Cresce l’occupazione ospedaliera
L’aumento del numero di ingressi in terapia intensiva e nei reparti
sta facendo salire anche il numero complessivo dei pazienti ospedalizzati e di conseguenza il tasso di occupazione ospedaliera, ossia il rapporto tra ricoverati per la Covid-19 e posti letto disponibili.
Il Friuli-Venezia Giulia e la provincia autonoma di Bolzano sono le due regioni con il maggior numero di ospedalizzati in rapporto alla popolazione, con un rapido ritmo di crescita. Gli ospedalizzati stanno aumentando in quasi tutte le regioni, ma in particolar modo nel Lazio, in Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto. Un inizio di aumento si vede anche in Lombardia e Piemonte.
I dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas)
mostrano che a livello nazionale, al 15 novembre, è occupato da pazienti positivi al coronavirus il 5 per cento dei posti di terapia intensiva e il 6 per cento dei posti delle aree mediche rilevanti. Bisogna sempre tenere a mente che questo
non vuol dire che il 95 per cento dei posti sia libero, perché in ospedale ci sono anche i pazienti ricoverati per altri motivi.
Il Friuli-Venezia Giulia e la provincia autonoma di Bolzano
hanno più del 10 per cento dei posti di terapia intensiva e degli altri reparti occupati da pazienti Covid-10, mentre le Marche sono vicine al 10 per cento di quelli di terapia intensiva. Se si raggiunge il 15 per cento di entrambi tassi di occupazione e si ha un’incidenza superiore a 50 casi ogni 100 mila abitanti, si entra in zona gialla.