Si è già dimesso il nuovo capo di gabinetto del Ministero della Cultura

Il passo indietro di Spano, nominato pochi giorni fa, è stato annunciato dal ministro Giuli. C’entra un’inchiesta della trasmissione televisiva Report
ANSA/FABIO CIMAGLIA
ANSA/FABIO CIMAGLIA
Nel pomeriggio di mercoledì 23 ottobre il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha annunciato di aver accettato le dimissioni del suo capo di gabinetto, Francesco Spano, nominato pochi giorni fa, il 14 ottobre. «Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del capo di gabinetto, Francesco Spano. A lui va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore», si legge nel comunicato. «Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il Ministero della Cultura».

Il capo di gabinetto è una figura importante nello staff di un ministro: ha il compito di dirigere gli uffici di sua diretta collaborazione e, più in generale, deve collegare l’attività del ministro alla gestione del suo ministero di competenza.

Le voci delle dimissioni di Spano si erano fatte insistenti nelle scorse ore dopo che ieri Sigfrido Ranucci, il conduttore della trasmissione televisiva Report su Rai 3, aveva annunciato un nuovo servizio che riguardava il Ministero della Cultura. Oggi Report ha pubblicato sui social uno spezzone del servizio, in cui si sostiene che il compagno di Spano, Marco Carnabuci, è rimasto consulente legale del Museo MAXXI di Roma anche nel 2022, quando Spano ne è diventato segretario sotto la presidenza di Giuli.
Negli scorsi giorni la nomina di Spano a capo di gabinetto del Ministero della Cultura era stata criticata da vari parlamentari che sostengono il governo Meloni e dall’associazione anti-abortista Pro Vita & Famiglia, per una vicenda di alcuni anni fa. 

Dal 2015 al 2017, durante i governi Renzi e Gentiloni, Spano ha guidato l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), un ufficio della Presidenza del Consiglio dei ministri che si occupa di promuovere la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica. Durante il suo mandato, Spano è stato coinvolto in uno scandalo che ha riguardato presunti finanziamenti assegnati dall’Unar a un’associazione LGBT, accusata di praticare prostituzione all’interno dei suoi circoli. Successivamente è stato chiarito che il finanziamento dell’Unar all’associazione in questione, che era stato bloccato in seguito alle polemiche, non presentava irregolarità.

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