto a una piena trasparenza dei prezzi».

Le norme Ue quindi consentono ai venditori di utilizzare questa pratica, a patto però di rispettare alcune regole di trasparenza e non discriminazione. La Commissione Ue inoltre stabilisce che non è consentito differenziare i prezzi solo sulla base della nazionalità o del Paese di residenza, a meno che non vi siano ragioni oggettive, come per esempio i costi di spedizione. Un aspetto cruciale della normativa è la trasparenza: i consumatori devono essere informati se il prezzo che vedono è deciso attraverso algoritmi e processi automatizzati. Ciò significa che se un venditore usa il dynamic pricing per adattare i prezzi alle preferenze o ai comportamenti di navigazione dei consumatori, è obbligato a comunicarlo chiaramente. La Commissione Ue ha il compito di vigilare su queste pratiche, garantendo che il dynamic pricing non si traduca in una discriminazione ingiustificata e che i consumatori siano pienamente informati sui meccanismi che determinano il prezzo.

Le indagini del Regno Unito

Oltre agli europarlamentari del PD, sul caso dei biglietti per la reunion degli Oasis si è attivata anche la Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito, l’autorità britannica che si occupa di regolare la concorrenza (simile all’Agcm italiana). Questa autorità ha avviato un’indagine su Ticketmaster sulla vendita dei biglietti per i concerti degli Oasis, con particolare attenzione all’uso del “prezzo dinamico”. Questa azione segue le segnalazioni da parte dei fan che hanno sollevato dubbi su come il dynamic pricing venga applicato e comunicato ai consumatori.

Neanche la legge britannica vieta il dynamic pricing, come spiega la stessa autorità, ma Ticketmaster è tenuta a informare i potenziali acquirenti che «i biglietti potevano essere soggetti al dynamic pricing, con prezzi che cambiavano a seconda della domanda, e come questo avrebbe funzionato, compreso il prezzo che avrebbero pagato per i biglietti acquistati».

L’interrogazione di Benifei

L’interrogazione presentata da Benifei e Maran, disponibile sul sito del Parlamento europeo, parte citando il caso dei concerti degli Oasis, in cui «i fan hanno atteso diverse ore per vedere il prezzo di un biglietto aumentare di quattro volte (da 96.50 euro a oltre 400 euro) a causa del dynamic pricing applicato da Ticketmaster». Di conseguenza, secondo i due parlamentari europei questa strategia commerciale «potrebbe violare i principi di equità e accessibilità su cui si basa il mercato unico», e per questo hanno chiesto alla Commissione europea di rispondere a tre domande: se il dynamic pricing sia conforme  all’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), che vieta l’imposizione di prezzi eccessivi da parte di un’impresa dominante; se è stata o meno verificata la necessità di un intervento sul tema per tutelare i consumatori; e se si impegnerà in futuro a «introdurre regole per limitare queste pratiche e proteggere i consumatori, con particolare riguardo all’offerta culturale, sportiva e di entertainment».

Senza entrare nel merito dell’interrogazione, dato che la Commissione Ue deve ancora rispondere ufficialmente a Benifei e Maran, va detto che negli ultimi anni le istituzioni europee hanno esaminato diversi casi legati ai prezzi dinamici e finora non si è mai ritenuto necessario regolamentare in modo restrittivo questa pratica. Come ha chiarito la Commissione Ue il 27 settembre 2023, il dynamic pricing «non è vietato dalla normativa europea sulla protezione dei consumatori. Le aziende sono libere di stabilire i propri prezzi, a patto che informino adeguatamente i consumatori sul costo totale».

Inoltre, la Commissione ha sottolineato che «le pratiche commerciali legate al dynamic pricing potrebbero, in determinate circostanze, violare la Direttiva sulle pratiche commerciali sleali (la numero 2005/29/CE, ndr), per esempio se i prezzi vengono aumentati durante il processo di prenotazione dopo che il consumatore è già passato alla fase di pagamento». Sull’articolo 102 del TFUE citato nell’interrogazione, invece, la stessa direttiva ha specificato che nonostante questo articolo «si applichi a diversi tipi di abusi di prezzo, inclusi quelli che sfruttano direttamente i consumatori, ciò avviene solo in particolari circostanze che devono essere valutate caso per caso. Attualmente non esiste alcun precedente nel diritto della concorrenza dell’Ue riguardante il cosiddetto dynamic pricing».

Sempre a settembre 2023, il Parlamento italiano ha convertito in legge, modificandolo, il cosiddetto “decreto Asset”, con cui il governo voleva in origine fissare un tetto al prezzo dei voli aerei. Nel testo convertito in legge il tetto al prezzo dei voli è stato però eliminato per via delle proteste delle compagnie aeree low cost e dei rilievi fatti dai vertici europei. «La concorrenza sostenibile con la libera fissazione dei prezzi è di solito la migliore garanzia di prezzi accessibili nel mercato del trasporto aereo liberalizzato e di grande successo dell’Ue», avevano fatto sapere dalla Commissione europea dopo l’approvazione del provvedimento da parte del governo ad agosto dello scorso anno.

Un dibattito aperto

Il dynamic pricing è una pratica complessa che, se gestita in modo trasparente e corretto, può offrire benefici sia alle aziende che ai consumatori, migliorando l’efficienza nella distribuzione di beni e servizi e ottimizzando i ricavi. Ma, come sottolineato dalle preoccupazioni sollevate dai consumatori e dai politici, è fondamentale che questa strategia rispetti le norme di trasparenza e non sfoci in abusi, soprattutto quando si tratta di eventi ad alta domanda come la reunion degli Oasis.

La normativa europea e britannica non vieta il dynamic pricing, ma impone obblighi stringenti in termini di trasparenza verso i consumatori. La Commissione Ue, pur monitorando attentamente queste pratiche, non ha finora ritenuto necessario intervenire con misure restrittive. Il dibattito su questa strategia di prezzo rimane aperto, soprattutto per garantire che i consumatori non siano penalizzati da aumenti eccessivi e improvvisi dei prezzi durante i processi di acquisto, ma al contempo non bisogna dimenticare il ruolo del dynamic pricing nell’evitare fenomeni come il bagarinaggio.

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