Il 10 marzo la Camera ha approvato la proposta di legge sulla cosiddetta “morte volontaria medicalmente assistita”, più comunemente chiamata “suicidio assistito” o “eutanasia indiretta” con 253 voti favorevoli, 117 contrari e un astenuto. La legge, che ora passerà all’esame del Senato, è stata sostenuta dal Movimento 5 stelle e dal Partito democratico, con Italia viva che ha lasciato libertà di coscienza ai propri deputati. Sul fronte opposto, insieme a Fratelli d’Italia, hanno votato contro la proposta i due partiti di centrodestra che fanno parte della maggioranza di governo, Lega e Forza Italia (alcuni deputati di quest’ultima hanno però votato a favore).
Il testo approvato alla Camera prevede che i medici possano eseguire il suicidio assistito – quindi fornire a un paziente che ne faccia richiesta, e che abbia tutti i requisiti necessari, un farmaco che metta fine alla sua vita – senza andare incontro a conseguenze penali. Oggi infatti la pratica è illegale e può essere considerata come una forma di istigazione o aiuto al suicidio (reato punito dall’articolo 580 del codice penale) o come omissione di soccorso (art. 593).
La proposta di legge è stata il risultato di una lunga attività di mediazione tra le forze politiche. Ma diversi punti del testo approvato dalla Camera, dall’obiezione di coscienza ai requisiti per l’accesso alla pratica, restano ancora dibattuti.
Il testo approvato alla Camera prevede che i medici possano eseguire il suicidio assistito – quindi fornire a un paziente che ne faccia richiesta, e che abbia tutti i requisiti necessari, un farmaco che metta fine alla sua vita – senza andare incontro a conseguenze penali. Oggi infatti la pratica è illegale e può essere considerata come una forma di istigazione o aiuto al suicidio (reato punito dall’articolo 580 del codice penale) o come omissione di soccorso (art. 593).
La proposta di legge è stata il risultato di una lunga attività di mediazione tra le forze politiche. Ma diversi punti del testo approvato dalla Camera, dall’obiezione di coscienza ai requisiti per l’accesso alla pratica, restano ancora dibattuti.