Il divario di genere sul lavoro nell’Ue, in quattro mappe

L’Italia è uno dei Paesi con le maggiori differenze tra il tasso di occupazione degli uomini e quello delle donne, e non solo
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L’Italia è uno dei Paesi europei con le maggiori disuguaglianze tra uomini e donne nel mercato del lavoro. Nel nostro Paese il tasso di occupazione delle donne è nettamente più basso rispetto agli altri Stati membri dell’Unione europea; già a inizio carriera le donne guadagnano meno degli uomini, e più si va avanti nell’età, più aumenta il divario. 

Dall’occupazione agli stipendi, vediamo quanto è ampio il divario di genere sul mercato del lavoro in quattro grafici.

Le differenze nei tassi di occupazione

Nel 2022 nell’Ue il tasso di occupazione era pari in media al 74,6 per cento nella fascia tra i 20 e i 64 anni, con differenze marcate tra uomini e donne. Tra gli uomini il tasso di occupazione era pari all’80 per cento, mentre tra le donne del 69,3 per cento. La differenza tra questi due indicatori, chiamata employment gap (in italiano “divario occupazionale”), è quasi di 11 punti percentuali.

Tra i 27 Paesi membri ci sono differenze notevoli sul divario di occupazione tra uomini e donne. In Lituania, il Paese con il divario minore, il tasso di occupazione degli uomini supera di 0,8 punti percentuali quello delle donne, mentre in Grecia il divario è pari a 21 punti. Dopo la Grecia, l’Italia è il secondo Paese europeo con l’employment gap più alto, pari a 19,7 punti, mentre la Romania è il terzo con 18,6 punti. Oltre alla Lituania, sotto i cinque punti percentuali ci sono la Finlandia (1,2), l’Estonia (2,9) e la Lettonia (3,1). 

Tra i grandi Paesi europei, la Spagna registra una differenza di 10,9 punti, la Germania di 7,8 e la Francia di 5,8. In generale i Paesi dell’Europa meridionale e orientale fanno peggio rispetto agli altri. Italia, Grecia e Romania, i tre Stati con la maggiore differenza nei tassi di occupazione, sono anche gli unici dove il tasso di occupazione femminile è inferiore al 60 per cento. L’Italia è il peggior Paese europeo, con il 55 per cento. Al primo posto c’è invece l’Estonia con l’80,4 per cento, seguita da Svezia, Paesi Bassi e Lituania, che hanno un tasso di occupazione femminile intorno al 79 per cento.

Quanto guadagnano in meno le donne

Passando alla retribuzione, nel 2021 (anno per cui sono disponibili i dati più aggiornati) le donne nell’Ue guadagnavano in media il 12,7 per cento in meno rispetto agli uomini. Il Lussemburgo è l’unico Paese europeo dove le donne guadagnano leggermente di più rispetto agli uomini, pari allo 0,2 per cento. In Estonia il cosiddetto gender pay gap (in italiano “divario retributivo di genere”) è il più alto: le donne guadagnano il 20,5 per cento in meno degli uomini. 

L’Italia è il quinto paese con il divario minore, con una differenza del 5 per cento. Il dato italiano è migliore di quello degli altri grandi Paesi europei: in Spagna è all’8,9 per cento, in Francia al 15,4 per cento e in Germania al 17,6 per cento. Il dato tedesco è il terzo peggiore dopo quello estone e austriaco. 

In generale le differenze retributive aumentano al crescere dell’età. In Italia sotto i 25 anni di età la differenza è del 3 per cento, tra i 25 e i 44 anni del 4,8 per cento, tra i 45 e i 54 anni del 6,7 per cento, tra i 55 e i 64 anni del 9,2 per cento e arriva al 15,8 per cento sopra i 65 anni.

Le differenze complessive nelle retribuzioni

Tra le altre cose, Eurostat elabora il gender overall earning gap (Goeg), un indice sintetico che mette insieme lo stipendio medio orario, il numero di ore medio pagato per mese e il tasso di occupazione. In base ai dati più aggiornati, nel 2018 il divario di retribuzione complessivo di genere nell’Ue era pari al 36,2 per cento.

Austria, Paesi Bassi, Italia, Germania e Grecia sono i Paesi con le maggiori disuguaglianze tra uomini e donne, con un indice tra il 41 e il 44 per cento. Tra i Paesi migliori ci sono invece Portogallo, Lituania e Slovenia, con un indice tra il 20 e il 21 per cento. La Spagna è al 33 per cento, mentre la Francia al 29,6 per cento. Nel caso italiano, sull’indice pesa la differenza occupazionale tra uomini e donne, mentre per la Germania pesano di più le differenze retributive.

Le donne si laureano di più degli uomini

Sebbene le donne guadagnino di meno, in tutti i Paesi europei hanno un livello di istruzione maggiore rispetto agli uomini. In media nell’Unione europea il 47,6 per cento delle donne tra i 25 e i 34 anni è laureato contro il 36,5 per cento degli uomini. 

I Paesi che registrano le maggiori differenze tra uomini e donne sono Slovenia, Slovacchia, Lettonia, Estonia e Croazia dove il tasso di laurea delle donne è tra i 20 e i 24 punti superiore a quello degli uomini, mentre il Paese dove c’è la maggiore uguaglianza è la Germania con una differenza di 4,6 punti. In Italia la differenza è di 12,4 punti, in Spagna di 12,9 punti e in Francia di 7,4 punti.

Va comunque considerato che i tassi di laurea variano molto tra i Paesi. L’Italia ha il secondo minor numero di laureati nell’Ue (29,9 per cento) dopo la Romania (24,7 per cento). Considerando solo le donne, in Italia il 35,5 per cento delle donne tra i 25 e i 34 anni ha una laurea, contro il 39,5 per cento della Germania, il 54 per cento della Francia e il 57 per cento della Spagna. Sette Paesi superano il 60 per cento e i due Paesi migliori sono Cipro e Lituania, con il 67,1 per cento. L’unico Paese che fa peggio dell’Italia è la Romania, dove le donne laureate sono il 28,4 per cento.

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