Negli ultimi mesi il governo Meloni e il Parlamento hanno creato almeno tre organismi che si occupano di intelligenza artificiale con obiettivi e competenze diverse. Su questi organismi, sui loro ruoli e i loro vertici c’è il rischio di fare confusione, visto il sovrapporsi del loro ambito di indagine.
Partiamo dalla commissione su cui si è discusso di più, quella creata alla fine di ottobre dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alberto Barachini (Forza Italia), che si occupa di informazione e di editoria. Sul sito ufficiale del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria si trovano poche informazioni su questa commissione, che è stata istituita nelle intenzioni di Barachini per studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del giornalismo e dell’editoria.
La commissione, chiamata anche “comitato” o “commissione Algoritmi”, è composta da vari esperti e inizialmente è stata presieduta dall’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato. All’epoca la nomina di Amato era stata criticata da più parti, vista l’età dell’ex presidente della Corte Costituzionale (85 anni) e le sue competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Alcuni avevano paragonato la nomina di Amato con quella del giovane ingegnere e imprenditore Ian Hogarth, che presiede la Foundation Model Taskforce creata dal governo del Regno Unito. Quest’ultima però non ha solo compiti consultivi e ad aprile 2023 ha avuto un finanziamento iniziale dal governo britannico di 100 milioni di sterline.
Il 5 gennaio, dopo le critiche ricevute dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa di fine anno, Amato si è dimesso dalla carica di presidente della commissione. Al suo posto Barachini ha nominato il teologo e frate francescano Paolo Benanti, esperto di bioetica, professore alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e membro di un gruppo di lavoro delle Nazioni Unite proprio sull’intelligenza artificiale.
I lavori della commissione, presieduta da Benanti, sono iniziati lo scorso 24 ottobre: finora sono state organizzate alcune audizioni con organi e sindacati del mondo dell’editoria e dell’informazione. «Entro i primi mesi del 2024 verrà elaborata una prima relazione con le linee guida sull’utilizzo, lo sviluppo e le ricadute in ambito editoriale dell’intelligenza artificiale. Relazione che sarà consegnata al governo, anche in vista dei confronti in ambito europeo e internazionale», ha dichiarato a ottobre il sottosegretario Barachini, presentando la commissione.
Oltre alla commissione del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, esistono almeno altri due organismi simili che si occupano di intelligenza artificiale.
Partiamo dalla commissione su cui si è discusso di più, quella creata alla fine di ottobre dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alberto Barachini (Forza Italia), che si occupa di informazione e di editoria. Sul sito ufficiale del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria si trovano poche informazioni su questa commissione, che è stata istituita nelle intenzioni di Barachini per studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del giornalismo e dell’editoria.
La commissione, chiamata anche “comitato” o “commissione Algoritmi”, è composta da vari esperti e inizialmente è stata presieduta dall’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato. All’epoca la nomina di Amato era stata criticata da più parti, vista l’età dell’ex presidente della Corte Costituzionale (85 anni) e le sue competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Alcuni avevano paragonato la nomina di Amato con quella del giovane ingegnere e imprenditore Ian Hogarth, che presiede la Foundation Model Taskforce creata dal governo del Regno Unito. Quest’ultima però non ha solo compiti consultivi e ad aprile 2023 ha avuto un finanziamento iniziale dal governo britannico di 100 milioni di sterline.
Il 5 gennaio, dopo le critiche ricevute dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa di fine anno, Amato si è dimesso dalla carica di presidente della commissione. Al suo posto Barachini ha nominato il teologo e frate francescano Paolo Benanti, esperto di bioetica, professore alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e membro di un gruppo di lavoro delle Nazioni Unite proprio sull’intelligenza artificiale.
I lavori della commissione, presieduta da Benanti, sono iniziati lo scorso 24 ottobre: finora sono state organizzate alcune audizioni con organi e sindacati del mondo dell’editoria e dell’informazione. «Entro i primi mesi del 2024 verrà elaborata una prima relazione con le linee guida sull’utilizzo, lo sviluppo e le ricadute in ambito editoriale dell’intelligenza artificiale. Relazione che sarà consegnata al governo, anche in vista dei confronti in ambito europeo e internazionale», ha dichiarato a ottobre il sottosegretario Barachini, presentando la commissione.
Oltre alla commissione del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, esistono almeno altri due organismi simili che si occupano di intelligenza artificiale.