Secondo Eurostat, tra aprile e giugno 2020 il Pil dell’Italia
ha registrato un calo congiunturale del -12,4 per cento rispetto al primo trimestre dell’anno. Per la Germania la riduzione del Pil è stata meno forte, del -10,1 per cento, mentre Francia e Spagna hanno registrato flessioni più marcate: rispettivamente del -13,8 per cento e del -18,5 per cento.
In termini tendenziali, ossia rispetto al secondo trimestre del 2019, il calo dell’Italia
è stato del -17,3 per cento, quello della Germania del -11,7 per cento, quello della Francia del -19 per cento e quello della Spagna del -22,1 per cento.
Dunque, per quanto riguarda i dati più recenti sull’andamento del Pil nel secondo trimestre, nel drastico calo generale vissuto dai Paesi citati da Conte, l’Italia sembra fare meno peggio di Francia e Spagna, ma non della Germania.
Ricordiamo però che secondo le previsioni economiche estive della Commissione europea, pubblicate a inizio luglio scorso, l’Italia
dovrebbe essere il Paese con il crollo del Pil più marcato in tutto il 2020 (-11,2 per cento), dietro a Spagna (-10,9 per cento), Francia (-10,6 per cento) e Germania (-6,3 per cento).
Una delle cause di questo calo annuale più marcato, rispetto agli altri Paesi Ue,
sarebbe dovuto secondo Eurostat alla riduzione delle esportazioni e alla crisi del turismo, due voci economiche di primo piano per il nostro Paese.
Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale di fine giugno, nel 2020 l’Italia
registrerà un calo del Pil del -12,8 per cento, identico a quello della Spagna, mentre la Francia registrerà un -12,5 per cento e la Germania un -7,8 per cento.
Queste previsioni – oggi ancor più che in periodi “normali” – vanno prese con estrema cautela: l’incertezza sugli sviluppi dell’economia nei prossimi mesi resta infatti ancora molto forte.