No, la Svezia non sta costruendo un enorme cimitero per la guerra

Crosetto ha travisato una notizia circolata mesi fa, parlando di un’area destinata alla sepoltura del 5 per cento della popolazione
ANSA
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Il 3 luglio, il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato ascoltato in audizione davanti alle commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato, per parlare dell’aumento delle spese militari concordato tra i Paesi della NATO.

Nel suo intervento, Crosetto ha dichiarato che la Russia sta potenziando il suo arsenale militare e che, «entro cinque anni al massimo, potrebbe acquisire la capacità militare tale da minacciare direttamente il territorio dell’Alleanza». Per rafforzare questa affermazione, il ministro ha citato (min. 16:50) una notizia che lo «ha colpito profondamente»: quella secondo cui la Svezia «ha messo in costruzione un cimitero che possa ospitare il 5 per cento della sua popolazione».

Senza entrare nel merito dell’affermazione sulla minaccia russa, a oggi non ci sono prove che confermino la costruzione in Svezia di un cimitero in grado di ospitare una simile porzione della popolazione, cioè oltre 500 mila persone, su una popolazione totale di 10,5 milioni. Con ogni probabilità, Crosetto ha travisato una notizia reale, estrapolandola dal contesto e ingigantendola.

Come si è diffusa la notizia

Nel dicembre scorso, alcune testate giornalistiche italiane hanno raccontato che la Svezia si stava preparando ad ampliare i posti nei cimiteri in vista di un’eventuale guerra. Il 15 dicembre, per esempio, il Fatto Quotidiano titolava un articolo: «La Svezia prepara i cimiteri per 30 mila soldati in caso di guerra con la Russia: pronti a seppellire il 5 per cento della popolazione». La notizia è stata poi ripresa anche da altre testate italiane, tra cui Rai News e SkyTG24. Gli articoli chiarivano però che il piano riguardava Göteborg, la seconda città svedese per numero di abitanti, dopo Stoccolma.

La fonte originaria era un servizio trasmesso il 13 dicembre da P4 Göteborg, un’emittente locale di Sveriges Radio, la radio pubblica svedese. Nel servizio si spiegava che la Chiesa di Svezia a Göteborg stava cercando almeno dieci ettari di terreno per poter seppellire, in caso di conflitto, fino a 30 mila persone. Questo numero corrisponde a circa il 5 per cento dei circa 570 mila abitanti di Göteborg.

Secondo quanto riferito da Katarina Evenseth, una rappresentante della Göteborgs Begravningssamfällighet (l’ente che gestisce i servizi di onoranze funebri a Göteborg per conto della Chiesa), l’obiettivo è prepararsi a gestire un elevato numero di sepolture in tempi rapidi, nel caso di una guerra o di un’altra emergenza grave. La richiesta della Chiesa nasce da un piano condiviso con l’Agenzia di protezione civile svedese. E non è nuova: già nel 2021 – quando non era ancora iniziata la guerra in Ucraina – la stessa Evenseth aveva parlato con una testata locale della necessità di ampliare lo spazio nei cimiteri di Göteborg, non per timori di una guerra, ma per ragioni demografiche.

Nel giro di pochi giorni, poi, la notizia su Göteborg è stata ripresa anche da testate internazionali, tra cui The Independent ed Euronews. Lo scorso 28 dicembre, l’agenzia di stampa Associated Press ha pubblicato un reportage da Göteborg, spiegando che la soglia del 5 per cento non è casuale, ma corrisponde a uno standard previsto dalla pianificazione funebre di emergenza, basato su una raccomandazione della Chiesa di Svezia. «Secondo le disposizioni della Chiesa di Svezia, supportate dai paragrafi legali della legge svedese sulle sepolture, le associazioni di sepoltura hanno la responsabilità di garantire la disponibilità di terreni sufficienti a seppellire circa il 5 per cento della popolazione di una parrocchia, se necessario», spiegava Associated Press.

In base alla legge svedese sulle sepolture, «la parrocchia che è responsabile delle operazioni funebri deve adottare i preparativi di emergenza necessari per queste operazioni durante uno stato di massima allerta». Nella legge non è però fissata una soglia precisa di posti da destinare nei cimiteri.

I chiarimenti

Il 10 gennaio 2025, il quotidiano Svenska Dagbladet – uno dei principali giornali svedesi – ha pubblicato un articolo che ricostruiva l’origine della notizia e spiegava come fosse stata amplificata in modo fuorviante da alcuni media internazionali. Il giornale ha chiarito che il 5 per cento non si riferisce alla popolazione dell’intera Svezia, ma è una soglia utilizzata per calcolare, a livello locale, quanto terreno sia necessario per affrontare un’emergenza. Non esiste quindi alcun progetto per costruire un grande cimitero nazionale in grado di ospitare il 5 per cento della popolazione svedese.

Un documento ufficiale della Göteborgs Begravningssamfällighet, pubblicato già a marzo 2023, conferma che alle parrocchie è stato raccomandato dalla Chiesa di Svezia di disporre di terreno sufficiente per seppellire fino al 5 per cento della popolazione in caso di crisi o conflitto. 

Secondo quanto confermato dalla stessa Chiesa di Svezia a Svenska Dagbladet, la preparazione di nuovi terreni di sepoltura sarebbe motivata dal rischio di uno scenario bellico. Una lettera dell’8 dicembre 2022, firmata dal Sinodo dei vescovi e dal Consiglio ecclesiastico, richiamava la necessità di «garantire che i servizi funebri possano essere svolti in caso di stato di allerta elevato o di guerra». Un portavoce della Chiesa di Svezia ha precisato comunque che non c’è alcuna minaccia imminente, ma che il Paese deve essere più preparato rispetto al passato.

Rispondendo alle domande di Svenska Dagbladet, l’Agenzia svedese per la protezione civile ha smentito che la notizia sulla ricerca di terreni per i cimiteri a Göteborg fosse collegata con l’opuscolo intitolato “In caso di crisi o di guerra”, inviato dal governo a ogni famiglia svedese a novembre 2024. Si tratta di una guida pratica con istruzioni su cosa fare in caso di emergenze gravi, come attacchi informatici o conflitti armati.

Ricapitolando: nell’audizione, Crosetto ha preso spunto da una notizia reale, ma l’ha stravolta. Il piano non riguarda la costruzione di un unico cimitero nazionale, ma la possibilità, per ogni parrocchia svedese, di disporre di terreni sufficienti per gestire in emergenza un numero elevato di sepolture. È una misura locale, legata alla pianificazione funebre, promossa dalla Chiesa e non riconducibile a un’iniziativa statale.

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