Alla fine il governo non ha messo oltre 2 miliardi per l’Emilia-Romagna

L’annuncio fatto due settimane fa da Meloni è stato smentito dal testo ufficiale del decreto-legge: c’è mezzo miliardo di euro in meno e le risorse sono state recuperate tagliando varie voci
ANSA
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Gli annunci del governo Meloni sugli aiuti per l’Emilia-Romagna non sono stati rispettati dai fatti. Lo dimostra il contenuto del decreto-legge pubblicato il 1° giugno in Gazzetta Ufficiale, annunciato dieci giorni prima dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il 23 maggio Meloni aveva dichiarato in conferenza stampa che il provvedimento, approvato quel giorno dal Consiglio dei ministri, stanziava «oltre 2 miliardi di euro per le zone colpite dall’alluvione». Due giorni dopo, durante la visita in Emilia-Romagna della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, la presidente del Consiglio ha parlato di uno stanziamento di «2 miliardi e 200 milioni di euro per affrontare l’emergenza», cifra ribadita il 28 maggio in un’intervista con Il Messaggero.

Per una decina di giorni sono circolate bozze del decreto-legge, ma ora che è disponibile la versione definitiva del provvedimento è stato possibile verificare se alle parole di Meloni sono seguiti i fatti oppure no. Testo del provvedimento alla mano, abbiamo controllato e no, alla fine nel decreto-legge non ci sono 2,2 miliardi di euro per l’Emilia-Romagna. La cifra è più bassa di almeno mezzo miliardo di euro e le risorse sono state recuperate tagliando vari fondi.

I soldi nel decreto

Il decreto-legge con gli aiuti per l’Emilia-Romagna è composto da 23 articoli. Non tutti prevedono oneri per lo Stato, ossia costi a cui far fronte per finanziare le misure a sostegno delle zone colpite dall’alluvione. Per esempio rientrano in questa categoria il rinvio dei processi civili e penali (art. 2) e il rafforzamento degli interventi del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese nei comuni colpiti dall’alluvione (art. 9), con cui lo Stato fa da garante per una parte dei prestiti ricevuti dalle aziende.

Secondo le verifiche di Pagella Politica, 11 articoli sui 23 che compongono il decreto prevedono oneri per le casse dello Stato, per un totale di oltre 1,6 miliardi di euro. Lo stanziamento più alto è quello per la cassa integrazione emergenziale (art. 7) dei lavoratori colpiti dall’emergenza: 620 milioni di euro per consentire nel 2023 una copertura in deroga fino a un massimo di 90 giornate. Secondo Il Sole 24 Ore, la platea dei beneficiari è di circa 300 mila persone, tra cui occupati a termine e stagionali. Per finanziare questa misura, 400 milioni di euro sono stati recuperati riducendo gli stanziamenti per il “Fondo di integrazione salariale”, che fornisce supporto ai lavoratori in caso di riduzione dell’attività lavorativa; 50 milioni riducendo il “Fondo sociale per occupazione e formazione”, che finanzia misure per incentivare l’occupazione; e 150 milioni dai risparmi ottenuti con il taglio del reddito di cittadinanza. 

Per sostenere le imprese esportatrici il governo ha deciso (art. 10) di consentire una spesa fino a un massimo di 300 milioni di euro già a disposizione di Simest. Quest’ultima è una società del gruppo Cassa e depositi e prestiti, controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività. 

Poco più di 250 milioni di euro serviranno invece per finanziare il sostegno al reddito dei lavoratori autonomi. Il decreto-legge ha stabilito (art. 8) che dal 1° maggio al 31 agosto ogni lavoratore autonomo residente nelle zone colpite dall’alluvione potrà ottenere un’indennità una tantum di 500 euro per ciascun periodo di sospensione del lavoro, non superiore alle due settimane. Al massimo ogni lavoratore autonomo potrà ricevere fino a 3 mila euro. Il governo ha anche rifinanziato (art. 18) con 200 milioni di euro il “Fondo per le emergenze nazionali” (a cui andranno i ricavi delle estrazioni settimanali aggiuntive del gioco del Lotto e del Superenalotto).

Le coperture per entrambe queste due misure – l’indennità per gli autonomi e il rifinanziamento del fondo – sono descritte dall’articolo 22 del provvedimento, che è indicato come fonte di finanziamento per altri provvedimenti presenti nel decreto. In base a questo articolo, 404 milioni di euro sono stati recuperati cancellando la norma, contenuta nel decreto contro i rincari energetici di fine marzo scorso, con cui il governo aveva ridotto il contributo di solidarietà temporaneo che le aziende energetiche devono versare sugli extraprofitti fatti negli ultimi mesi. Quasi 130 milioni di euro sono stati invece recuperati tagliando le risorse messe a disposizione a fine marzo per finanziare il cosiddetto “bonus sociale” per il riscaldamento. Quest’ultima è una misura che riduce la spesa sostenuta dalle famiglie in condizioni di disagio economico per la fornitura di gas.

Il governo ha poi creato (art. 14) un fondo dedicato agli interventi di tutela e di ricostruzione del patrimonio culturale danneggiato dalle alluvioni. Per finanziare questo fondo, dal 15 giugno al 15 settembre i biglietti di ingresso dei musei statali saranno aumentati di un euro. Il Ministero della Cultura ha tempo fino alle fine di giugno per approvare un decreto con le modalità di assegnazione delle risorse recuperate con questo provvedimento.

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