Il 5 aprile il deputato della Lega Paolo Grimoldi ha criticato su Facebook l’Unione europea, colpevole, a detta sua, di aver lanciato «un procedimento punitivo per tentare di rovesciare un premier regolarmente eletto», ossia Viktor Orbán, confermato primo ministro dell’Ungheria alle elezioni del 3 aprile.
La critica di Grimoldi fa riferimento all’annuncio fatto il 5 aprile da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Quest’ultima presto attiverà il nuovo meccanismo a tutela dello stato di diritto, che potrebbe portare l’Ue a ridurre drasticamente il flusso di soldi versato ogni anno alle casse ungheresi ogni anno. Lo “stato di diritto”, lo ricordiamo, è l’idea che tutti i soggetti, pubblici e privati, di un Paese siano legati al rispetto della legge, sotto la giurisdizione di corti indipendenti, a prescindere della maggioranza politica in carica.
Tra gli altri, la decisione di von der Leyen è stata attaccata anche dal capo di gabinetto del governo Orbán, Gergely Gulyás, secondo cui quello annunciato da von der Leyen sarebbe un tentativo di punire gli elettori ungheresi per il loro voto democraticamente espresso. Ma come stanno davvero le cose? Come funziona il meccanismo punitivo legato alla violazione dello stato di diritto? E perché l’Ue si è mossa subito dopo le elezioni ungheresi? Abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza.
La critica di Grimoldi fa riferimento all’annuncio fatto il 5 aprile da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Quest’ultima presto attiverà il nuovo meccanismo a tutela dello stato di diritto, che potrebbe portare l’Ue a ridurre drasticamente il flusso di soldi versato ogni anno alle casse ungheresi ogni anno. Lo “stato di diritto”, lo ricordiamo, è l’idea che tutti i soggetti, pubblici e privati, di un Paese siano legati al rispetto della legge, sotto la giurisdizione di corti indipendenti, a prescindere della maggioranza politica in carica.
Tra gli altri, la decisione di von der Leyen è stata attaccata anche dal capo di gabinetto del governo Orbán, Gergely Gulyás, secondo cui quello annunciato da von der Leyen sarebbe un tentativo di punire gli elettori ungheresi per il loro voto democraticamente espresso. Ma come stanno davvero le cose? Come funziona il meccanismo punitivo legato alla violazione dello stato di diritto? E perché l’Ue si è mossa subito dopo le elezioni ungheresi? Abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza.