Sempre più studenti non fanno l’ora di religione a scuola

Negli anni è cresciuto il numero di chi preferisce non frequentarla, con differenze tra regioni e scuole
ANSA
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Sempre più studenti scelgono di non frequentare l’ora di religione cattolica a scuola. Nell’anno scolastico 2023-2024, secondo i dati più recenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito, il 17 per cento degli studenti – circa 1,3 milioni su un totale di 7,8 milioni – ha deciso di non avvalersi di questo insegnamento, preferendo attività alternative come lo studio individuale assistito da altri docenti. Si tratta di un aumento significativo rispetto al 2018, quando la percentuale era poco superiore al 12 per cento.

Questi numeri, resi pubblici su richiesta dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR), si inseriscono in un contesto in cui il ruolo della religione cattolica nella scuola pubblica italiana continua a essere oggetto di attenzione. E la morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile, ha contribuito a riportare d’attualità i rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica, di cui l’insegnamento religioso è uno degli aspetti più discussi. 

L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche – dall’infanzia alle superiori – è previsto per almeno un’ora a settimana in virtù del Concordato stipulato nel 1929 con i Patti Lateranensi, firmati tra la Santa Sede e lo Stato italiano durante il regime fascista. Inizialmente obbligatoria, l’ora di religione è diventata facoltativa solo nel 1984, a seguito di una revisione dei Patti.

Le differenze tra regioni

La partecipazione degli studenti italiani all’ora di religione cattolica cambia da una zona all’altra del Paese, con marcate differenze geografiche. Nel Nord-Ovest il 24,5 per cento degli studenti sceglie di non frequentare l’ora di religione, nel Nord-Est il 23,7 per cento, mentre nel Centro la percentuale si attesta al 19,6 per cento. Al contrario, nelle Isole scende al 7,6 per cento e nel Sud Italia è ancora più bassa, fermandosi al 6,9 per cento.
La Valle d’Aosta è la regione con la percentuale più alta di studenti che non frequentano l’ora di religione, pari al 30,5 per cento, un dato quasi dieci volte superiore a quello registrato in Basilicata, dove la quota si ferma al 3,9 per cento. Tra le regioni con valori compresi tra il 25 e il 30 per cento ci sono anche Toscana, Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte. Al contrario, sotto il 10 per cento si collocano tutte le regioni del Sud: oltre alla Basilicata, anche Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise. In Lombardia la percentuale è del 24 per cento, mentre nel Lazio si attesta al 16 per cento.
La provincia con la maggiore quota di studenti che non frequentano l’ora di religione è Firenze, con il 38 per cento. Sopra il 30 per cento si trovano anche Bologna (36 per cento), Trieste (35 per cento), Gorizia (34 per cento), Prato (34 per cento), oltre a Livorno, Aosta, Modena, Mantova e Biella, tutte al 30 per cento. All’estremo opposto ci sono province come Foggia, dove solo l’1,6 per cento degli studenti non segue l’ora di religione, Barletta-Andria-Trani (3,3 per cento) e Potenza, Vibo Valentia ed Enna, tutte sotto il 4 per cento. Tra le province più popolose, si registrano il 19 per cento di studenti non partecipanti a Roma, il 7,5 per cento a Napoli, il 27 per cento a Milano e il 29 per cento a Torino.

Le differenze tra le scuole

A livello nazionale, la frequenza all’ora di religione varia anche in base al tipo di scuola. Nelle scuole dell’infanzia il 13,5 per cento degli alunni non partecipa all’insegnamento della religione cattolica; nella scuola primaria la quota scende leggermente al 12,9 per cento, per poi salire al 15,9 per cento nella scuola secondaria di primo grado (le medie). Nelle scuole superiori, invece, il 23,6 per cento degli studenti sceglie di non seguire l’ora di religione. Questo dato può essere spiegato almeno in parte dal fatto che alle superiori sono gli studenti stessi a prendere questa decisione, mentre nei cicli scolastici precedenti la scelta è in genere compiuta dai genitori.

Anche tra i diversi tipi di scuola superiore si osservano differenze significative: nei licei il 19 per cento degli studenti non frequenta l’ora di religione, negli istituti tecnici il 26 per cento, e negli istituti professionali il 29 per cento. All’interno dei soli licei, la percentuale di chi non segue religione è del 16 per cento nello scientifico, del 28 per cento nel classico e del 32 per cento nell’artistico.

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[1] Nei dati non sono disponibili le informazioni riguardanti gli studenti del Trentino-Alto Adige.

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