Il 15 giugno, in un’intervista con il Corriere della Sera, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli (Lega) ha criticato chi ha proposto di eliminare il quorum per i referendum abrogativi, dopo che quelli su cittadinanza e lavoro non hanno raggiunto la soglia del 50 per cento più uno degli aventi diritto di voto.
«Il raggiungimento del quorum e la vittoria dei Sì rappresentano comunque una maggioranza relativa. E dunque, dato che la democrazia rappresentativa prevede che siano le camere ad approvare le leggi a maggioranza e con numero legale, abbassando il quorum avremmo l’effetto paradossale che una legge approvata secondo Costituzione potrebbe venire modificata o abrogata da una minoranza del Paese. Una minoranza che detta le leggi a una maggioranza eletta», ha dichiarato Calderoli.
Non entriamo nel merito dell’opinione politica del ministro, legittima. Va però fatto notare che fino a pochi anni fa lo stesso Calderoli era tra coloro che proponevano l’abolizione del quorum per i referendum abrogativi.
«Il raggiungimento del quorum e la vittoria dei Sì rappresentano comunque una maggioranza relativa. E dunque, dato che la democrazia rappresentativa prevede che siano le camere ad approvare le leggi a maggioranza e con numero legale, abbassando il quorum avremmo l’effetto paradossale che una legge approvata secondo Costituzione potrebbe venire modificata o abrogata da una minoranza del Paese. Una minoranza che detta le leggi a una maggioranza eletta», ha dichiarato Calderoli.
Non entriamo nel merito dell’opinione politica del ministro, legittima. Va però fatto notare che fino a pochi anni fa lo stesso Calderoli era tra coloro che proponevano l’abolizione del quorum per i referendum abrogativi.