Cina e India hanno davvero «riconosciuto» l’invasione russa dell’Ucraina?

Alcuni politici italiani hanno celebrato il voto favorevole dei due Paesi a una risoluzione dell’Onu, semplificandone però il contenuto
Ansa
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Nelle ultime ore alcuni politici italiani hanno espresso soddisfazione per l’approvazione di una risoluzione delle Nazioni unite, nella quale Cina e India avrebbero riconosciuto per la prima volta l’invasione russa dell’Ucraina. «C’è stato ieri un passaggio significativo, per la prima volta con il voto di Cina e India che riconoscono l’invasione russa», ha dichiarato il 3 maggio la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, parlando della guerra in Ucraina. Il giorno prima il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova aveva scritto su Twitter che «all’Onu il riconoscimento di Cina e India dell’aggressione russa può diventare uno spartiacque nella crisi Ucraina». «Da oggi Putin è più isolato», ha aggiunto l’ex sottosegretario agli Esteri del governo Draghi. 

Ma che cosa si è votato alle Nazioni unite? È vero che per la prima volta i due Paesi hanno riconosciuto che la Russia ha invaso l’Ucraina? In realtà le cose sono andate un po’ diversamente da quanto detto da Schlein e Della Vedova.

Che cosa si è votato alle Nazioni unite

Il voto di cui si parla in queste ore riguarda la risoluzione intitolata “Cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa”. Il Consiglio d’Europa non è un’istituzione dell’Unione europea, non va confuso con il Consiglio dell’Ue e ha tra i suoi membri anche Paesi che non fanno parte dell’Ue (la Russia non ne fa più parte dal 16 marzo 2022). Sebbene varie fonti stampa italiane abbiano parlato del voto sulla risoluzione il 2 maggio, in realtà la votazione si è tenuta il 26 aprile, passando poi inosservata per alcuni giorni.

Una risoluzione è il principale atto giuridico che le Nazioni unite possono adottare. Può essere deliberata dal Consiglio di sicurezza oppure dall’Assemblea generale, e determina l’indirizzo politico dell’Onu e dei suoi Stati membri. Sebbene non siano vincolanti, le risoluzioni dell’Assemblea generale sono importanti perché esprimono il parere della più importante organizzazione sovranazionale del mondo, oltre che quello di tutti gli Stati membri che l’hanno approvata. 

La risoluzione sulla “Cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa” è lunga dieci pagine e riguarda vari ambiti, dalla gestione della pandemia da Covid-19 alla tutela dei diritti civili negli Stati che aderiscono all’Onu e al Consiglio d’Europa. Il tema della guerra in Ucraina è affrontato marginalmente, nel nono paragrafo. In questo paragrafo si riconosce che «le sfide senza precedenti che l’Europa si trova ad affrontare a seguito dell’aggressione da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina, e contro la Georgia prima di quella, e la cessazione come membro della Federazione Russa nel Consiglio d’Europa, richiedono un rafforzamento della cooperazione tra Nazioni unite e Consiglio d’Europa». L’obiettivo, si legge nella risoluzione, è «ripristinare rapidamente e mantenere pace e sicurezza basate sul rispetto della sovranità, dell’integrità territoriale e indipendenza politica di qualsiasi Stato, garantire il rispetto dei diritti umani e il diritto umanitario internazionale durante le ostilità, fornire assistenza alle vittime e assicurare alla giustizia tutti i responsabili delle violazioni del diritto internazionale». 

Il testo finale della risoluzione è stato approvato (min. 39:21) con 122 voti favorevoli, cinque voti contrari e 18 astenuti. Tra i voti a favore della risoluzione ci sono stati quelli di Cina e India, due Paesi che da quando è iniziata la guerra in Ucraina hanno spesso evitato di assumere posizioni contro la Russia del presidente Vladimir Putin nelle assemblee internazionali. A votare contro la risoluzione, oltre alla Federazione Russa, sono stati invece gli altri Paesi che fanno parte della sfera d’influenza russa: Bielorussia, Corea del Nord, Nicaragua e Siria.

Il voto sul nono paragrafo

Messa in questi termini, sembra davvero che Cina e India abbiano riconosciuto l’aggressione russa contro l’Ucraina. In realtà durante il dibattito sulla risoluzione c’è stato anche un altro voto, oltre a quello sul testo complessivo della risoluzione. Prima del voto finale, infatti, si è votato sulla possibilità di includere o meno il paragrafo nove nella risoluzione finale, quello che menzionava esplicitamente «l’aggressione da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina». 

In questa votazione Cina e India si sono astenute. Il risultato della votazione è stato di 80 favorevoli, 10 contrari e 48 astenuti: il paragrafo quindi è stato inserito nella risoluzione finale, quella poi approvata tra gli altri anche da Cina e India.

Da un punto di vista politico il voto di Cina e India ha quindi sicuramente un valore e si inserisce all’interno dei complessi rapporti diplomatici che il presidente cinese Xi Jinping sta portando avanti con alcuni stati europei e con la stessa Ucraina. 

In queste ore vari esperti di relazioni internazionali hanno cercato di spiegare il perché del voto favorevole di un Paese come la Cina alla risoluzione. Secondo lo storico britannico Sergey Radchenko, esperto della Guerra fredda, tra i motivi del voto favorevole della Cina alla risoluzione ci sarebbe la volontà di Xi Jinping di dimostrare l’indipendenza del suo Paese dall’influenza della Federazione russa e di apparire più neutrale agli occhi della comunità internazionale. Secondo altri commentatori, l’attenzione mediatica che questa votazione ha avuto – complice anche un tweet dell’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Josep Borrell – potrebbe «irrigidire» le future posizioni di Cina e India sul conflitto ucraino.

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