Il 24 ottobre è entrato in vigore il nuovo decreto-legge approvato dal governo per modificare la lista dei Paesi considerati “sicuri” dall’Italia e mantenere operativi i centri per migranti costruiti in Albania. Il provvedimento è stato preso dopo che il 18 ottobre il Tribunale di Roma non aveva convalidato il trattenimento dei primi 12 richiedenti asilo trasferiti in Albania, prendendo questa decisione sulla base di una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. In una conferenza stampa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha detto che i giudici italiani non hanno «ben compreso» la sentenza della Corte europea, sostenendo che questa non impedisce il trattenimento dei migranti in Albania e che il nuovo decreto-legge dovrà essere rispettato dai giudici.
Ma in concreto, che cosa prevede il nuovo provvedimento del governo? Davvero permetterà di superare le decisioni dei giudici italiani e la sentenza della Corte di giustizia dell’Ue? Oppure anche questo decreto-legge rischia di rimanere disapplicato? Punto per punto, facciamo chiarezza su una questione piuttosto articolata.
Ma in concreto, che cosa prevede il nuovo provvedimento del governo? Davvero permetterà di superare le decisioni dei giudici italiani e la sentenza della Corte di giustizia dell’Ue? Oppure anche questo decreto-legge rischia di rimanere disapplicato? Punto per punto, facciamo chiarezza su una questione piuttosto articolata.